di Alfonso Maffettone
NEW YORK, 4 MAG, (Italia Estera) – Le primarie di martedi’ 6 maggio in Indiana e North Carolina potrebbero essere decisive per la nomination democratica alle elezioni presidenziali americane del 4 novembre. Il responso delle urne potrebbe finalmente indicare chi sara’ l’avversario del repubblicano John McCain fra Barack Obama e Hillary Clinton, i due candidati da mesi in lotta in un estenuante testa a testa.
La vittoria di sabato del senatore afroamericano a Guam, minuscola isola delle Marianne nel Pacifico, non e’ servita a fare chiarezza. Appena sette voti di vantaggio sulla Clinton e solo otto delegati in palio: un impatto minimo sulla conta dei delegati alla Convenzione nazionale democratica e zero sulla consultazione di novembre perche’ i nativi di Guam, pur essendo cittadini americani, non hanno diritto al voto nelle elezioni generali.
L’ attenzione si concentra necessariamente sulle primarie in North Carolina e nell’ Indiana, due stati ricchi di un totale di 187 delegati ma difficili per entrambi i candidati. Obama appare favorito in North Carolina che ha una numerosa comunita’ afroamericana, la Clinton in Indiana che ha un forte elettorato bianco, quello degli operai , rivelatosi il suo baluardo anche in altre regioni. Ma non e’ detto che debba andare cosi’: l’ex first lady ha accorciato le distanze nelle intenzioni di voto da Obama il quale appare in fase di stallo a causa dei suoi legami con il rev. Jeremiah A. Wright junior. Ma e’ anche opinione comune che l’ elezione ad una carica politica in Indiana puo’ essere molto dura. Politicamente, culturalmente, economicamente, linguisticamente si possono individuare almeno tre identita’ dell’Indiana ma volendo anche di piu’ quattro,o cinque e giu’ di li’.
Alla vigilia delle votazioni i due candidati si sono affrontati in un duello televisivo ad Indianapolis. La Clinton e’ apparsa molto aggressiva: ha sfoderato l’arma economica per le industrie in crisi dichiarandosi favorevole alla sospensione per tre mesi della tassa sulla benzina in un singolare accordo con l’ avversario repubblicano McCain. “ Ho visto che i camionisti qui hanno difficolta’ a fare il pieno”, ha detto l’ ex first lady. Inoltre, sollecitata dal conduttore , ha ripetuto la sua minaccia contro l’Iran dello scorso mese: una volta eletta presidente non avrebbe remore a sferrare un attacco contro Teheran se Israele dovesse diventare il bersaglio nucleare di questa nazione.
Obama, dal canto suo, e’ stato sulla difensiva quando gli e’ stato chiesto di ricusare la sua amicizia con il reverendo estremista Wright, quello che disse “Dio stramaledica l’America” ed ha definito demagogica la proposta di Clinton sulla benzina. “Far risparmire 38 centesimi di dollaro al giorno ai camionisti non significa risolvere i loro problemi economici”, ha affermato il senatore.
Obama ha poi dismesso come una dichiarazione alla Bush, il proposito bellicoso della Clinton contro l’Iran. “Dobbiamo introdurre a Washington un nuovo linguaggio e non continuare ad usare quello duro del Presidente mentre si adottano strategie che rafforzano Teheran”.
Ricorrendo a queste risposte Obama ha rispolverato la tattica di inizio primarie quando si presento’ come il candidato dell’antipolitica in contrapposizione alla ex first lady espressione dei poteri forti di Washington. E’ chiaro che il senatore, tuttora favorito nei pronostici, punta martedi’ ad un successo pieno che possa garantirgli la nomination.
La gara, comunque, si risolvera’ al fotofinish per pochi voti di vantaggio. Ma chiunque sara’ il vincitore Obama o laClinton, sara’ necessario l’aiuto dei 796 super delegati altrimenti nessuno dei due raggiungera’ i 2025 delegati per l’investitura democratica.
Alfonso Maffettone/Italia Estera
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