ROMA, 14 LUG. (Italia Estera) - "Oltre al danno degli improvvisi e ingiustificabili tagli per oltre 32 milioni di euro nel solo 2008 al già magro e dissestato bilancio della Farnesina per servizi e assistenza ai connazionali nel mondo, i cittadini italiani all'estero sono costretti anche a subire la beffa della loro virtuale scomparsa da una nuova norma di politica economica, quella della soppressione dell'ICI sulla prima casa, che avrebbe dovuto alleggerire la stangata del governo Berlusconi all'intera comunità nazionale".
Così dichiarano i senatori del Partito Democratico della circoscrizione Estero, Claudio Micheloni (Europa) e Nino Randazzo (Africa-Asia-Oceania-Antartide), cofirmatari di quattro emendamenti al disegno di legge in esame alla Commissione Bilancio del Senato "recante disposizioni per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie", già approvato dalla Camera dei deputati il 1° luglio e calendarizzato nell'aula di Palazzo Madama per mercoledì 16 c.m.
Si tratta del ddl n°866 di conversione in legge del decreto-legge 27 maggio 2008 n°93, nel quale figura, all'art.1, l'abolizione dell'imposta comunale sugli immobili (ICI) a partire dal 2008 senza il benché minimo riferimento alla situazione dei proprietari di immobili residenti all'estero, in favore dei quali, invece, una precisa norma del governo Prodi, ora soppressa, prevedeva un'agevolazione supplementare a quella già esistente in precedenza per la prima abitazione e che in moltissimi casi sarebbe equivalsa ad una quasi totale esenzione dall'imposta. Se l'articolato della 866 dovesse passare nell'aula del Senato nella formulazione approvata dalla Camera, diecine di migliaia di italiani all'estero con una modesta abitazione in patria, dimenticati e innominati in questa occasione da un governo che aveva largheggiato in promesse, programmi e impegni di equità fiscale nel corso della recente campagna elettorale, dovrebbero farsi carico del pagamento dell'intera imposta comunale.
"Per colmo - dichiarano ancora i senatori Micheloni e Randazzo - il ponderoso disegno di legge, il cui titolo "Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie" presenta contenuti oggettivi che vanno in senso diametralmente opposto, come concordano i più autorevoli commentatori della stangata, falcidia anche i capitoli del bilancio del Ministero degli Affari Esteri relativi a servizi e assistenza agli italiani nel mondo, considerando anche questi tagli come strumenti compensativi dello sgravio ICI. Vengono intanto ridotte, in alcuni casi dimezzate e in altri azzerate, le risorse per le comunità all'estero nei settori delle iniziative culturali, dell'insegnamento linguistico, dell'assistenza diretta, dei servizi consolari. L'esclusione, poi, dei residenti all'estero proprietari di casa dall'esenzione dell'ICI ha tutta la forma e la sostanza, più che di una dimenticanza, di un'autentica discriminazione".
"E' possibile e auspicabile anche in extremis - concludono i due parlamentari - rimediare a una misura ingiusta che, se applicata, si tradurrebbe, oltre che in un danno economico, in un'immeritata offesa dei connazionali nel mondo, sempre descritti da maggioranza e opposizione col luogo comune di "risorsa economica per l'Italia". Gli emendamenti presentati vanno appunto in questo senso". (Italia Estera).