ROMA, 19 NOV. (Italia Estera) - Il nuovo regolamento per l'editoria, tanto atteso, che il governo sta approntando slitta di un anno. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l'editoria Paolo Bonaiuti, nell’audizione davanti alla commissione Cultura della Camera riunita appunto per conoscere i punti del nuovo regolamento per l'editoria.
''L'operativita' delle norme del nuovo regolamento - ha detto Bonaiuti - non varrà più dal primo gennaio 2009 ma si sposta al primo gennaio 2010. Il regolamento riguarda i contributi 2009. Per quelli del 2008 e' fatto salvo tutto il vigente con eccezione di alcune disposizioni minori. Abbiamo dunque ancora un anno per discutere''. Bonaiuti ha spiegato le ragioni di questo slittamento nel fatto che ''dopo il vaglio di Camera e Senato, il regolamento dovra' essere inviato al Consiglio di Stato. Trattandosi di normativa complessa e considerando che il Consiglio non ci poteva dare il parere in fretta e furia, abbiamo pensato di non dare il via alle nuove norme dal 2009 ma rinviare tutto al 2010''.
Per tutte le testate viene fissato "un limite generale massimo ai contributi erogabili, sia diretti che indiretti, pari a 4 milioni. Data la crisi e quindi i dovuti tagli a ogni settore - ha sottolineato Bonaiuti - abbiamo ritenuto che non si potra' andare oltre tale soglia". Restano confermati, ha spiegato il sottosegretario, i "quattro pilastri" del regolamento, e cioè "la fortissima semplificazione delle procedure per l'accesso ai contributi, sia diretti che indiretti; la parametrazione dei contributi in base alle vendite effettive e non più alla diffusione, strumento essenziale per la lotta contro le false cooperative e le false testate che non vendono copie reali; la trasformazione delle cooperative in cooperative editoriali; il sostegno all'occupazione, con i contributi indirizzati alle iniziative in grado di creare nuovi posti di lavoro". Su questo ultimo aspetto, in particolare, Bonaiuti ha sottolineato con "forte preoccupazione" che nel mondo dell'editoria "c'e' aria di prepensionamenti, di smobilitazioni di decine di redattori: ma l'applicazione della legge 416 sugli stati di crisi può influenzare pesantemente i bilanci dell'Inpgi", l'istituto di previdenza dei giornalisti.
Il sottosegretario ha anche affrontato il problema dell'emendamento approvato alla Camera, in sede di collegato alla Finanziaria, che ora è all'esame del Senato, che in sostanza blocca l'accesso ai contributi pubblici per le società editoriali che prevedono la distribuzione di utili a fine anno. "L'emendamento - ha spiegato - fa riferimento alle agevolazioni postali, che vanno però a Poste Italiane e non alle imprese editrici e che sono già state decurtate del 40% circa nel decreto Tremonti. Sono favorevole a discutere sull'opportunità che vengano differenziate le agevolazioni destinate alle grandi imprese o quotate in Borsa da quelle per le piccole e medie imprese no profit. Ma ridurre o abolire le agevolazioni postali non fa immediatamente scattare l'aumento del fondo per i contributi indiretti: se oggi riduciamo drasticamente un comparto, si riduce tutto lo stanziamento". (Italia Estera).
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