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14 mar 2008Italia dei Valori: Gli accadimenti in Tibet ci devono far riflettere sulla doppia morale delle democrazie occidentali relativamente al rispetto dei diritti umani.

ROMA, 14 MAR. (Italia Estera) -  “I gravi accadimenti in corso in Tibet ci devono far riflettere sulla doppia morale delle democrazie occidentali relativamente al rispetto dei diritti umani.” Lo afferma in una nota l’ufficio internazionale de  L’Italia dei valori.  Che così prosegue:
 
“In Kossovo ed in altri casi si e’ giustificato [strumentalmente] persino l’intervento militare in nome di questi diritti, mentre assistiamo talvolta a posizioni a dir poco incoerenti come quella che recentemente ha visto gli Stati Uniti depennare la Cina dall’elenco dei paesi che non rispettano i diritti umani, o l’accoglienza “tiepida” cui e’ stato oggetto il Dalai Lama nel corso della sua visita ufficiale in Italia, a causa delle pressioni di Pechino.”
 
“Nella fattispecie, la Cina e’ una grande nazione che noi rispettiamo ma con la quale occorre un rapporto dialettico e che va sostenuta nella sua transizione verso una società moderna e pluralista, in quanto i vecchi schemi di legittimazione del potere non sono visibilmente più adeguati a gestire il mutato quadro interno ed internazionale”
 
“Gli italiani all’estero e le istituzioni come ICE, Istituti di Cultura, Camere di Commercio possono giocare un ruolo importante in tutto il mondo per la promozione di questi diritti. Gli investimenti degli imprenditori ed i progetti di partnership dovrebbero avere una connotazione etica che non si presti neppure indirettamente alle politiche di alcuni stati che stanno impostando la loro politica di sviluppo e la gestione delle stridenti contraddizioni economiche e sociali interne in termini liberticidi”.
 
“Noi crediamo che un’azione forte di coordinamenti fra le istituzioni e le associazioni imprenditoriali vada avviata al più presto in questo senso. Non ci si può continuare a stracciare le vesti se il costo del lavoro in alcuni paesi e’ anche 40 volte inferiore a quello italiano e come risposta delocalizzare interi impianti industriali per le facilitazioni in termini di costi, manodopera, permessi, etc, salvo poi spargere lacrime di coccodrillo quando ci si trova davanti a dissesto ambientale e senza pensare ai costi umani e materiali per le popolazioni locali hanno dovuto subire in nome di una tumultuosa e difficile da gestire crescita economica”.
 
“Solo con la coerenza delle proprie azioni istituzionali italiane a tutti i livelli e con l’impegno in prima persona degli italiani che vi risiedono, o hanno contatti professionali frequenti con questi paesi, si potrà dare un contributo nella costruzione di una società civile internazionale che sia ancora non ipocritamente capace di indignarsi”.
 
“Un monitoraggio più attento e non legato esclusivamente ai fondamentali economici, - conclude la nota - dovra’ senza dubbio essere uno dei compiti dei 18 parlamentari che si apprestano ad essere eletti nella Circoscrizione Estero”. (Italia Estera).



 
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