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19 set 2008TRASPORTI: Alitalia il giorno dopo, sì degli assistenti di volo.

L'Anpav pronta a firmare l'accordo, ma ''l'invarianza salariale è condizione ineludibile''. Sacconi: una decisione ''significativa''. Berlusconi: ''La situazione adesso è molto complicata e difficile''. Veltroni in vacanza a New York attacca l'esecutivo.  Di Pietro: ''C'è una speculazione finanziaria''

di Beppe Nisa

ROMA, 19 SET. (Italia Estera) - Gli applausi dei manifestanti di Alitalia a Fiumicino al ritiro della Cai hanno fatto il giro del mondo e sono risultati sostanzialmente incomprensibili all'opinione pubblica questa manifestazione di un corporativismo esasperato. Con Alitalia che rischia perfino la sospensione della licenza di volo, è l'intero sistema Paese a dover fare fronte a un'emergenza senza precedenti. Il governo, colto alla sprovvista dalla ritirata della cordata italiana, lavora a riportare tutti attorno al tavolo negoziale per un ultimo tentativo di accordo, e per la verità a questo punto qualche spiraglio si intravede nella Cgil e in alcuni settori degli autonomi .

A 24 ore dagli applausi di Fiumicino l'Anpav è pronta a sottoscrivere l'accordo quadro sul piano industriale presentato da Cai e sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Lo dice il presidente dell'associazione professionale degli assistenti di volo Massimo Muccioli. "L'Anpav - afferma - ha deciso di aderire all'accordo quadro sottoscritto dalle 4 confederazioni, auspicando che tale scelta sia seguita da tutte le altre organizzazioni sindacali e associazioni professionali". Tuttavia, sul fronte dei contratti, l'Anpav ribadisce che "l'invarianza salariale a fronte di un aumento di produttività, nel rispetto delle normative europee vigenti, è condizione ineludibile".

I sindacati "dissidenti" stanno lavorando con il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, per garantire la piena operatività della compagnia e, al tempo stesso, per "facilitare la ripresa di trattative a 360 gradi". A riferirlo e' stato il coordinatore del Sdl, Andrea Cavola, al termine di un incontro informale avuto con Fantozzi. Alla riunione ristretta, che si e' svolta presso la sede della Magliana, erano presenti i rappresentanti, oltre che dell'Sdl, di Anpac, Up e Avia. Quanto poi alla proposta di Cai, "se la società è disponibile a modificare alcuni elementi e a fare una trattativa vera, è sempre la benvenuta". Commentando, infine, la decisione degli assistenti di volo dell'Anpav di aderire all'accordo, "questa -ha osservato Cavola- è una libera scelta e l'associazione ne risponderà di fronte ai lavoratori".

Il via libera degli assistenti di volo dell'Anpav è considerato un passo decisivo, un segnale della 'rottura' del fronte del no. Cadranno, uno alla volta, come le foglie in autunno, è quindi l'impressione dei più ottimisti. E la dimostrazione dell'apprezzamento per il gesto degli steward e delle hostess arriva con le parole del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli: "Contribuire ad evitare il tracollo di un'azienda strategica per il Paese come Alitalia - dice - è un gesto di apprezzabile responsabilità". Se si sgretola l'alleanza delle sigle autonome, poi sarà più facile per la Cgil aprire all'intesa, è il ragionamento e la speranza dell'Esecutivo.

Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l'adesione dell'Anpav "è significativa perché non costituisce per essa rinuncia alle legittime opinioni ma la responsabile presa d'atto di una situazione altrimenti senza sbocchi se non quello tragico del fallimento". "Non si tratta di chiedere a qualcuno una forma di resa, ma solo una riflessione sulla gravità dello stato di fatto e sul contributo che ciascuno puo' dare per garantire un futuro ad Alitalia", aggiunge il ministro che questa mattina aveva avvertito che ''non ci sono alternative alla proposta della Cai''.

