ROMA, 30 NOV. (Italia Estera) - Il giorno dopo l'appello del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'opposizione a collaborare sulla manovra anti-crisi varata venerdì, il Pd va all'attacco. Il dialogo non può equivalere alla richiesta alle opposizioni di ratificare scelte già prese.
Se davvero si vuole il dialogo con l'opposizione "se ne ascoltino le proposte e si concordino i provvedimenti". Walter Veltroni, pur assicurando che il suo partito in Parlamento "si muoverà nell'interesse del Paese", boccia nel merito e nel metodo le misure messe in campo dall'esecutivo. Insomma "non è immaginabile che l'opposizione venga semplicemente invitata a ratificare decisioni già prese senza alcun coinvolgimento". E in ogni caso, per Veltroni, le misure del governo non vanno bene, sono "del tutto insufficienti".
Lo stesso giudizio da parte di Massimo D'Alema che, riguardo al dialogo chiesto da Berlusconi, lo definisce "finzione". "Berlusconi - sottolinea - vuole il dialogo: sarebbe stato semplice chiamare al tavolo le forze di opposizione e i sindacati per decidere le misure ma se si decide prima dopo il dialogo è una finzione". Veltroni critica anche l'atteggiamento del centrodestra che continua a fare pressing in vista della segreteria della Cgil di lunedì perché il sindacato rinunci allo sciopero convocato per il 12 dicembre che viene giudicato "politico". Veltroni invita la maggioranza a "non continuare sulla strada irresponsabile della divisione dei sindacati".
Più morbido l'atteggiamento di Udc. E anche l'Italia dei Valori apre la porta al confronto a patto che, però, la maggioranza riveda le norme messe in campo. "Noi siamo pronti a collaborare - dice il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini - nell'interesse del Paese. Proprio per questo però ci aspettiamo che il governo in Parlamento cambi sostanzialmente questa manovra che deve essere finalizzata alle famiglie". "Nel pacchetto - dice Antonio Di Pietro - ci sono misure insufficienti, ma alla luce della crisi l'Italia dei Valori, responsabilmente, ha deciso di essere propositiva e per questo si presenterà nei prossimi appuntamenti parlamentari senza atteggiamenti pregiudiziali cercando di implementare le misure".
Dall'esecutivo, d'altra parte, si sottolinea come sia difficile immaginare ulteriori interventi. "Per adesso non ci sono soldi - evidenzia il ministro delle Riforme Umberto Bossi - Tremonti ha fatto miracoli". Più in generale il centrodestra continua a ribadire la propria volontà di confronto, ma attacca anche un'opposizione che definisce "pregiudizialmente" chiusa.
"Con l'opposizione - dice il ministro del Welfare Maurizio Sacconi - mi pare che il contenuto dell'intesa sia minimo perché vedo un atteggiamento pregiudiziale non tanto sulla manovra quanto sul complesso dell'attività di governo". "Dicono solo no - si rammarica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti - questa non è una opposizione normale di un Paese come gli altri".
Insomma, così messa la situazione, gli spazi di dialogo in Parlamento, sembrano minimi. Qualcosa di più si capirà quando il provvedimento arriverà in Parlamento, probabilmente alla Camera visto che il Senato è impegnato nella discussione di diversi provvedimenti ‘pesanti' oltre che sulla Finanziaria. Il governo, in ogni caso, auspica una approvazione rapida del ‘pacchetto' anti-crisi anche come segnale a famiglie e contribuenti prima della fine dell'anno. (Italia Estera).