Il nuovo piano industriale non piace in Borsa, consolidamento in Italia e crescita in Brasile e Argentina
di Alfonso Maffettone
MILANO, 8 MAR, Telecom Italia ha presentato oggi alla comunità finanziaria il piano industriale per il triennio 2008 -2010 che è stato illustrato dal presidente Gabriele Galateri di Genola e dall’Amministratore Delegato, Franco Bernabè, insieme al Management del Gruppo. La società ha indicato come target il mantenimento della leadership in Italia e la crescita in Brasile, Argentina e Germania. Bernabè ha parlato di “disciplina finanziaria” e di riduzione del debito fino al 2010 con una politica di dividendi all’insegna dell’austerità. “ Gli investitori non devono aspettarsi fuochi d'artificio - ha detto l'Ad Bernabè - niente strategie bizzarre, vogliamo essere realisti. La stella polare della nostra azione sarà la disciplina finanziaria. Ridurremo i costi, venderemo gli asset no core e avremo una politica equilibrata verso gli azionisti”.
Queste parole hanno avuto una ricaduta sul titolo Telecom che, già in ribasso da diversi giorni, è precipitato alla Borsa di Milano fino a quasi -9%, ai minimi del 1998. Un comportamento da parte del mercato finanziario che suona come una bocciatura per Telecom Italia nella nuova versione di Bernabè e Galateri. Il piano industriale è stato approvato ieri dal Consiglio di Amministrazione insieme ai risultati dell’esercizio finanziario 2007. Un anno di crisi con l’uscita dell’azionista di riferimento Marco Tronchetti Provera di Pirelli e la costituzione di Telco,la nuova finanziaria al posto di Olimpia, formata da Intesa, Mediobanca, Generali, Benetton e la spagnola Telefonica.
Cesar Alierta di Telefonica ha condiviso pienamente il punto di vista di Bernabè ed ha dato l’appoggio al nuovo piano che, prevede fino al 2010 una riduzione del debito, sceso da 37,3 miliardi del 2006 a 35,7 miliardi e investimenti industriali per 15 miliardi di euro (11 in Italia).
Al dato sul debito hanno fatto riscontro una contrazione del fatturato (31,290 miliardi) di meno 1,3% ed un calo degli utili (2.448 miliardi) di meno 18,8%, tutte cifre in linea con le previsioni degli analisti che non si aspettavano miracoli.
Per avviare il requilibrio dei conti si è deciso di rastrellare le risorse disponibili con le sinergie fra Telecom e Telefonica e con un taglio del dividendo che passa sulle azioni ordinarie da 14 a 8 centesimi di euro e da 15 a 9 su quelle a risparmio, una riduzione del payout dal 92% al 67%, appena due punti in più della media europea. La decisione , ovviamente, non è piaciuta agli investitori che hanno affondato il titolo Telecom .
Il Gruppo, secondo la strategia delineata, si attende per il 2008 ricavi consolidati per circa 31 miliardi di euro (in linea con il 2007) ed EBITDA margin organico attorno al 38,5%, con investimenti industriali stabili rispetto al 2007. Negli anni successivi punta ad una crescita dei ricavi tra + 1 e +2% annuo a livello consolidato ed EBITDA margin nell’ordine del 39%.
Telecom, fra i suoi obiettivi in Italia, punta sul miglioramento dei livelli di servizio, sulla convergenza fisso mobile, sulla crescita dei collegamenti a banda larga fissi e mobili, sui servizi che integrano voce, dati e video per clienti consumer e business, su una più forte penetrazione in mercati come l’informatica e i digital media. Nel seguire questo percorso la società ritiene fondamentale, secondo una nota di Telecom, rimettere il cliente al centro dell’organizzazione e dei processi operativi.
All’estero, riferisce la stessa nota ,si conferma il Brasile come area strategica per lo sviluppo del business internazionale grazie agli importanti successi ottenuti, all’eccellenza tecnologica e alla qualità dei servizi offerti. L’obiettivo di Telecom è di mantenere la leadership nella crescita del mobile e di consolidare ulteriormente la posizione di mercato.
Per l’Argentina Telecom pensa ad un possibile aumento dell’esposizione sul mercato TLC attraverso l’aumento della quota azionaria in Sofora e per la Germania ha, come target per il triennio 2008-2010, un portafogli clienti a fine 2008 pari 2,6-2,7 milioni e in ulteriore crescitaa fine 2010 fino a circa 3,4 milioni.
Inoltre Telecom Italia prevede di riconsiderare la presenza in aree in cui le condizioni di mercato e la struttura del business model non garantiscono ritorno adeguati ( si parla di Alice France).
Alfonso Maffettone/Italia Estera