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25 giu 2008CGIE: Il Comitato di Presidenza incontra Gianfranco Fini

IL SEGRETARIO CAROZZA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA: LA RIFORMA ISTITUZIONALE PUNTO DI PARTENZA DI UN “SISTEMA” PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO

ROMA, 26 GIU (Italia Estera) - Uno scambio di vedute al di fuori delle formalità istituzionali ha caratterizzato oggi l’incontro del Comitato di Presidenza del CGIE con il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, presente il Sottosegretario agli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo, Sen. Alfredo Mantica.

Al centro della riflessione: da una parte le preoccupazioni del Comitato di Presidenza del CGIE, a nome delle comunità all’estero, per un quadro finanziario pesantemente riduttivo delle risorse da destinare alle comunità italiane nel mondo nella programmazione triennale (2008/2010), dall’altra il vivo interesse per l’apertura della “stagione delle riforme istituzionali” per una concreta partecipazione dei connazionali all’estero alla vita del Paese.

Quanto al primo punto, il Comitato ha potuto rilevare l’interesse e la sensibilità del Presidente della Camera nei confronti delle esigenze delle comunità all’estero a fronte di interventi che – come hanno sottolineato gli esponenti del CGIE - decurtano importanti finanziamenti in settori decisivi per il futuro della presenza italiana, soprattutto nei Paesi oltreoceano. Fra questi gli strumenti finanziari destinati alla promozione della lingua e delle scuole italiane all’estero. Argomento sul quale piena è stata la condivisione del Presidente della Camera, come l’attenzione che lo stesso Fini ha espresso nei confronti della Conferenza dei giovani italiani o di origine italiana all’estero prevista per il prossimo mese di dicembre ed alla quale lo stesso Governo annette grande rilevanza. Un impegno di evidente rilevanza per il mantenimento della rete dei collegamenti con l’estero.

Ma l’incontro con il Presidente della Camera ha permesso un ampio scambio di vedute anche sul tema delle riforme istituzionali. Argomento al centro del dibattito dello stesso CGIE per le implicazioni che esso comporta in vista della riforma del principale organismo di rappresentanza collegiale dei connazionali all’estero.

“Una riforma della quale il CGIE sta ripensando i termini rispetto al documento licenziato lo scorso anno dalla stessa Assemblea Plenaria alla luce dell’esperienza maturata e delle difficoltà incontrate dai Parlamentari della Circoscrizione estero in rappresentanza di un collegio che corrisponde ad una dimensione mondiale.” A farlo presente il Segretario Generale Elio Carozza che ha evidenziato come il Consiglio sia oggi entrato in una fase matura della propria esistenza grazie anche allo stretto rapporto venutosi a determinare con i Comites e la rete dell’Associazionismo italiano all’estero, oltre che con i parlamentari all’estero, divenendo punto di riferimento del “sistema” italiani nel mondo.”

“Naturalmente – ha aggiunto Carozza - tutto dipendera’ dalle decisioni che verranno assunte in sede parlamentare ed i tempi che richiederà l’operazione di modifica costituzionale, alla luce della bozza Violante”.
“In questo quadro - ha aggiunto il Segretario Generale del CGIE - le due rappresentanze – Camera e Senato - potrebbero assumere un ruolo diverso nel contesto di una politica che consideri gli italiani all’estero parte intrinseca del “sistema” Paese e, dunque, di tutte le sue componenti, dal livello nazionale a quello degli enti Regione fino al livello locale dei Comuni”.
“La nascita del Senato Federale, il Senato delle Regioni – ha proseguito Carozza - potrebbe rappresentare il luogo della rappresentanza “forte” degli italiani all'estero, mentre la rappresentanza alla Camera permetterebbe il collegamento delle politiche nazionali con quelle per gli italiani all'estero“.
In sostanza, “gli italiani all’estero rappresenterebbero la “ventunesima” Regione italiana all'estero eletta dal Consiglio degli italiani all'estero, che assumerebbe la stessa funzione dei Consigli regionali, a livello nazionale. Il che, naturalmente, impone - ha fatto presente il Segretario Generale da parte del CGIE - la necessità di considerare una riforma diversa da quella espressa fino ad oggi dal Consiglio per prendere in seria considerazione l'ipotesi dell'elezione diretta dei suoi membri da parte delle comunità all'estero”.

“Per questo – ha concluso Carozza - ritengo sia opportuno procedere di pari passo nella riforma del CGIE rispetto alle riforme costituzionali annunciate. E se occorrerà, il CGIE dovrà attendere che il cammino della riforma costituzionale sia più chiaramente definito, prima di varare la propria riforma”.
“Attendiamo, pertanto, con grande attenzione – ha fatto presente il Segretario Generale del CGIE al Presidente della Camera Gianfranco Fini - i passi in avanti di questa riforma che acquista anche per gli italiani all’estero il senso del futuro collegamento con il Paese e le sue istituzioni”. (Italia Estera).




 
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