di Mario Sista
SYDNEY, 16 LUG, (Italia Estera) - Come di consueto, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, l’incontro mondiale coi giovani voluto ed ideato per la prima volta da Giovanni Paolo II ventitré anni fa, il Papa rivolge ai partecipanti un messaggio che vuol essere non solo la comunicazione della tematica che caratterizzerà l’evento, ma anche e soprattutto uno spunto per la riflessione cristiana in vista di una crescita nella fede. Il tema di quest’anno a Sydney è tratto dagli Atti degli Apostoli: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni» (At 1,8).
Benedetto XVI affida ai ragazzi una sua riflessione su quella che è la Terza persona della Santissima Trinità, da sempre, nell’ottica cristiana, vista come “anima della Chiesa e principio di comunione”. Se si è cristiani lo si è grazie allo Spirito, se si crede in Cristo è grazie allo Spirito. Ma il Papa non ricorda ai giovani soltanto questo, comunica loro, infatti, che questo stesso Spirito vuole per mezzo loro “suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste”.
Perché questo richiamo alla Pentecoste? Perché si legge nella Scrittura che in questo giorno gli Apostoli, fino ad allora timorosi e impauriti, furono dallo Spirito disceso sotto forma di lingue di fuoco interiormente trasformati e resi intrepidi annunciatori del Vangelo. Perciò, ribadisce il Papa “è importante che ciascuno di noi Lo conosca, entri in rapporto con Lui e da Lui si lasci guidare. Ma - continua il Pontefice - a questo punto sorge naturalmente una domanda: chi è per me lo Spirito Santo? Non sono infatti pochi i cristiani per i quali Egli continua ad essere il "grande sconosciuto". Difatti, per la stragrande maggioranza dei cristiani lo Spirito è veramente uno sconosciuto. Questo perché è difficile, per le categorie umane, comprenderlo. Lo Spirito è per lo più quel “Maestro interiore”, così lo chiama Benedetto XVI, che non solo introduce alla fede, ma permette “di viverla ogni giorno in pienezza”.
Nel suo messaggio Benedetto XVI sottolinea molto i luoghi teologici in cui è possibile incontrare la salvezza operata per mezzo dello Spirito: i Sacramenti, in particolar modo quelli cosiddetti dell’Iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima ed Eucaristia, segni efficaci della presenza di Cristo, mezzi materiali in cui non solo è significata, ma anche attuata la salvezza di Gesù. Ai giovani, dunque, il compito di viverli con fede per essere strumenti docili per l’evangelizzazione del mondo.
Il Papa conclude il suo messaggio invitando i giovani ad avere coraggio nel “promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore”. E’ una novità, questa. Benedetto XVI, infatti, con questo invito vuole responsabilizzare i giovani circa il potere che hanno di avvicinare i loro coetanei a Cristo. Chissà se da Sydney non nasca un nuovo stuolo di evangelizzatori capaci di diffondere il messaggio cristiano in modo nuovo e… giovane.
Mario Sista/Italia Estera