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19 set 2008ALITALIA: Dopo Air France anche Cai abbandona. La cronaca della giornata – Si profila lo spettro del fallimento

 Davanti al palazzo milanese dove si è svolta l'assemblea della Cai tra gli slogan gridati dai dipendenti Alitalia 'Meglio falliti che in mano ai banditi'. Sui cartelli si leggeva la scritta 'Cai, compagnia di avvoltoi italiani'.  La storia degli ultimi 20 mesi
 
Di Luciano Lombardini
 
ROMA, 18 SET - Dopo Air France esce di scena anche Cai nel futuro di Alitalia. La decisione della Compagnia Aerea Italiana di ritirare, dopo settimane di confronto, l'offerta per l'ex compagnia di bandiera segna così solo l'ultimo atto di una difficile vicenda che si protrae, ormai, da quasi due anni. Da quando cioé, nel dicembre del 2006, il Governo Prodi decise di cederne il controllo.
 
La decisione dell'assemblea dei soci di Cai  è stata espressa all'unanimità. ''Una delle condizioni più importanti di tale offerta - aggiunge Cai - era costituita dal raggiungimento di un largo accordo sindacale sul piano industriale della 'Nuova Alitalia' e sul contratto di lavoro da dare alla Compagnia aerea. Tale accordo non è stato raggiunto, come dimostrato dalle sole tre lettere di accettazione ricevute da Cisl, Uil e Ugl''. ''La drammatica situazione di Alitalia, molto peggiore di quella che aveva dato luogo ad altre offerte di acquisto in passato, e dei mercati internazionali, non permette di allungare ulteriormente una trattativa che è stata approfondita e che ha portato a numerose concessioni. Ulteriori concessioni e dilazioni metterebbero irrimediabilmente a rischio la realizzazione del Piano. Cai esprime la più profonda delusione nel constatare che non si è realizzata la prima e principale condizione del progetto 'Nuova Alitalia', che avrebbe permesso la nascita di una nuova compagnia aerea competitiva malgrado il momento molto difficile per il settore aereo e per l'economia in generale''.

Davanti al palazzo milanese dove si è svolta l'assemblea della Cai si sono riuniti una cinquantina di dipendenti Alitalia. Tra gli slogan gridati dai lavoratori 'Meglio falliti che in mano ai banditi'. I dipendenti esponevano anche cartelli con la scritta 'Cai, compagnia di avvoltoi italiani'. All'arrivo di Marco Tronchetti Provera, che partecipa con una quota alla cordata, i dipendenti hanno inziato ad applaudire ironicamente e a fischiarlo in modo sonoro.

Alla notizia del ritiro dell'offerta da parte della Cai, all'aeroporto di Fiumicino sono partiti gli applausi dei lavoratori Alitalia, che hanno gridato 'buffoni' e 'via la casta, ora l'asta'.

Intanto, Lufthansa resta interessata al mercato italiano. Lo ha ribadito in serata il portavoce del gruppo tedesco. ''La posizione di Lufthansa non è cambiata. Il mercato italiano resta per il gruppo un mercato interessante ma non facciamo commenti'' sulla decisione della Cai di ritirare l'offerta per Alitalia.  No comment  anche di Air France-KLM dopo il ritiro di CAI della sua offerta per Alitalia. La compagnia francese, che si era detta disponibile a prendere una partecipazione minoritaria nel caso il salvataggio degli imprenditori italiani fosse andato in porto, ha un accordo commerciale con la compagnia italiana di cui detiene anche il 2% del capitale.

"Potremmo essere di fronte ad un baratro" afferma a caldo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che attacca la Cgil e le associazioni dei piloti: "Ci sono pesantissime responsabilità che valuteremo". Per Berlusconi ci sono anche responsabilità politiche da parte dell'opposizione. Il Cavaliere, appena ritornato a Roma da San Giuliano di Puglia, ha detto di essersi sentito ogni tre minuti con il sottosegretario Gianni Letta, che lo ha informato passo passo della situazione della trattativa su Alitalia.

Anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi punta il dito contro "l'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti". "Purtroppo, nonostante la evidente alternativa del fallimento che ora si prospetta, hanno prevalso, in alcuni, una cinica logica politica del tanto peggio tanto meglio - sostiene il ministro - in altri, l'illusione di impossibili interventi pubblici, diretti o indiretti, o di inesistenti soluzioni alternative capaci di riprodurre i vecchi privilegi. Un sincero apprezzamento deve essere rivolto a Cisl, Uil e Ugl che hanno avuto il coraggio di assumere una posizione responsabile".

Immediata la replica del leader della Cgil, Guglielmo Epifani: "Piuttosto che cercare capri espiatori il governo e il premier si assumano invece le proprie responsabilità per come hanno gestito tutta la vicenda e la trattativa con le parti sociali. La Cgil - aggiunge Epifani - si è assunta per intero le proprie responsabilità per evitare il fallimento di Alitalia".

Le sei sigle sindacali Filt-Cgil, Anpac, Up, Anpav, Avia, Sdl si impegnano dal canto loro a garantire l'operatività della compagnia e stanno valutando le possibili misure per intervenire in questa fase. "I lavoratori -ha detto il coordinatore del Sdl Paolo Maras- sono i veri garanti del patrimonio aziendale e della tutela della clientela e degli interessi del Paese. Le 6 sigle sindacali forniranno indicazioni utili per proseguire l'attività operative per individuare le più opportune soluzioni".

Il presidente dell'Avia, Antonio Di Vietri, sottolinea poi che "a garantire che i voli siano regolari è il commissario straordinario Fantozzi e saranno regolari fino a che non sarà lui a dire che non ci sono più le condizioni economiche per volare". Ad assicurare l'impegno a mettere in campo misure che assicurino l'operatività di Alitalia, è stato anche il presidente dell'Anpac Fabio Berti, indicando la possibilità di decurtazioni alle retribuzioni dei piloti. "Nel caso in cui -ha detto- Alitalia dovesse rimanere senza acquirenti, per allungare i tempi di sopravvivenza e trovare altre soluzioni, siamo pronti anche a questi interventi".

Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, però attacca: "Si è voluto giocare alla roulette russa e ogni volta che si gioca alla roulette russa è previsto che parta un colpo. Il colpo è partito. Ora per la responsabilità di pochi pagheranno in molti".

Esprime forte preoccupazione Luigi Angeletti, leader della Uil, secondo cui se Cai ufficializza il ritiro dell'offerta "è una catastrofe sociale perchè purtroppo non si parlerà più di condizione dei lavoratori ma di posto di lavoro. Ed è anche una catastrofe sindacale. l'azienda è morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino. Mi ricorda la vicenda Fiat di 30 anni fa".

A difendere i sindacati di categoria interviene dall'opposizione Pierluigi Bersani, ministro dell'Economia del governo ombra: "Se siamo arrivati fin qui Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui. Purtroppo questo è l'esito di una operazione spregiudicata e irresponsabile che il Governo ha imposto e ha mal guidato''.

In mattinata le cinque sigle autonome (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) e la Filt Cgil avevano concordato una controproposta che è stata inviata alla Cai dopo l'ultimatum lanciato dalla società e scaduto oggi alle 15.50.

I sindacati chiedevano in particolare un negoziato sui tre contratti di lavoro per piloti, assistenti di volo e personale di terra.

In sostanza, le 6 sigle hanno respinto la proposta di contratto unitario aziendale proposto da Cai, assicurando la loro disponibilità ''a sottoscrivere i tre contratti collettivi di lavoro applicati agli addetti di una delle compagnie aeree di riferimento (come ad esempio Lufthansa, Air France o Iberia) opportunamente decurtati nella parte economica certi che l'interesse per il raggiungimento di una più ampia intesa che consenta il rilancio della nuova Alitalia sia prevalente rispetto a qualsiasi strumentalizzazione di ordine ideologico e politico, quali quelle che hanno inevitabilmente invaso il campo di questa difficile e drammatica fase''.

Altro punto fermo posto dai sindacati era la richiesta di discutere sugli esuberi di personale una volta raggiunto un accordo complessivo.

I sindacati si erano detti pronti anche a rivedere la struttura dei salari ''tale da consentire l'invarianza delle condizioni retributive in presenza di un aumento del contrattato della produttività''.

Intanto, piloti e assistenti di volo di Alitalia hanno assicurato voli regolari. La dura trattativa in corso, per ora, non ha avuto infatti ripercussioni sull'operativo della compagnia.
 
Questa la storia degli ultimi 20 mesi:
 
1 dicembre 2006: il Consiglio dei Ministri del Governo Prodi decide la cessione del controllo della compagnia.
– 17 gennaio 2007: decade Cda. L'ad Cimoli resta per l'ordinaria amministrazione.
- 9 febbraio: Berardino Libonati è il nuovo presidente.
- 13 febbraio: cinque le cordate in gara per le offerte non vincolanti: AirOne di Carlo Toto con Intesa-Sanpaolo; il fondo salva-imprese di Carlo De Benedetti M&C; Matlin Patterson Global Advisers; Texas Pacific Europe; Unicredit Banca Mobiliare
- 17 luglio: AirOne è l'ultimo concorrente ancora in corsa: lascia la gara, che fallisce.
- 31 luglio: Libonati lascia, Maurizio Prato presidente.
– 30 agosto: il cda vara un "piano di sopravvivenza" con esuberi, tagli di voli e ridimensionamento di Malpensa.
- 25 settembre: con Prato nuovo tentativo di cessione, tratta direttamente con i potenziali partner su mandato del Tesoro.
- 21 dicembre: il cda sceglie Air France-Klm per la trattativa in esclusiva per la cessione del 49,9% del Tesoro.
- 14 marzo: Air France-Klm presenta l'offerta. Dopo il sì di Alitalia e del Tesoro si va avanti nella messa a punto dell'operazione, aprendo anche il tavolo con i sindacati.
- 18 marzo: comincia tutta in salita la trattativa con i sindacati. In borsa il titolo perde quasi il 50% in due sedute.
- 19 marzo: Spinetta annuncia che gli esuberi sono 2.100. Intanto la vicenda Alitalia entra nella campagna elettorale.
- 20 marzo: il leader del Pdl Silvio Berlusconi rilancia la cordata italiana con AirOne e Intesa, ma la banca smentisce.
- 2 aprile: non c'é accordo con i sindacati. Il numero uno Jean-Cyril Spinetta torna a Parigi: Air France si ritira.
- 4 aprile: Berlusconi chiede che Alitalia resti italiana e promuove il progetto di una cordata tricolore. - 14 aprile: Pdl e Lega vincono le elezioni.
- 22 aprile: il governo uscente concede un prestito ponte da 300 milioni di euro per mantenere in vita la compagnia.
- 30 maggio: il governo assume il compito di individuare il nuovo proprietario. Advisor viene nominata Intesa Sanpaolo.
- 4 giugno: il titolo viene sospeso a piazza Affari.
- 11 giugno: la Commissione Ue apre un'indagine sui 300 milioni del prestito-ponte ma non ne blocca l'utilizzo.
- 26 agosto: nasce la newco con i primi 16 soci, per dare vita alla Compagnia Aerea Italiana. Rocco Sabelli è l'a.d. –
28 agosto: Cdm vara modifica legge Marzano e commissariamento, Augusto Fantozzi indicato commissario della bad company.
- 1 settembre: Fantozzi riceve l'offerta della Cai.
- 4 settembre: governo e sindacati trattano su Piano Fenice.
- 8 settembre: confronto Cai-sindacati entra nel vivo, ma piloti lasciano tavolo su contratto unico.
- 10 settembre: Fantozzi comunica ai sindacati che, senza un accordo, avvierà subito la mobilità.
- 12 settembre: Cai ferma il negoziato; non ci sono le condizioni per procedere nelle trattative.
- 13 settembre: Fantozzi comunica ai sindacati l'avvio della cigs da lunedì e il rischio di stop di alcuni voli per mancanza di carburante. Berlusconi riavvia la trattativa.
- 15 settembre: sindacati a Palazzo Chigi per la firma accordo quadro; per assistenti e piloti è "carta straccia".
- 17 settembre: Cai lancia l'ultimatum: o subito il via libera o ritiro dell'offerta.
- 18 settembre: Sei sigle, tra cui quelle dei piloti, presentano una sorta di controproposta. Cai si riunisce in assemblea e delibera all'unanimità il ritiro dell'offerta.
 
Luciano Lombardini/Italia Estera



 
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