ROMA, 16 APR,(Italia Estera) – Nove punti di distacco dal Popolo della libertà equivale in termini sportivi ad un cappotto. La sconfitta pesa sulle spalle di Valter Veltroni, il leader del Partito democratico che in campagna elettorale aveva predicato il nuovismo e che ora si ritrova a fare i conti con una sconfitta più pesante di quanto si immaginasse. Come prima controffensiva Veltroni non vede di meglio che creare un “governo ombra”, un’ idea che già fu di Achille Occhetto venti anni fa. “ Uno shadow cabinet che sarà uno degli strumenti per continuare il dialogo con la società italiana” ha detto Veltroni nella conferenza stampa del dopo elezioni tenendo a sottolineare di essere “in” anche con gli usi delle democrazie occidentali che includono il “governo dell’ opposizione”.
Veltroni, però, ci tiene ad affermare di non essere stato il “killer” della Sinistra Arcobaleno rimasta esclusa dal Parlamento per non aver abbattuto la barriera d’ingresso del 4%. “Io non c’entro. La sinistra ha pagato un prezzo elevato per sua responsabilità. Ha minato la compattezza del governo Prodi”.
Ora che i giochi sono fatti il leader caccia gli artigli che aveva nascosto in un guanto di velluto durante la campagna elettorale ed attacca Berlusconi. “All’opposizione neppure la presidenza di una Camera, non si fa così. Non è un buon inizio ” ha affermato Veltroni dimenticando che Prodi fece altrettanto quando andò al potere.
Quanto alle riforme, il leader conferma la disponibilità al dialogo ma si dichiara pessimista sulla durata del nuovo governo sostenendo che c’è stato un massiccio spostamento di voti verso la Lega Nord a danno del Popolo della Libertà. “E’ una situazione che minerà la tenuta del governo” ha detto il Leader.
Veltroni, però, non sa come si comporteranno i suoi alleati di Italia dei Valori, una formazione che ha avuto un boom elettorale eccezionale e che potrebbe rivelarsi per il suo peso una palla al piede più della Lega per Berlusconi.
Il leader di Idv, l’ex magistrato Antonio Di Pietro, non ha mai nascosto il suo giustizialismo che fa leva sullo “spauracchio” delle “ benedette manette” (sono sue parole) nei confronti di avversari ed alleati e sul “conflitto di interesse” . (A.M./(Italia Estera).