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07 apr 2008 CEFALONIA DALLA TRAGEDIA ALLA FARSA: LA “SCELTA” DELLA DIVISIONE ACQUI /di Massimo Filippini

ROMA, 7 APR (Italia Estera) - Non c’è pace per i poveri Morti di Cefalonia della cui fine ci si serve per scopi puramente ideologici del tutto inappropriati alla triste vicenda di cui furono Vittime.
  Nel web, infatti, è apparsa la notizia di una Mostra a Bologna sulla “SCELTA DELLA DIVISIONE ACQUI ’A CEFALONIA E CORFU’ di cui riporto i punti salienti:traendoli dal sito Sassuolo 2000.it dove è stata pubblicata :
 
“Domenica 6 aprile alle ore 11, al Museo civico del Risorgimento di Bologna, piazza Carducci 5, si terrà una visita guidata alla mostra La scelta della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù nel settembre 1943. La visita sarà condotta da Orazio Pavignani dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui, curatore della mostra
Attraverso fotografie, documenti e testimonianze dell’epoca, la mostra ripercorre quelle vicende al tempo stesso eroiche e tragiche, perché ne permanga la memoria, perché anche in quella terribile scelta fatta dagli uomini della Divisione Acqui si possono riconoscere le radici profonde della nostra democrazia.
Il 14 settembre 1943 i soldati italiani della Divisione Acqui che presidiavano le isole di Cefalonia e Corfù, obbedendo agli ordini del proprio governo, rifiutarono di consegnare le armi all’esercito nazista. In otto giorni di battaglia, circondata da forze largamente superiori, la Divisione fu interamente distrutta, anche a causa del totale abbandono in cui fu lasciata dal governo italiano..
All’interno della mostra è inoltre esposta un’interessante collezione privata di documenti originali dedicati ai servizi postali della Divisione Acqui durante la Seconda Guerra mondiale: a meno di un anno dall’apertura di una Sezione permanente dedicata alla filatelia e alla storia postale, il Museo del Risorgimento di Bologna conferma il proprio interesse per queste tematiche, non sempre adeguatamente valorizzate dai musei storici.
 
  Dopo aver letto la strabiliante notizia ed essermi stropicciato gli occhi di fronte all’impudenza di far passare –per miserabili interessi ideologici di parte- l’esecuzione di un ORDINE inviato al Comandante della Div. Gen. Gandin per una SCELTA dei soldati ho inviato il seguente commento al Museo del Risorgimento che –voglio sperare- ospiti la mostra senza aver compiuto i necessari accertamenti sull’ EQUIVOCO di fondo su cui si basa da cui peraltro la tragedia della ‘Acqui’ esce - per l’ostinazione di non volerla considerare una vicenda militare- trasformata in una vera e propria farsa.
  Complimenti –si fa per dire- all’organizzatore di cui –dichiarandosi egli figlio di un Reduce di Cefalonia- sono oltremodo curioso di conoscere le peripezie vissute dal Genitore ricordandogli –poiché sembra che se lo sia dimenticato- che il mio laggiù c’è rimasto..   .
  Di seguito il testo della mail inviata al Museo del Risorgimento di Bologna di cui lascio il commento al lettore:
 
  A proposito della Mostra sulla "SCELTA" della div. Acqui di cui non condivido i motivi ispiratori, Vi invio in qualità di ORFANO di un Ufficiale FUCILATO a Cefalonia il seguente commento che Vi chiedo di girare al curatore della stessa il quale -beato lui- non è Orfano come lo scrivente e ciononostante grazie all'Associazione 'Acqui' -in cui domina l'ideologia comunista- pretende di dettare legge su un fatto che non gli appartiene.
Grazie
Avv. Massimo Filippini
6 aprile 2008

