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24 mar 2008ELEZIONI USA:Obama, al di là di bianco e nero

di Domenico Maceri
SANTA BARBARA(CALIFORNIA) 24 MAR. (Italia Estera) - “Non posso rinnegarlo come non posso rinnegare la comunità afro-americana”. “Non posso rinnegarlo come non posso rinnegare la mia nonna bianca”. Ecco come Barack Obama ha spiegato le sue radici nel suo memorabile discorso sulla questione razziale poco tempo fa a Filadelfia. Obama parlava ovviamente del reverendo Jeremiah Wright e della madre di sua madre. Ambedue persone importantissime nella sua formazione sia spirituale che fisica. Ambedue colpevoli di avere fatto dei commenti che si possono facilmente catalogare razzisti.
         
I commenti di Wright hanno fatto il giro del mondo mediante la stampa e YouTube. Il pastore della Trinity United Church of Christ di Chicago, la chiesa  frequentata da Obama, aveva pronunciato parole infuocate contro gli Stati Uniti. “Dio maledica l’America” aveva tuonato il pastore in uno dei suoi più accesi sermoni concentrandosi sul razzismo del Paese. I commenti della nonna di Obama, quasi sconosciuti fino alla rivelazione del senatore dell’Illinois, riflettono la paura dei bianchi con la presenza di afro-americani.
         
Malgrado il rifiuto totale di queste idee razziste Obama continua a professare profondo amore verso il suo pastore e sua nonna. Il pastore ha celebrato il suo matrimonio ed ha anche battezzato le due figlie di Obama. Inoltre  lo ha guidato nella sua fede cristiana. La nonna, come si sa, si era occupato di lui da bambino.
         
Questi due individui che lui ama profondamente non sono perfetti ma riflettono aspetti della storia americana in bianco e nero. Nel suo discorso Obama ha preso in rassegna il percorso ispiratore ma spesso tortuoso e doloroso del Paese che egli ama profondamente. Benché gli Stati Uniti siano stati fondati con l’idea dell’uguaglianza per tutti la macchia della schiavitù ha sporcato la coscienza del Paese. Ci sono volute parecchie generazioni, lotte, proteste ed una guerra civile per spingere verso una nazione che dia gli stessi diritti a tutti senza riguardo di razza o sesso. 
         
Ma il lavoro rimane incompleto. Ecco perché nonostante le credenze di molti benpensanti il razzismo continua e a volte si nasconde in ognuno di noi. La nonna di Obama potrebbe essere la nostra o un membro della nostra famiglia. Il pastore di Obama potrebbe essere il prete o rabbino di uno di noi. Sì, non sono perfetti e non siamo d’accordo con tutto ciò che dicono.  Ma fanno molto di buono nella loro vita ed è per questo che non li abbandoniamo. Noi siamo come loro. Imperfetti.
         I
l pastore Wright, grazie al povero lavoro della stampa, è divenuto noto solo per la sua rabbia contro il governo americano. Ma la stampa ci ha nascosto tutto il bene che lui ha fatto nei suoi decenni di lavoro. Non ci era stato detto per esempio che per sei anni Wright aveva interrotto i suoi studi universitari per arruolarsi nei Marines. Non ci era stato detto che aveva dedicato la sua vita per aiutare i poveri e i senzatetto e coloro che soffrono di Aids. Per la stampa tutto ciò che contava era la rabbia dei commenti incendiari di Wright in uno dei suoi tanti sermoni.
         
Obama ha rifiutato quei commenti infuocati di rabbia che lui spiega come nati dalle ingiustizie sofferte dagli afro-americani. Queste ingiustizie continuano fino al presente. Gli afro-americani rappresentano il 13% della popolazione del Paese ma  costituiscono il 50% di tutti i carcerati. Il fatto che gli afro-americani sono in generale più poveri ed abbiano meno opportunità dei bianchi è naturalmente dovuto almeno in parte a questioni di razza e ci fanno capire la loro disperazione che a volte sfocia in rabbia privata ma qualche volta anche pubblica.
         
Ma Obama capisce anche la paura dei bianchi come riflette la confessione di sua nonna. Ciò ci spinge a pensare agli altri i quali vedono i loro diritti rubati mediante la affirmative action o le scuole dei loro figli che peggiorano e si addossa la colpa a quelli di un altro gruppo etnico o razziale.
         
Oltre al rifiuto categorico delle frasi razziste di persone a lui care,  Obama vede cambiamenti significativi negli Stati Uniti che Wright forse ignora. Bisogna, secondo Obama, guardare al passato per capire il presente, ma allo stesso tempo avere fede nel futuro. Gli Stati Untiti sono migliorati ma sarebbe ingenuo, come ha detto il senatore dell’Illinois, credere  che tutto vada bene. Ciononostante il fatto che un afro-americano sia uno dei tre candidati più seri alla presidenza degli Stati Uniti ci dice che dei progressi significativi sono avvenuti. No, gli Stati Uniti non sono perfetti, come ha affermato Obama. Sono perfettibili. Se gli americani gli daranno il loro consenso a novembre Obama non risolverà tutti i problemi del Paese o del mondo ma si faranno certamente più progressi con la sua guida che con quella dei suoi avversari nella corsa alla Casa Bianca.
 
 Domenico Maceri */Italia Estera       
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PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA.  I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla  National Association of Hispanic Publications.




 
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