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Il voto degli Italiani all'Estero

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06 nov 2008ELEZIONI USA: Harlem è “in rivolta”! . Bianchi e neri, ispanici e ebrei fanno festa al primo candidato nero alla Casa Bianca.

NEW YORK, 6 NOV. (Italia Estera) -  Harlem è “in rivolta”! . Bianchi e neri, ispanici e ebrei fanno festa al  primo candidato nero alla Casa Bianca.
Il voto nero era assicurato, ma a fare la differenza, tra i neri d’America , e’ stata  la percentuale dei votanti. Negli Stati Uniti, l’elettorato nero rappresenta circa il 13 per cento del totale, ma gli afro-americani, soprattutto i giovani, hanno spesso ignorato le urne. Ma questa volta  non è stato così. Obama è stato capace di far andare ai seggi gli abitanti dei ghetti. Lo deve a quelle migliaia di giovani volontari che con tutto il loro entusiasmo giovanile sono riusciti a stanarli ed in molti casi li hanno trasportati dinanzi ai seggi elettorali per farli votare.
E’ sorprendente il successo registrato tra gli ispanici, gli ebrei ed i bianchi . Con gli ebrei e gli ispanici  Obama ha vinto perché il suo staff ha saputo organizzare bene ogni contatto. Tra i bianchi Obama ha raggiunto il 43 per cento delle preferenze, una percentuale che solo Bill Clinton aveva raggiunto nel 1996. Perfino nel 2004, John Kerry aveva dovuto accontentarsi di molto meno. Ma a fare la differenza, sono stati soprattutto i giovani, il 66 per cento dei votanti al di sotto dei trent’anni, le donne, il 55 per cento del complesso e il 70 per cento delle non sposate, i piu’ colti, il 58 per cento degli elettori con un post-laurea in tasca. Tra i bianchi, come tra i neri, Obama ha rotto le barriere del censo. A suo favore, si sono schierati i piu’ poveri, quelli che guadagnano meno di 15.000 dollari all’anno, ma anche il 50 per cento delle donne e il 49 per cento degli uomini che ne guadagnano piu’ di 100.000 .
Per un candidato che ha sempre accentuato il fatto di voler essere il presidente degli ‘’Stati Uniti d’America ‘’, si e’ ricreata la storica alleanza tra ebrei e neri che era apparsa frantumata negli ultimi anni sia per ragioni economiche che a causa della situazione in Medio Oriente.
A convincere tutti quelli della Florida, che hanno determinato nella scorsa tornata l’elezione di Bush,  gli intellettuali ebrei urbani non sono valse a nulla le accuse a Obama “un musulmano mascherato con simpaie filo-palestinesi”. Gli ebrei lo hanno appoggiato lo stesso con un convinto 78 per cento dei voti. Per gli ispanici, che sono la minoranza in piu’ rapida crescita  in questo stato e nel resto del paese, il voto ha significato invece la fine del predominio politico dei cubani della Florida. In molti stati  gli elettori, con le fabbriche chiuse per la crisi, si sono convinti che la politica nei confronti di Castro ha meno importanza di quella per la difesa dei posti di lavoro.
E che dire dei finanziamenti? Quasi tutti gli americani hanno contribuito con un loro versamento volontario alle spese della campagna di Obama. Addirittura donne nere dei ghetti hanno provveduto al versamento di 260 dollari. E’ stata una cosa impressionante che ha consentito al primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti di rinunziare alle lecite sovvenzioni degli industriali  (Italia Estera).



 
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