ROMA, 16 FEB. (Italia Estera) - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
A Giulia Giacchetti Boico e al prof. Giulio Vignoli dobbiamo questa commovente pagina di storia taciuta. Con questo libro per la prima volta, sia in Ucraina sia in Italia, si affronta la tragedia vissuta dai nostri connazionali emigrati in Crimea dal 1830 al 1890. Erano italiani che si recarono nella allora Russia zarista per lavorare le fertili terre vicino la città portuale di Kerc. Furono in tutto duemila italiani provenienti non solo dalla Puglia, ma anche dalla Liguria e dalla Campania. La collettivizzazione forzata delle campagne voluta da Stalin, a cui fecero seguito le requisizioni e gli arresti in massa, provocarono un primo consistente calo della presenza italiana in Crimea.
Durante la seconda guerra mondiale avvenne la grande deportazione degli italiani di Crimea in Kazakistan perché ritenuti inaffidabili; moltissimi morirono di malattie e di atroci stenti. Pochi i superstiti. Caduta l’Unione Sovietica, solo 316 italiani nel 1992 si dichiararono come tali alle autorità ucraine e vivono tutti nelle città di Kerc e Simferopoli. Essi versano in gravi condizioni economiche e sperano in un riconoscimento della loro associazione per ottenere una giusta tutela.
Tutte le istituzioni pubbliche italiane contattate per finanziare il libro hanno risposto negativamente (!), solo alcuni privati hanno raccolto l’appello, tra cui i principi Maria Gabriella e Aimone di Savoia, il Presidente della Comunità ebraica di Genova, alcuni dirigenti dell’Unione Monarchica Italiana, la Società di Studi Fiumani, il dr. Marino Micich, l’avv. Vittorio Giorgi e pochi docenti universitari assieme a comuni cittadini rimasti profondamente toccati da questa tragedia. Speriamo che questa notizia possa contribuire a trovare altri amici e sostenitori prima che questi nostri connazionali scompaiano per sempre!
Marino Micich/Italia Estera