Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
13 giu 2008UNIONE EUROPEA: Il commento dei RADICALI per il NO dell'Irlanda al Trattato di Lisbona

Pannella, "è giunta l'ora di passare al contrattacco". Bonino: il metodo intergovernativo non piace ai popoli europei

ROMA, 13 GIU (Italia Estera) - "Alla fine il popolo si è espresso così", questo il primo commento del ministro della Giustizia irlandese, Dermot Ahen alla bocciatura del Trattato di Lisbona con il referendum. Il verdetto irlandese rischia ora di far fallire l'Unione o quanto meno di rallentare i processi di unificazioni messi in atto. Sarà ora compito della Francia di Sarkozy, che rileverà la presidenza di turno dell'Ue il primo luglio, gestire questa difficile e forse imprevista situazione.

Sui rischi di fallimento dell'Unione si è pronunciato Marco Pannella. "E' ora, per i veri federalisti europei , di ''passare al contrattacco'' ha detto il leader radicale dopo il no irlandese al referendum sul Trattato di Lisbona che ha visto "al massimo il 20% degli elettori irlandesi pronunciarsi a favore di questa ennesima proposta di liquidazione della patria europea da parte di una Europa delle patrie, che ha perso ovunque, rapidamente, la sua immensa popolarità non solo d'altra parte nell'Europa dei Ventisette, ma anche in tutti gli altri Paesi candidati all'adesione come la Turchia''.
Per Pannella ''il Parlamento europeo è responsabile di avere subito l'imposizione di tempi antiparlamentari, sostanzialmente militari, per assecondare questa proposta di Trattato''.
''A questo punto - ha aggiunto - è giunta l'ora per i federalisti, per i federalisti europei che si ispirano ai trattati costitutivi e alla grande opera degli Spinelli, degli Adenauer dei Schumann, dei De Gasperi, di passare al contrattacco. Come radicali non mancheremo in ogni sede di parlamenti nazionali, di Parlamento europeo, di farlo''.

"Errare humanum est, perseverare est diabolicum, dice un antico detto mai tanto vero come in questa occasione. Una delle ragioni principali del fallimento della Costituzione europea - ha sottolineato Emma Bonino, vice presidente del Senato -, affondata nel 2005 dagli elettori francesi ed olandesi, furono le 380 pagine di burocratese stretto presentate al voto popolare. Col "Trattato di Lisbona" che del testo originale voleva essere una sorta di edizione minore, si sono sfoltiti i paragrafi, ma è rimasta l'impossibilità di spiegare in parole semplici cosa vi era contenuto e perché.
Da ministro per le politiche europee del governo Prodi, e da radicale, come si ricorderà non feci salti di gioia per il compromesso raggiunto nel giugno scorso dai capi di stato e di governo europei per annacquare il testo originale e giungere ad un Trattato "light". Molto, troppo per noi radicali, era stato sacrificato sull'altare della realpolitik finendo per trasformare il "progetto europeo" in un guazzabuglio di pesi e contrappesi per loro natura lontani mille miglia dallo scaldare le folle ed appassionarle ad una visione ed un progetto condiviso.
Anche il metodo del negoziato al chiuso di ovattate stanze diplomatiche fa si che magari si raggiungono raffinatissimi equilibri che non scontentano nessuno dei 27 stati membri, ma che poi hanno il difetto di non essere digeribili per l'opinione pubblica, semplicemente perché incomprensibili all'uomo comune.
C'è evidentemente insofferenza di un Europa delle istituzioni senza una vera Europa politica. Occorre ad esempio che i partiti politici "europei" lo diventino veramente, europei e transnazionali, e non siano come oggi mere giustapposizioni di realtà nazionali; occorre che alle prossime elezioni europee ci si candidi in nome di un progetto per l'Europa, di qualsiasi segno, e non per contare le proprie forze a livello nazionale.
Il voto dei cittadini va sempre rispettato. Ma adesso non ci serve una nuova "pausa di riflessione". L'Europa è rimasta l'unica a riflettere in cui tutti fanno i fatti e, in definitiva, decidono anche per noi.
Oggi - conclude Emma Bonino - riavviare il percorso europeo è più difficile. Esso resta il più valido intrapreso dal dopoguerra. Occorre coraggio e visione, quelli che avevano Spinelli e gli altri autori del Manifesto di Ventotene. Occorre cambiare metodo di negoziato e modalità di ratifica.
Il progetto europeo, gli Stati Uniti d'Europa si possono e si devono fare con chi ci sta. Non puntarci, chiuderci in noi stessi, quella sarebbe davvero una follia". (Italia Estera).




 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati