Una via di Roma intitolata al maggiore Federico Filippini fucilato a Cefalonia
ROMA, 19 GENN.(Italia Estera) - A Roma nei prossimi giorni verrà inaugurata una via intitolata al maggiore comandante il Genio della Divisione Acqui Federico Filippini che venne fucilato a Cefalonia dai tedeschi il 25 settembre 1943 con altri sei sventurati Ufficiali ricoverati con lui in un ospedale da campo di dove la notte precedente fuggirono altri due ufficiali con loro ricoverati, scatenando la brutale rappresaglia tedesca.
Il giorno prima erano stati fucilati a Capo San Teodoro 129 ufficiali - di cui il primo fu il comandante gen. Antonio Gandin- considerati 'traditori' in quanto 'capi' e 'sobillatori' di partigiani per aver resistito all'ingiunzione di cedere le armi a seguito dell'ORDINE DI RESISTERE inviato al gen. Gandin dal governo Badoglio fuggito a Brindisi senza DICHIARARE GUERRA AI TEDESCHI che pertanto in tale colpevole mancanza trovarono la giustificazione 'giuridica' per il loro infame modo di agire.
Sui fatti di Cefalonia innumerevoli sono le inesattezze e le menzogne raccontate tra cui la più grande è quella relativa al numero dei caduti quantificato in 9-10000 mentre in effetti fu di circa 1700: ciò non sminuisce ovviamente la crudeltà e la barbarie tedesca, ma nello stesso tempo è servito all'edificazione di un'epopea 'partigiana' relativamente ad un episodio che fu di Resistenza militare e non certo ideologica come vorrebbero le prediche della Sinistra italiana. (M.F. /Italia Estera)