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05 giu 2008FAO: Conferenza di Roma, dibattiti ed appelli ma la fame si aggrava nel mondo

Il Ministro Frattini: “deludente il documento finale”, i biocarburanti un nodo da sciogliere


di Alfonso Maffettone

ROMA, 6 GIU, (Italia Estera) – La Conferenza della Fao a Roma si è chiusa con un mezzo flop.“Un documento deludente”, cosi’ il Ministro degli esteri Franco Frattini ha definito la dichiarazione finale dopo tre giorni di lavori. I 550 rappresentanti di 183 paesi non hanno adottato misure all’altezza di ridurre la fame nel mondo che colpisce 850 milioni di persone. Hanno approvato a fatica un documento che il direttore della Fao, Jacques Diouf ha letto tre ore dopo l’ora annunciata, un segno dei gravi contrasti che hanno animato l’assemblea.

Il vertice non è fallito grazie agli aiuti per 6,5 milardi decisi da Paesi ed organizzazioni: la Banca Mondiale ha promesso 1,2 miliardi di dollari, gli Usa 1,5 miliardi, la Francia 1,5 miliardi su 5 anni, il Regno Unito 590 milioni di dollari.
L'Italia si e' impegnata a versare 190 milioni di euro più del doppio rispetto al passato. Ma lo sforzo non ha ricevuto adeguato corrispettivo. Frattini ha detto che la dichiarazione finale è stata “molto diluita rispetto alle ambizioni iniziali. ”Se i leader mondiali non si mettono d’accordo per evitare gi sprechi in una situazione di drammatica emergenza alimentare questo preoccupa”, ha aggiunto il ministro.

La dichiarazione di Roma è il classico esempio di genericità ossia di come si può discutere a lungo ed accanitamente senza affrontare i problemi. Il documento afferma la necessità di dare “cibo a tutti” entro il 2015 ma non indica né la strada né il percorso per raggiungere l’obiettivo. Esperti e tecnici si aspettavano che l’assemblea della Fao, alla quale hanno partecipato 50 capi di stato, avesse indicato un sistema contro le speculazioni sui prezzi alimentari i più alti in termini reali negli ultimi 30 anni e causa di fame e rivolte nei paesi più poveri del mondo. Inoltre era anche attesa una posizione sui biocarburanti accusati dei forti rincari agricoli.. Ma Stati Uniti e Brasile, due paesi diversi per politica ed economia e primi nel mondo nella promozione dei biocarburanti, hanno fatto fronte comune ed hanno difeso le loro produzioni di etanolo dai mais e canna da zucchero.
Il documento della Fao si è cosi limitato a dichiarare che il biofuel è “una sfida” e che servono più ricerche sul nuovo e controverso argomento. Contenti gli americani e i brasiliani ma anche gli sceicchi del Golfo che, non sentendosi minacciati da nuove fonti energetiche, potranno continuare ad aumentare i prezzi del petrolio.

Altro argomento passato sotto silenzio è stata la biotecnologia. I prodotti geneticamente modificati potrebbero essere cruciali per migliorare l’agricoltura mondiale secondo molti paesi , primi fra tutti gli Stati Uniti. Ma nessun riferimento al riguardo si trova nel documento di Roma che suggerisce solo più investimenti in “scienza e tecnologia per cibo ed agricoltura”.

Il terreno del confronto più forte sono stati , il protezionismo, l’import e l’ export, le tariffe doganali. L’Argentina si è opposta ad eliminare la tassa sull’export di granaglia che potrebbe essere fra le cause della volatilità dei prezzi e non ha accettato una mediazione dell’ Ue.
L’Unione Europea, allora, si è opposta all'Argentina e si è schierata con Usa, Medio Oriente, Africa e Oceania. I cubani ed altri paesi latinoamericani sostenevano che la dichiarazione non criticava le nazioni più ricche per la loro politica in favore dei sussidi all’agricoltura. I cubani, in una chiaro riferimento all’embargo, volevano che si condannasse la politica aggressiva degli Stati Uniti che usano l’agricoltura come arma di potere.

La conferenza della Fao, come era da aspettarsi, è stata sovraccaricata da interessi nazionali e settoriali dei paesi partecipanti. In compenso, se un merito ha avuto, è stato quello di porre in tutta la sua gravità all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale il flagello della fame nel mondo e del rincaro dei prezzi agroalimentari.




 
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