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18 lug 2008DOPO 65 ANNI UNA SCOPERTA: NON FU CEFALONIA MA LA "STRAGE" DI CORFU' IL PRIMO ATTO DELLA RESISTENZA

Parola di Graziella Bettini Presidente dell' Associazione 'Acqui' e 'storica 'rinomata'
 
Una lettera di Massimo Filippini al Presidente  Napolitano e al Ministro della Difesa  La Russa.
 
 
ROMA, 18 LUG.   (Italia Estera) -   Il nostro collaboratore l’avvocato Massimo Filippini (nella foto) in seguito alla notizia pubblicata dall’ASCA, che riportiamo appresso integralmente, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica ed al Ministro della Difesa  La Russa per “chiedere di porre fine allo scempio della verità storica che coinvolge le stesse Forze Armate".
 
Questa la notizia pubblicata dall’ASCA il 17 luglio 2008:
 
"DIVISIONE ACQUI: A CORFU' UN MONUMENTO PER LA STRAGE DI 65 ANNI FA"
(ASCA) - Roma, 17 lug - Dopo 65 anni la Divisione Acqui tornera' per la prima volta a Corfu' in pace. Sara' infatti affidato alla divisione italiana il picchetto d'onore che presenziera' all'inaugurazione il prossimo 8 settembre del monumento ai caduti della Divisione, annientata, nonostante la resa, dalla furia nazista. Sessantacinque anni fa l'armistizio con gli angloamericani segno' infatti l'avvio della strage dei militari italiani sulle isole di Cefalonia e Corfu' per aver rifiutato di consegnare, malgrado la resa, le armi ai tedeschi. L'opera in onore dei caduti della divisione Acqui, sull'isola di Corfu, e' stata realizzata dallo scultore toscano Gianni Villoresi, su iniziativa di Graziella Bettini, presidente dell'associazione nazionale divisione ''Acqui'' con il contributo della Regione Piemonte: due ali in marmo bianco e grigio, di 3,20 metri per 1,70 per 14 centimetri di spessore e dal peso complessivo di circa 2 tonnellate, che si congiungono per testimoniare il dialogo tra i popoli, come quello avvenuto durante questo primo episodio di resistenza tra greci e italiani nonostante questi ultimi fossero fino a pochi giorni prima l'esercito invasore.
 
''La strage di Corfu - ha spiegato la professoressa Bettini - e' meno conosciuta di quella di Cefalonia, ma ha avuto lo stesso svolgimento. Non ci fu una votazione come a Cefalonia, ma tutti decisero di non consegnare le armi. Anzi, e' stato il primo atto di resistenza al nazismo, in quanto comincio' il giorno prima, il 13 settembre, e si concluse tragicamente, qualche giorno dopo, il 25 settembre''.
 
 Non e' mancato un accenno polemico dell'assessore regionale alla cultura del Piemonte Gianni Oliva che ha definito questa iniziativa una risposta ''a chi vuole negare la memoria'', riferendosi alle dichiarazioni ''minimizzanti'' sui numeri della strage dell'assessore acquese alla cultura Sburlati e alla rivoluzione avvenuta nella giuria del premio Acqui formata, ha precisato Oliva da persone ''singolarmente tutte degnissime'', ma tutte inequivocabilmente di orientamento di centrodestra. L'opera, finanziata dalla Regione Piemonte con un contributo di 35mila euro, e' praticamente ultimata, anche se rimangono da sciogliere alcune incertezze riguardanti il trasporto verso l'isola greca. 
(Asca)  
______
 
Detta notizia ha suscitato iI mio sdegnato stupore per la  totale falsità delle dichiarazioni della Presidente dell'ass. ne Acqui G. Bettini e dell' l'Assessore alla Cultura del Piemonte G. Oliva. 
Gli studiosi, infatti, sanno bene che a Corfù non ci fu alcuna strage di soldati ma soltanto 3 Ufficiali e circa 40 soldati caduti durante gli scontri e, successivamente -dopo la resa- la fucilazione purtroppo di 27 UFFICIALI come responsabili della resistenza ordinata ai loro uomini: non si ebbero pertanto 'eccidi di massa' della truppa come la Bettini parlando di "strage di Corfù" dà ad intendere.
A riprova di ciò uno studioso della vicenda  P. Paoletti nel suo  "I TRADITI DI CORFU'" del 2003 scrisse a pag. 11 dell'introduzione:
"Rispetto ai loro colleghi di Cefalonia, il destino per i soldati dislocati a Corfù fu meno sanguinoso, nel senso che qui non ci furono eccidi di massa indiscriminati, ma la loro sorte fu ugualmente tragica, perché altre centinaia di soldati morirono in combattimento, prima sotto le bombe tedesche e poi sotto quelle alleate, sotto quello che oggi si definisce "fuoco amico".
Quanto sopra non è mai stato contestato sia per quanto riguarda le perdite dovute all'azione dei tedeschi che a quelle -ancor più pesanti- di cui furono responsabili gli Alleati con i loro indiscriminati bombardamenti a proposito dei quali  è da ricordare il bombardamento della nave ospedale " Roselli" con a bordo 5.500 prigionieri italiani, gravemente danneggiata il 9. X. '43 da un attacco aereo nel porto di Corfù e l'indomani definitivamente affondata durante un altro raid aereo che fece anche gravi danni alla città e morti tra i prigionieri italiani a terra.
 
Se la Bettini parlando di "strage di Corfù" si fosse riferita alle perdite dovute anche agli attacchi aerei  Alleati ciò sarebbe stato forse accettabile ma poichè ella menziona Corfù addirittura come teatro del 'primo atto di resistenza al nazismo' si deve inevitabilmente concludere che costei o non conosce la storia o peggio, pur conoscendola, l'ha consapevolmente travisata: lo stesso dicasi per l'Ass. re Oliva il quale avrebbe potuto impiegare meglio i 35.000 Euro di contributo alla costruzione di un monumento commemorativo di un' INESISTENTE STRAGE DI CORFU' .
 
E' evidente PERTANTO il mendacio o nella migliore delle ipotesi la più totale ignoranza in quanto affermato dalla Bettini a proposito di una strage che -a suo dire- "ebbe lo stesso svolgimento di quella di Cefalonia''  mentre, come s'è visto, è accertato DOCUMENTALMENTE che la maggior parte dei caduti a Corfù morì addirittura sotto le bombe alleate.
 
Ciò è provato dai Documenti esistenti presso l'Ufficio Storico dello SME ma sembra non interessare affatto alla Bettini -addirittura Presidente dell'Ass. ne Acqui !- e ad Oliva feroce critico del Premio Acqui Storia e dell'Ass. re  alla Cultura di Acqui Sburlati che non ha abboccato alle loro false chimere e non si è piegato ai ricattucci minacciati da Regione e Provincia di negare i fondi alla manifestazione tanto volentieri concessi alle precedenti edizioni fondate su dati storici  ad esse congeniali ancorchè del tutto falsi o falsificati.
Chiedo gentilmente la pubblicazione della presente a commento della notizia da Voi data. Grazie. 
Distinti saluti
 
 avv. Massimo Filippini, Ten. col. AM (ca) Orfano di un Martire di Cefalonia /Italia Estera
 
 
 



 
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