di Alfonso Maffettone
NAPOLI, 10 GIU, (Italia Estera) – C’è chi pubblica una inserzione sui giornali per ritrovare il proprio cane o per avere notizie di un proprio caro smarrito o malato di alzahimer e c’è chi si rivolge alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Ma è veramente singolare la lettera di una americana, storica di professione, pubblicata dal giornale Il Mattino di Napoli che chiede notizie dell’ “adorata figlia di Attilio Teruzzi”, (NELLA FOTO) uno dei più importanti gerarchi fascisti, pluridecorato al valore militare, Ministro delle Colonie dal 1939 al 1943 e deceduto a Procida nel 1950.
Che fine ha fatto Mariceli Teruzzi?. E’ il titolo della missiva di Victoria de Grazia, docente alla Columbia University e interessata a mettersi in contatto con l’unica discendente del famoso ministro mussoliniano perché, come dichiara, sta scrivendo un libro sulle vicende familiari dei capi fascisti.
Fortunatamente Mariceli Teruzzi non ha fatto nessuna fine. E’ viva e in buona salute come si può essere a 70 anni. Abita in via Campana a Pozzuoli (Napoli). Appena ha letto il giornale l’ha fatto in mille pezzi. Un gesto scaramantico che avrebbe compiuto chiunque nell’apprendere di essere il destinatario di un interrogativo così tragico.
Persone a lei care hanno riferito che Mariceli si è addolorata nel leggere improvvisamente, dopo tanti anni, la storia della sua infanzia scritta in poche righe da De Grazia secondo l’ esigenza della comunicazione giornalistica. Una infanzia trascorsa a Procida dove viveva con la madre Yvette Blank che gestiva una pensione “la Caravella” per stare “accanto a suo padre detenuto nell’isola per responsabilità politiche fasciste”, lei vittima innocente della guerra, del rivolgimento politico e dell’epurazione.
Mariceli era piccolissima quando lasciò Villa Celestina, il bellissimo edificio fatto costruire dal Ministro a Castiglioncello e divenuto di proprietà del demanio per la confisca dei beni che seguì la disfatta del fascismo. Quindi la morte di Attilio Teruzzi venti giorni dopo la sua liberazione a Procida, una tragedia nella tragedia.
Gli anni diventarono sempre più difficili per Mariceli e la madre prive dei beni confiscati dallo stato e costrette ad accontentarsi di modesti lavori per sbarcare il lunario. Poi venne l’amore: il matrimonio di brevissima durata con un benestante napoletano, il divorzio e le seconde nozze con un professionista ventotto anni più anziano di lei , l’avvocato Domenico Grimaldi, assicuratore, ex campione di pallanuoto del famoso settebello della Rari Nantes Napoli e brillante “uomo dei circoli nautici napoletani”. Nacquero due figlie, Fiammetta, oggi 44 anni e Francesca, 42 entrambe inserite nel mondo del lavoro, la prima nel settore assicurativo e l’altra nelle telecomunicazioni.
L’ unione non fu sempre felice: lui un carattere gioviale ed estemporaneo morì diversi anni fa dopo lunga malattia assistito amorevolmente da Mariceli, Fiammetta e Francesca; lei, tormentata dai ricordi del passato, provò per un certo periodo a nebulizzarli con il gioco delle carte nei circoli nautici. Un carattere introverso ed a volte ribelle che l’ha relegata ora nel suo appartamento di Pozzuoli dove guarda tutto il giorno la televisione e fuma sigarette.
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Alfonso Maffettone/Italia Estera
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UN PO' DI STORIA
CENNI BIOGRAFICI
Attilio Teruzzi nasce a Milano nel 1882, ufficiale, gerarca fascista e uomo politico. Intraprende studi militari e nel 1911, in qualità di Ufficiale, partecipa alla guerra Italo-Turca prendendo parte con successo alla conquista di Misurata, azione che gli vale la medaglia di bronzo. Rimasto in Libia entra vittorioso a Nalut e viene ferito in battaglia a Fezzan, guadagnadosi stavolta una medaglia d'argento. Durante la prima guerra mondiale Teruzzi viene promosso capitano e nel 1916 riceve un'altra decorazione. Nel 1920 tuttavia si congeda dall'esercito per aderire al Partito Nazionale Fascista, di cui viene nominato vice-segretario nel 1921. L'anno seguente è uno degli artefici della marcia su Roma e guida verso la Capitale le squadre dell'Emilia-Romagna.
Nel 1924 è eletto deputato per la prima volta. Sottosegretario al ministero degli Interni dal 1925 al 1926 e Governatore della Cirenaica dal 1926 al 1928, nel 1929 diviene Capo di Stato Maggiore della Milizia fino al 1935. Dal 1937 al 1939 è sottesegretario al ministero dell'Africa Italiana, che passa a guidare in prima persona come Ministro delle Colonie dal 1939 al 1943, succedendo ad Alessandro Lessona.
Durante la guerra civile spagnola, viene nominato da Mussolini Luogotenente generale ed Ispettore delle truppe. Dopo il 25 luglio del 1943 e l'armistizio di Cassibile, aderisce alla Repubblica Sociale Italiana di cui fu uno dei capi maggiori. E' una delle maggiori figure del fascismo, al quale ha dedicato tutta la sua attività. Presente a tutte le sedute del Gran Consiglio, sempre ascoltatissimo, è uno dei collaboratori più fidati ed apprezzati dal Duce.
Nel '43 Badoglio lo fece arrestare e non tornerà più a Castiglioncello dove ha abitato a lungo dal 1932 al periodo bellico a "Villa Celestina" (dal nome di sua madre) che ne é stato il costruttore e proprietario. Villa Celestina finisce al centro di una trattativa fra la figlia del Teruzzi, Mariceli, ed il Demanio che ne rivendicava la proprietà, ottenendola nel 1948 per rinuncia della controparte. Diventò quindi proprietà dello Stato come bene di guerra e data in uso all'Amministrazione Comunale.
Nel 1945 il tribunale militare di Badoglio condannò Teruzzi a 6 anni e tre mesi, ma l'ex generale riuscì ad evitare la condanna e si ritirò a vita privata nell'isola di Procida dove si spense nel 1950.