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22 apr 2008Berlusconi e l’Algeria / di Franco Santelloco

Di Franco Santelloco
ALGERI, 22 APR. (Italia Estera) - Il popolo algerino è capace di vivere gli avvenimenti politici con grande eccitazione ed una straordinaria partecipazione emotiva.
La lotta di liberazione fu combattuta con entusiasmo in condizioni di vita durissime, che non piegarono, neppure nei momenti più duri, la determinazione a conquistare indipendenza e dignità nazionale.
La morte di Boumedienne, che aveva imposto una dura dittatura sul modello del socialismo reale ma nel contempo aveva portato il Paese ai vertici dell’attenzione mondiale con un grande attivismo nel movimento dei Paesi non allineati, fu accompagnata da strazianti e deliranti manifestazioni di dolore e di partecipazione popolare.
L’identità musulmana fu considerata l’elemento fondante della Nazione algerina, ma lo Stato fu sempre sostanzialmente laico, combattendo con durezza e con una convinta partecipazione popolare l’estremismo religioso spesso nell’indifferenza dei Paesi europei.
La visita del Presidente Pertini, fortemente voluta da quel grande socialista, non aveva suscitato grande entusiasmo nel Ministero degli Esteri, ove si escluda il determinato sostegno dell’allora Ambasciatore Pignatelli, tanto che era passata, in assenza di altre denominazioni, sotto la voce di “visita di amicizia”.
Lo stesso Governo algerino, impegnato nelle difficili trattative sul prezzo del gas, sembrava più rassegnato che felice dell’evento.
All’arrivo all’aeroporto il Presidente Pertini compì un gesto tanto inatteso, non protocollare ed inusuale che solo la televisione riuscì a cogliere: non si limitò a fermarsi per rendere omaggio alla bandiera algerina, ma si avvicinò e la baciò.
Rilanciato da tutti i telegiornali quel semplice gesto, che manifestava il rispetto che un vecchio combattente tributava al popolo algerino ed alla eroica lotta per l’indipendenza, trasformò la visita in una marcia trionfale.
Il popolo algerino, in definitiva,  vive gli eventi con il cuore, li trasforma in emozioni, ammira i combattenti e coloro che non si rassegnano ai rovesci e sono pronti a ricominciare la lotta.
La recente vittoria elettorale del Presidente Berlusconi ha risvegliato questi sentimenti di ammirazione che si è riflessa sui commenti di tutta la stampa, a differenza di quanto spesso avviene sui media esteri.
L’Algeria è un Paese importante nell’ottica italiana, i suoi governanti sono duri, ma pragmatici ed aperti.
Ospita con rispetto una comunità italiana, modesta per entità numerica, ma operosa e stimata, che ha da poco riaperto la Scuola italiana, per facilitare l’inserimento di tecnici ed operatori nazionali, chiamati a realizzare le importanti opere infrastrutturali (civili ed industriali).
E’ un Paese che è stato spesso lasciato solo a risolvere i suoi drammatici problemi: il Presidente Berlusconi è stimato ed apprezzato per la voglia di lottare e di vincere.
L’augurio e la speranza è che egli voglia rispondere ai sentimenti di simpatia con una visita in tempi rapidi ed una ripresa a tutto campo di una politica euromediterranea che riproponga la centralità del nostro Paese in questa area.
Franco Santelloco /Italia Estera



 
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