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07 feb 2009IL GIORNO DEL RICORDO, FOIBE: non fu pulizia etnica, bensì ideologica / Di Gianfredo Ruggiero

ROMA, 7 FEB (Italia Estera) -  La strage delle Foibe viene generalmente presentata come un caso di pulizia etnica a danno degli italiani, quando invece si è trattata di una operazione di pulizia ideologica.
Infatti i partigiani comunisti del Maresciallo Tito non agivano a  casaccio, non colpivano gli italiani in quanto tali rastrellandoli per strada alla maniera bosniaca - se fosse stato così le vittime sarebbero state infinitamente di più, sarebbe stato un vero e proprio bagno di sangue - ma in maniera altamente selettiva, sulla base di elenchi con nomi, cognomi e indirizzi – le famigerate liste di proscrizione – alla cui compilazione contribuirono diligentemente i comunisti nostrani.
E chi erano queste persone che nottetempo venivano prelevate dalle loro case, legate tra loro e gettate vive nelle cavità carsiche e lasciate morire tra atroci sofferenze? Erano italiani qualunque? No, erano italiani che appartenevano ad una categoria ben precisa. Erano - per dirla con una direttiva delle stesso Maresciallo Tito - fascisti o presunti tali.
Il motivo di tanto accanimento è abbastanza semplice da comprendere: nell’ottica dell’annessione di quelle terre alla Jugoslavia i fascisti, e tutti coloro che in qualche modo erano legati o s’identificavano nello Stato italiano,  avrebbero potuto costituire un ostacolo, in quanto anticomunisti, per cui andavano eliminati.
E’ anche vero che nella concitazione generale e nel clima di impunità che si andò a creare, nelle Foibe ci finì di tutto: preti, borghesi, semplici cittadini per motivi personali e perfino qualche partigiano italiano titubante.
Un altro aspetto che viene volutamente ignorato riguarda la strenua difesa di quelle terre dalle bande partigiane che fu affidata a due reparti dell’esercito italiano, i bersaglieri del battaglione Mussolini e i marò della Decima Mas: furono tutti massacrati.
Riteniamo inoltre risibile la giustificazione che la sinistra e certa destra conformista tentano di dare a quella orrenda carneficina, ossia la tesi della ritorsione della minoranza slava all’italianità voluta da Mussolini, quando invece l’unica imposizione del governo fascista fu l’uso dell’italiano (quello che avviene oggi a parti invertite in Alto Adige, dove gli italiani sono costretti  ad imparare il tedesco se voglio lavorare negli uffici statali).
Riguardo l’esodo delle popolazioni italiane di Istria e Dalmazia, anche in questo caso, è perlomeno eccessivo parlare di pulizia etnica, infatti non vi furono eccidi di massa da parte dei nuovi governanti jugoslavi, ma solo il pressante “invito” a lasciare quelle terre, che venivano subito confiscate.
Vergognoso fu, invece, il comportamento del governo italiano e della sinistra che accolsero i nostri compatrioti come appestati, furono ammassati nei treni come bestie e alle fermate fu perfino impedito alla croce rossa di portare il latte ai bambini. Cacciati dalla loro terra e umiliati nella loro Patria.
Gianfredo Ruggiero*/ Italia Estera  
*presidente Circolo Excalibur - Varese



 
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