Il governo cavalca ovviamente senza esitazione la tesi che il peso del fallimento della trattativa debba ricadere interamente sulle spalle delle più intransigenti fra le organizzazioni dei lavoratori, che poi è quanto pensano anche gli italiani. Insomma, sindacati primi colpevoli delle difficili condizioni della compagnia di bandiera ieri come oggi è quanto afferma il governo. E proprio Gianni Letta infatti avrebbe avvertito i ministri di respingere con forza la tesi di quanti, come alcuni esponenti del Pd, sostengono che il fallimento di Air France sia colpa del 'niet' di Berlusconi in campagna elettorale. Se sul recente passato le letture sono anche molto diverse, per il futuro di Alitalia invece governo e Pd si ritrovano concordi nell'auspicare che il fallimento possa essere evitato. Identità di vedute che però mostra una diversa miscela di ingredienti: per l'esecutivo l'italianità va garantita a tutti i costi, mentre i Democratici continuano a vedere di buon occhio l'ingresso di un partner internazionale anche con un ruolo dominante.

Duro il commento di Walter Veltroni che in questi giorni è a New York per la presentazione del suo libro e per comprar casa. Dai microfoni del Tg3 accusa il governo di condotta "irresponsabile e superficiale''. Per il segretario del Pd, tuttavia, ''adesso bisogna fare in modo che si eviti il precipizio'' e le alternative sono due: "Verificare se ci sono ancora le condizioni sulla base delle ulteriori richieste dei sindacati, o se invece il commissario straordinario, invece di dichiarare il fallimento o la messa in liquidazione, possa fare un appello pubblico per vedere se, alle nuove condizioni, ci siano soggetti interessati". Da Forza Italia il portavoce Daniele Capezzone non rinuncia a bollare le sue critiche come "ciniche e irresponsabili" e per di più pronunciate "mentre se ne sta in vacanza in America"

Di diverso avviso il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che attacca: "Non si tratta di una gestione dilettantistica ma di una vera e propria speculazione finanziaria del governo e soprattutto da parte del Presidente del Consiglio, alle spalle dei lavoratori e a danno dell'economia del Paese". "Diffidiamo formalmente Fantozzi ad attivare le procedure fallimentari prima di avere indetto una formale gara per ottenere una manifestazione di interesse da chi si occupa realmente di trasporti aerei e non da semplici avventuristi", conclude.

A chiedere un "sacrificio" a Cai e ai piloti è il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini il quale auspica la chiusura della trattativa in tempi rapidi. A differenza dei Democratici, per l'Esecutivo la salvaguardia del tricolore resta una priorità.

Al piano Cai alternative non ci sono, è infatti il ragionamento che Gianni Letta fa davanti ai ministri in Consiglio dei ministri. Altra certezza, è che non esiste una exit strategy che preveda la rinazionalizzazione, anche temporanea, della compagnia chiesta da più parti ed anche dal presidente del Cosiglio. Un'ipotesi "assurda", è il secco commento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti ai colleghi. Anche perché incapperebbe nei vincoli dell'Europa. Paletti che più tardi vengono confermati dal commissario a Bruxelles per i Trasporti Antonio Tajani. "Qualsiasi rifinanziamento è escluso", spiega il titolare della Farnesina Franco Frattini.

Nessun commento da parte di Silvio Berlusconi alle dichiarazioni del segretario del Pd Walter Veltroni su Alitalia. Arrivando all'Hotel Aran per partecipare a una riunione del Ppe, il premier preferisce non replicare alle parole del segretario del Partito democratico che ha accusato il governo di dilettantismo nella gestione della vertenza relativa alla compagnia di bandiera. Rispondendo a una domanda in proposito, il Cavaliere ha messo il dito davanti alla bocca lasciando intendere che non vuole dire nulla in proposito. Si dice preoccupato il premier per la situazione che si è venuta a creare e rispondendo alla domanda se ci sono novità e spiragli aperti sulla vertenza Alitalia risponde. "La situazione adesso è molto complicata e difficile. E credo che i protagonisti non abbiano capito quali responsabilità si sono assunti".

