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28 mar 2008ELEZIONI: I giudici proibiscono l’uso del nome e del simbolo della Rosa Bianca.

ROMA, 28 MAR.  (Italia Estera) - "Il nome di un movimento politico non è un fatto di marketing ma testimonia un percorso e una condivisione di ideali. Ogni tentativo di indebita appropriazione di storie altrui andrebbe stroncato sul nascere". Così Vittorio Sammarco, candidato al Comune di Roma nella lista del PD,  ha commentato con viva soddisfazione la notizia della decisione del Tribunale di Roma che, accogliendo il ricorso presentato dall’Associazione Rosa Bianca, ha inibito al movimento politico di Baccini, Pezzotta e Tabacci l'utilizzo sotto ogni forma del nome e del simbolo della Rosa Bianca.
 
La Rosa Bianca è infatti il nome di un noto gruppo di studenti tedeschi che a poco più che ventenni (Hans, sua sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf) diedero la loro vita per la causa della libertà in opposizione al regime nazista. Ispirandosi a quella esperienza cristiana e non violenta, oltre trent’anni fa alcuni esponenti del mondo della cultura e della politica italiana, tra cui il giornalista e scrittore Paolo Giuntella, diedero vita a un movimento volto a stimolare la crescita della cultura e dell’impegno politico tra i laici nello spirito del pluralismo e della democrazia ispirandosi al pensiero di maestri come Mounier, Maritain, Ghandi, Giorgio La Pira e Pietro Scoppola.
Vista la confusione già creata nel corso di questa campagna elettorale, Sammarco auspica che in futuro l’attività dell’associazione non sia penalizzata da un ulteriore ed ingiustificato uso del nome. (Italia Estera) -
 



 
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