Il leader iraniano e Mugabe protagonisti negativi della prima giornata, il saluto del Presidente Giorgio Napolitano, intervento del premier Silvio Berlusconi
di Alfonso Maffettone
ROMA, 3 GIU, (Italia Estera) – Venticinquemila volantini con la scritta “Non ti vogliamo’’ e un corteo di ebrei per le strade di Roma contro il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad (NELLA FOTO) che continua a ripetere all’infinito le sue minacce per l’eliminazione di Israele dal mondo. Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe (NELLA FOTO)attacca l’Occidente come la causa di tutti i mali proprio lui che ha portato alla fame il suo paese una volta granaio d’Africa.
La conferenza della Fao a Roma, nel suo giorno di esordio, si è trasformata in una tribuna mediatica dei due leaders meno graditi all’Unione Europea e all’Occidente per il loro antagonismo e per la spietata politica di repressione delle libertà fondamentali.
I temi del summit –la sicurezza alimentare ed i cambiamenti del clima – hanno rischiato di finire in secondo piano nonostante il tragico bilancio di 262 milioni di persone colpite annualmente da disastri provocati dal clima e la crisi innescata dall’impennata dei prezzi alimentari che ha portato ad un aumento della fame e della malnutrizione nel mondo.
Mahmud Ahmadinejad, che arricchisce l’uranio in violazione dei divieti dell’Onu, ha criticato gli organismi decisionali del Palazzo di vetro, controllati da paesi che "pensano solo ai loro interessi" e ha attaccato, come da copione, gli Stati Uniti, l'occidente e Israele.
Bush? “Sta pensando ad un attacco militare contro Teheran ma non riuscirà mai a farlo” ha sostenuto il presidente. Sull’eliminazione di Israele, l’ex volontario delle guardie rivoluzionarie iraniane ha detto di aver parlato degli "sviluppi che si stanno verificando" e che gli analisti ne "sono consapevoli".
Mugabe, ormai ottaquattrenne, ha ricevuto un visto d’ingresso in Italia solo per la partecipazione al vertice della Fao. La sua presenza a Roma è stata definita “oscena”. Ha attaccato l’Occidente e le organizzazioni non governative a sostegno della decisione del suo governo di annullare il programma di aiuto “Care” a 500 mila infelici, fra orfani e anziani, che vivono sono il suo spietato ed irrazionale potere.
“Queste organizzazioni stanno incanalando i loro fondi all’opposizione che mi vuole fare fuori”, ha detto Mugabe in una conferenza stampa senza risparmiare anatemi ai suoi avversari che hanno legittimamente vinto il primo turno delle elezioni politiche in Zimbabwe e che egli sta perseguitando e ostacolando con tutti i mezzi.
Sui temi della conferenza, il direttore generale della Fao Jacques Diouf ha indicato che è necessario un piano d’azione di 30 miliardi di dollari l’anno per uscire dalla crisi alimentare mondiale e "permettere a 862 milioni di affamati di godere del più fondamentale dei diritti umani: quello al cibo, e quindi alla vita". "Solo con risorse di questo ordine di grandezza - ha spiegato Diouf - si potrà finalmente cacciare lo spettro dei conflitti sul cibo che si sta profilando all’orizzonte".
“ Il mondo ha bisogno di produrre più derrate alimentari: occorre aumentarle del 50% entro il 2030 per far fronte allo sviluppo della domanda", ha detto a sua volta il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. “Politiche puramente assistenziali non possono funzionare, perché provocano solamente distorsioni dei mercati e fanno salire i prezzi" , ha incalzato Ban Ki Moon facendo appello alle nazioni perché non adottino misure di questo tipo e puntino invece "immediatamente" su "esportazioni, basate sull’analisi oggettiva sopra le parti e senza interessi a breve termine".
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo indirizzo di saluto al vertice della Fao, ha osservato che ora "emerge l’imperiosa necessità di politiche coordinate a livello mondiale" per "fronteggiare l’allarmante emergenza". " Si può e si deve riconoscere la necessità di politiche e di interventi che abbiano il loro quadro di riferimento e le loro espressioni operative nel sistema delle Nazioni Unite" ha detto il capo dello stato il quale ha sostenuto che non si può fare affidamento solo sulle “ virtù riequilibratrici del mercato” per uscire dalla crisi alimentare.
"E' il tempo delle azioni rispetto a quello delle parole". Così, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi propone di togliere gli aiuti umanitari dai conteggi degli impegni di bilancio che ogni Stato prende con l’Unione europea. "Bisogna mettere a disposizione risorse concrete - sottolinea Berlusconi - per una comune azione che ha come base la disponibilità economica da parte di tutti i Paesi". Di qui la proposta di "togliere dai conti dei trattati europei ciò che i vari Stati possono utilizzare per affrontare questa emergenza". Un impegno che l’Italia si prende quando avrà la presidenza di turno dell’Ue, perché, osserva Berlusconi, "questo dato per noi è un punto strategico.
Nel messaggio inviato al vertice della Fao sull’emergenza alimentare e letto dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, Benedetto XVI invita i Paesi più industrializzati a "colmare il crescente divario fra ricchezza e povertà": "La grande sfida di oggi è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà, nel rispetto e nella volorizzazione nell’apporto di ogni componente umana". Il Papa chiede "riforme strutturali a livello nazionale" e un impegno "arduo e complesso". "Le attuali difficoltà - osserva il Pontefice - mostrano come moderne tecnologie non siano sufficienti, come non lo sono l’invio degli aiuti". È necessaria "un’azione politica" ispirata a "un modello di vita, di educazione, cultura e religiosità".
Il présidente brasiliano Lula da Silva , capo del secondo paese produttore d'étanolo dopo gli Stati Uniti, ha affermato che "i biocarburanti", accusati di aggravare i prezzi delle derrate, "non debbono essere banditi". “Essi possono al contrario divenire un mezzo importante per uscire dall’insicurezza alimentare", ha detto Lula.
Alfonso Maffettone/Italia Estera