Sul fronte della trattativa Sacconi sempre in mattinata ha lanciato un appello a tutte le sigle sindacali che non hanno firmato il piano presentato dalla cordata di Colaninno - in particolare alla Cgil - e, alle sue parole, fanno eco quelle del leader della Cisl Raffaele Bonanni. ''Faccio un appello al senso di responsabilità della Cgil: si prenda le proprie responsabilità perché non è più il caso di cincischiare o di cercare spiegazioni''. Bonanni sottolinea che ''non è possibile discutere come se fosse un tempo ordinario: l'azienda è fallita - dice - al punto in cui siamo non c'è più da spiegare niente, c'è solo da decidere se l'azienda sta in piedi o no''. Il numero uno della Cisl spera ancora che Colaninno ''torni in pista'' e ravvisa nella disponibilità da parte della Cgil, ''non solo sul piano industriale ma riconoscendo quello che ha trattato con noi'', la possibilità di ''riprendere la situazione''.

''Sono tutti i lavoratori di Alitalia che devono decidere del loro futuro: a loro spetta valutare se dire sì o no al piano della Cai'' dice il leader della Uil, Luigi Angeletti, sottolineando che ''le decisioni che riguardano i posti di lavoro non possono essere assunte solo dai sindacalisti, tanto più in Alitalia dove questi stessi sindacalisti non sono votati dai lavoratori''.

E disponibile a ''trattare su tutto'' si dichiara il numero uno dell'Anpac Fabio Berti, il quale non ci sta a passare per il 'signor no'. ''Non è vero che non siamo disponibili ad alcun compromesso. Ma i piloti e gli assistenti di volo non ne hanno avuto la possibilità in quanto dalla trattativa era assente l'80% della rappresentanza''. Berti punta il dito contro i confederali, colpevoli di aver condotto ''una trattativa anomala''. ''Hanno discusso quella parte di contratto che invece dovevano delegare. Loro rappresentano meno del 20% della categoria - dice - Dovevano muoversi in modo responsabile richiamando il governo a far sedere al tavolo le organizzazioni di professione''. Anche l'Avia chiede una ripresa dei negoziati. ''Deve iniziare una trattativa concreta - afferma il presidente Antonio Divietri - che non c'è stata fino ad oggi, perché ci siamo visti 25 minuti con l'ingegnere Sabelli, un'oretta in riunione confidenziali con il dottor Letta e il ministro del Lavoro''.

La partita politica che si gioca alle spalle della compagnia di bandiera è ancora aperta. Da una parte c'é Silvio Berlusconi, costretto a incassare la prima seria sconfitta del suo governo e ansioso di evitare il "baratro" magari con un colpo a sorpresa, dall'altra il Partito democratico che non può sconfessare la Cgil, anche se al suo interno le mosse di Guglielmo Epifani hanno sollevato molte perplessità. In fondo, come riconosce Enrico Morando, coordinatore del governo ombra, i sindacati avevano già affondato il piano Air France e questo replay è giunto inaspettato soprattutto in assenza di reali alternative.

British Airways e Lufthansa smentiscono di avere alcun interesse sulla compagnia di bandiera e Air France-Klm risponde con un 'no comment' alle domande su Alitalia, ma par di capire per la mancanza di tempo nell'eseguire una due diligence. Poi c’è la proposta dell’Italia dei Valori di ricorrere all'azionariato diffuso ma ha l'aria di un ballon d'essai. Tuttavia nel Pd si osserva che Cai non ha ancora fatto sapere se si scioglierà o resterà in campo. Si tratta di un aspetto importante: la società è nata ufficialmente per rilevare Alitalia con il "piano Fenice" e una volta verificata l'impossibilità di realizzarlo, logica vorrebbe che si sciogliesse: se non lo farà, potrebbe significare che gli imprenditori italiani hanno deciso di sondare altre strade, magari - secondo una voce delle ultime ore - la possibilità di un intervento più ampio di qualche compagnia straniera nel capitale sociale della nuova Alitalia.

Intanto il presidente dell'Enac Vito Riggio lancia un avvertimento. ''Se non ci fosse nulla di concreto sul tavolo, tempo una settimana o al massimo dieci giorni e gli aerei non potrebbero più alzarsi da terra''. Lunedì, lo stesso Riggio incontrerà il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi. Nel frattempo, la compagnia assicura che i voli continuano ad essere operativi ed ''è possibile prenotare e acquistare regolarmente i biglietti''.

Beppe Nisa/Italia Estera





 
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