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20 apr 2008LA STORICA FINESTRA DI MARIO BASTI: Oggi un’antologia senza voti ma col ricordo dei cari nonni


Pubblichiamo come di consueto la storica FINESTRA di Mario Basti dalla Tribuna Italiana
BUENOS AIRES, 20 APR. (Italia Estera) -
Durante tutto il mese di marzo, ed anche prima, tema d’obbligo per i giornali italiani ad anche di molti stranieri e ovviamente per i periodici delle comunitá, come il nostro, é stato l’elezione per corrispondenza dei sei senatori e dodici deputati che hanno il non facile compito di far ascoltare nei palazzi italiani della politica, Palazzo Madama e Montecitorio cosa pensano e desiderano e
meritano gli italiani che dalla metá dell’800 risiedono all’estero costituiscono con i nostri figli e i nostri nipoti che lo vogliono, le comunitá italiane residenti in una ventina di paesi.
 
Ecco dunque perchè nella
FINESTRA ANTOLOGIA D’OGGI
dedichiamo un ricordo affettuoso ai nostri nonni, non soltanto per l’affetto che abbiamo per essi, pur se non ci sono piú, perchè hanno avuto una parte determinante per la formazione delle comunitá italiane. Ma c’è un’altra ragione: l’Organizzazione
Mondiale della Sanitá in una statistica sulla longevitá ha
dimostrato che i nonni italiani sono i piú longevi. E possiamo
citare gli esempi della scienziata Premio Nobel Lina Levi Montalcini
(99 anni) , dell’ex-presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi (88 anni) dell’expresidente del Consiglio (per quante volte) Giulio Andreotti e di sei abitanti di Ovozza, che fra i suoi 1700 abitanti ha 22 centenari!
Non credo che ci sia bisogno che io ti dica quanto é importante
per chi crede nella famiglia la figura dei nonni e l’affetto che
hanno pienamente meritato, perché quello che ci hanno dato in
affetto, in formazione, in educazione, é molto , molto piú di quel
che noi abbiamo dato ad essi. Tu lo sai. Ma credo che non ti fará
male rileggere un invito di Benedetto XVI che abbiamo pubblicato
nel numero scorso e che è rivolto a ognuno di noi: “Ritornino
i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa,
e nella societá”. Un invito rivolto non solo come Papa, ma anche
come il piú autorevole membro della societá umana.
 
UN PO’ DI ORO?
L’antologia , tu lo sai caro Lettore, non ha uno spunto , un tema
solo, ma vari che, a chi scrive (e si suppone anche a chi legge)
suscita un particolare interesse.
Non suscita interesse il ricordo dei nonni di noi? Non suscita
interesse che noi italiani siamo fra i piú longevi del mondo?
Non suscita interesse che nella corsa dell’oro siamo -nel
mondo- al sesto posto, davanti a grandi paesi?
Anche questo ce lo dice una statistica, naturalmente non dell’Organizzazione della Sanitá, ma di esperti economici.
Vero é che alcuni esperti economici assicurano che per le riserve
é preferibile tenere euro, dollari ed altre banconote, benché
si definiscano riserve auree, ma io personalmente penso che
anche questi economisti, per le loro riserve personali, preferiscano
ancora un po’ (o molto) oro come l’antico Mida!
 
MADE IN ITALY
Comunque, credo che tu sia d’accordo con me, caro Lettore,
nel credere che oro e banconote non importi tanto tenerli come
riserve, quanto guadagnarne sempre piú, specialmente gli
Stati come l’Italia che, a quel che dicono gli esperti, non vantano
una situazione economica brillante. Se leggi abitualmente il
“Corriere della Sera” o qualche autorevole giornale straniero come
“l’Economist” o il “New York Times” é difficile che non trovi in esso qualche opinione sulla situazione economica italiana,
che, se pensavi di andare a  rivedere dopo tanto tempo il tuo
Paese, ti vedi costretto a ripensarci ed a rinviare a tempi miglior.
Ma d’altra parte nello stesso “Corriere della Sera” (come
quello dell’11 aprile scorso) leggi titoloni cosí : “La rivincita
del Made in Italy” e poi “Vola l’industria dell’arredamento:
4,5%. É la prima in Europa. Via al Salone di Milano”.
 
E allora ti domandi: ma come va veramente? E finisci per riconoscere
che questo tuo interrogativo non va perchè non sei un
esperto , come non lo sono io, ed allora concludiamo: Dio ce la
mandi buona all’Italia e a noi!
 
VOTI E LINGUA ITALIANI
La FINESTRA (un po’ piú breve del solito) perchè mi ero
proposto di non parlare del voto che era il tema del giorno, anzi,
per essere piú preciso del voto degli italiani all’estero, dei 18
eletti fra i quasi 80 candidati .
Ma per ragioni tecniche, questo dialogo con te caro Lettore, debbo
scriverlo il venerdì anteriore all’uscita del giornale. Quindi
niente risultati, ma qualcosa di voto si, perchè non posso lasciarmi
sfuggire l’occasione di una quasi identitá di vedute con uno dei piú autorevoli politologi italiani, Sergio Romano, che proprio oggi (11aprile venerdí) ha dedicato il suo commento della pagina delle “Lettere al Corriere”al tema: “Voti italiani all’estero: mai piú con questa legge”.
Risponde così a una lettrice contraria al nostro voto che gli scrive dall’Australia: un’italo-australianizzata. Per farla breve, ti dico subito che non sono d’accordo nè con l’australianizzata, nè con il politologo. Ma noto con piacere che, contrariamente a quel che aveva ripetutamente sostenuto prima (no al nostro voto)il politologo ora l’ammette,  ma chiede che si modifichi la legge Tremaglia, perché
“fra i Paesi di grande emigrazione l’Italia è infatti, il solo che
abbia spensieratamente elargito il diritto di voto anche a coloro
che non hanno mai vissuto nella patria d’origine e non parlano
italiano”. Lo scrive oggi Sergio Romano, lo scrissi io (ma non
credo che lui legga giornali per italiani emigrati) ripetutamente
tanti anni fa. Voto SI ai nostri figli e nipoti nati all’estero, ma a
condizione che parlino italiano e a condizione che lo Stato Italiano
si preoccupi di istituire centinaia di scuole italiane, mandare
centinaia di insegnanti d’Italiano, o far funzionare i Trattati italo-
argentini che prevedono l’insegnamento della lingua italiana
nelle scuole argentine. Quindi al  50% sono d’accordo con Romano.
Se poi lui insiste perché chi vuole la cittadinanza italiana, viva
in Italia per un certo tempo, lo Stato Italiano che deve applicare
la Costituzione, preveda la concessione di soggiorni di alcuni
mesi nel Belpaese a chi vuole la cittadinanza italiana. (Naturalmente
gratis). Ma questi sono dettagli, basta che Stato e Parlamento
si lascino convincere da Romano!
 
Mario Basti/Italia Estera
                                                                                 



 
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