"Orazio Pavignani il quale pochi anni orsono mi scrisse per avere lumi sui fatti di Cefalonia di cui onestamente mi confessò (come da email che conservo) di saperne poco o niente è divenuto ormai un 'guru' in materia e cura addirittura una Mostra a Bologna basata sulla SCELTA della Div. Acqui.
Ciò consegue evidentemente alla sua brillante ascesa nell'Ass. Acqui i cui vertici nazionali e locali sono -per dirla in termini comprensibili- 'spostati' nettamente a Sinistra con conseguente esclusione di chi pur tesserato ed Orfano di un Ufficiale FUCILATO DAI TEDESCHI a Cefalonia - come lo scrivente- non ne condivide la ricostruzione dei fatti e soprattutto l'impostazione che essi pretendono di darne mescolando una vicenda prettamente militare -dovuta all'obbedienza ad un ORDINE SUPERIORE- a motivi tipici della Resistenza intesa in senso ideologico con essi poco o nulla aventi a che fare.
Come si possa infatti definire frutto di una SCELTA della Divisione un episodio dovuto a ben due ORDINI DI RESISTERE inviati dal Comando Supremo al gen. Gandin -Comandante della Div. Acqui- di cui il secondo diceva "n. 1029 C. S. Comando Supremo Comunicate at generale Gandin che deve resistere con le armi at intimazione tedesca di disarmo a Cefalonia Corfù et altre isole" lo dovrebbe spiegare il 'neo' esperto di Cefalonia Pavignani anzichè limitarsi ad accennare di sfuggita a detto ORDINE sottolineando al contrario l'importanza 'decisiva' della "terribile scelta fatta dagli uomini della Divisione Acqui" in cui addirittura " si possono riconoscere le radici profonde della nostra democrazia".
Oltretutto dal punto di vista lessicale (ne è esperto Pavignani ?) "scegliere" significa "optare" per una delle soluzioni che si prospettano e ciò non è il caso del gen. Gandin cui fu solo ORDINATO DI COMBATTERE per di più senza che il Comando Supremo avesse dichiarato guerra ai tedeschi con la conseguenza che i nostri soldati vennero trattati come partigiani o franchi tiratori dall'ex alleato che infierì FORTUNATAMENTE in misura assai inferiore su di essi come è documentato nel mio ultimo libro (che Pavignani ha letto...) "I Caduti di Cefalonia: fine di un Mito" e si 'limitò' -se così può dirsi riguardo ad un'infamia- a FUCILARE per rappresaglia gli Ufficiali TRA CUI MIO PADRE considerandoli Capi e sobillatori di partigiani, non attuando i draconiani ordini iniziali ricevuti da Hitler.
I Caduti furono pertanto circa 1300 nei combattimenti e circa 3-400 dopo la resa di cui 137 ufficiali fucilati a Capo S. Teodoro il 24 e 25 settembre. E' tutto documentato nel mio libro.
"I 9 o 10000 morti sono cifre buttate a caso da gente che non ha senso storico e somma tutte le cifre come ad esempio quelle dei morti in mare per annegamento o per altre cause ma comunque NON A CEFALONIA": questo affermò lo storico Rochat in un'intervista all'AVVENIRE del 5 luglio 2006 che sarebbe bene che il neo esperto Pavignani leggesse per evitare di dire assurdità sulla vicenda e questa è la realtà emergente dai documenti esistenti presso l'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore che io ho portato alla luce e che i sostenitori dello STERMINIO TOTALE DELLA DIV. ACQUI -alla Pavignani e soci- si ostinano a voler ignorare con l'inevitabile conseguenza che qualcuno potrebbe -in un futuro più o meno prossimo- tacciarli di essere non solo ignoranti ma soprattutto consapevoli mentitori sulla vicenda.

Ringrazio ed invio distinti saluti
avv. Massimo Filippini
Orfano del Magg. Federico Filippini FUCILATO a Cefalonia

Autore di :
'La vera storia dell'eccidio di cefalonia' 1998 e 2001;
'La Tragedia di cefalonia. Una verità scomoda.' 2004
'I Caduti di cefalonia: fine di un Mito' 2006
Massimo Filippini/Italia Estera



 
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