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23 gen 2009ECONOMIA: la 500 è l’auto anticrisi della Fiat sul mercato Usa / di Alfonso Maffettone

Il gruppo industriale di Torino prevede un 2009 nero, niente dividendo e titolo in Borsa sulle montagne russe 
di Alfonso Maffettone
ROMA, 23 GEN, (Italia Estera) – La 500, la mitica utilitaria degli  anni 50, è diventata nella versione del Terzo millennio l’ auto anticrisi della Fiat (nella foto). Il gruppo industriale di Torino punta alla diffusione della minivettura sul mercato americano grazie alla tecnologia che riceverà dall’acquisizione del  35% della Chrysler. L’amministratore delegato Sergio Merchionne non ha esitato a indicare che il 2009 sarà  “l’anno più difficile di sempre, il peggiore per la storia della Fiat in termini di condizioni di mercato”.  “Cinquecentizzare gli americani” è il progetto per risollevare le sorti del Lingotto.
 La Fiat è  sotto i duri colpi della crisi economica che imperversa negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero.  Il 90% dei suoi dipendenti  è interessato alla Cassa integrazione: sono state annunciate tre nuove settimane di stop  per i 5000 addetti della Carrozzeria a Mirafiore e  soste  forzate di  due settimane per gli stabilimenti di Melfi e di Cassino. Il titolo Fiat è  sulle montagne russe alla Borsa di Milano fra cadute vertiginose ed eccessi di rialzo,  i dividendi sono stati negati ai titolari di azioni ordinarie  perchè il debito ha raggiunto 5,9 miliardi di euro, al di là di ogni previsione.  L’utile netto è in ribasso del 16,2% pari a 1,7 miliardi sebbene il gruppo piemontese avesse avuto un 2008 con ricavi (59,4%) in aumento dell’1,5%. 
Le prospettive sono, dunque nere,  per il 2009. L’ad Marchionne non ha esitato a lanciare l’ allarme   per il pericolo che corrono la produzione e i livelli occupazionali (le aziende dell’indotto danno lavoro a 500 mila persone). Il presidente del governo Silvio Berlusconi, galvanizzato dalla positiva conclusione delle trattative sui contratti, non è stato sordo alla richiesta di aiuto ed ha convocato un tavolo a Palazzo Chigi la prossima settimana per interventi al settore dell’auto. A spingerlo sono state anche le pressioni della presidente degli industriali  Emma Marcegaglia che ha detto chiaro e tondo alla presenza anche dei sindacati:”E’ necessario un intervento in favore del settore automobilistico se si vuole salvaguardare il sistema Paese”.
Bisognerà vedere in che cosa si espliciterà l’aiuto. Berlusconi sostiene che è necessario un miliardo di euro ma non si sa se il governo lo elargirà sotto forma  di incentivo per la rottamazione o di un fondo a favore dell’innovazione tecnologica. Ma il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti è  riluttante a  mettere mano al portafoglio pubblico dopo il salvataggio di Alitalia, la compagnia di bandiera. “Tutti mi fanno pressione, tutti chiedono soldi, ma i soldi non ci sono”, avrebbe detto Tremonti secondo il “Corriere della Sera.
Comunque il Ministro deve fare molto di più di quanto è contenuto nel piano anticrisi approvato dal Parlamento. La BCE (Banca Centrale Europea), nel suo ultimo bollettino, non è stata affatto  ottimista né per l’Italia né per il resto dell’Europa. La congiuntura internazionale, ha detto, è estremamente fluida e va verso un ulteriore peggioramento.
"L’economia mondiale sta attraversando una fase di recessione grave e sincronizzata in cui i rischi per la crescita, che nel complesso restano chiaramente orientati al ribasso, sono connessi principalmente alla possibilità di un più forte impatto delle turbolenze finanziarie sull’economia reale, a nuove spinte protezionistiche e ad una correzione disordinata degli squilibri mondiali", ha affermato la BCE. La  domanda , secondo la BCE, resterà frenata “per un periodo di tempo prolungato".  Anche se la soluzione non è nazionale, come dice Tremonti,  l’Italia deve fare  ogni sforzo per impiegare gli strumenti idonei a stimolare una inversione di tendenza altrimenti non si uscirà mai dal tunnel della crisi.
Alfonso Maffettone / Italia Estera



 
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