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03 mar 2008SPECIALE DI ITALIA ESTERA, CILE: I valorosi pompieri di Iquique

di Gerardo Severino
 
 
SANTIAGO (CILE) (Italia Estera) - Lungo la via Carretera Panamericana, a 1853 km a nord di Santiago si trova Iquique, capoluogo della 1^ Regione Amministrativa di Tarapacà, uno dei principali porti del Nord del Cile, per anni crocevia dei traffici marittimi e ferroviari legati all’attività mineraria del grande Paese latino-americano. Tramontati gli anni d’oro del salnitro, la località è oggi un’importante centro peschereccio con una certa vocazione per il turismo.
Importante anche dal punto di vista storico, in quanto al largo del suo porto vi si combatté, il 21 maggio 1879, una celebre battaglia navale, nel corso della cosiddetta “Guerra del Pacifico” che contrappose il Cile al Perù ed alla Bolivia , Iquique è stata una meta dell’emigrazione italiana sin dai tempi in il Perù liberalizzò il commercio del salnitro (1830). Raggiunta la zona a bordo dei tanti bastimenti che doppiavano faticosamente Capo Horn gli italiani vi intrapresero mille mestieri, primeggiando nei vari settori economici, moltiplicandosi numericamente al punto che, nel censimento generale del 1876, la colonia risultò composta da oltre 5000 unità, un vero record se consideriamo le innumerevoli difficoltà di vita che s’incontravano, a quei tempi, in quella parte del deserto del nord. L’ottima posizione sociale conseguita da molte famiglie italiane ed il sempre più crescente aumento degli scambi commerciali con l’Europa indussero l’allora Re d’Italia a nominarvi persino un Console, nella persona del Cavaliere Ugo Rossi, esponente di spicco della città, fondatore e membro di importanti Sodalizi patriottici.
Fra questi la gloriosa “Compagnia Italiana Pompieri Ausonia” (Compañia de Bomberos), fondata il 3 gennaio 1874 ed alla quale dedichiamo il presente articolo, volendo operare un collegamento con le operazioni di soccorso prestate dai Bomberos de Iquique in occasione della recentissima scossa di terremoto che ha colpito la provincia di Tarapacà.  La Compagnia di Vigili del Fuoco dall’italico nome di “Ausonia” fu fondata da ben 88 soci, molti dei quali membri di famiglie notabili provenienti dall’Italia, quali Alberto Molfino e Ottorino Zanelli, i quali ne assunsero il primo direttorio assieme al dalmata José Devescovi, e molti altri ancora che vi aderirono in qualità di semplici soci, come nel caso dello stesso Console Rossi. La Compañia de Bomberos si distinse, da subito, prendendo parte ad infinite operazioni di soccorso, allora molto frequenti, considerando l’alto numero di “oficinas saliteras” (miniere di salnitro) che operavano in quell’area geografica. Ma il vero e proprio “battesimo del fuoco”, è il caso di dire, per i pompieri italiani di Iquique fu senz’altro rappresentato dal grave terremoto-maremoto che sconvolse la costa tarapaquegna nel 1877. L’eccezionale valore dimostrato dai pompieri nei luoghi dell’immane sciagura furono riconosciuti sia dalla cittadinanza e dal Governo Peruviano, sia da quello italiano, il quale concesse alla bandiera della Compagnia Ausonia una Medaglia al Valor Civile. Due anni dopo, come anticipato in apertura, Iquique fu al centro della Guerra del Pacifico, disputata con la Bolivia ed il Perù per questioni di confine e per il possesso delle zone minerarie, la quale si concluse con l’assorbimento della regione costiera di boliviana di Antofagasta e delle province peruviane di Tarapacà ed Arica, nelle quali erano concentrati grandi giacimenti di sali minerali, nitrato di sodio e rame. Il 21 novembre 1879, allorquando il Generale peruviano Buendia abbandonò la piazza di Iquique, il Console Rossi (più anziano fra i rappresentanti consolari stranieri) ricevette dal Col. Rios il momentaneo governo della città. Uno dei primi atti varati dal Rossi fu la mobilitazione dei Bomberos della Compagnia Ausonia, ai quali fu demandata la vigilanza dei vari quartieri, onde evitare incendi e saccheggi da parte della popolazione.
La Squadra Navale cilena raggiunse il porto di Iquique il successivo 23 novembre ed il Comandante Juan José Latorre prese possesso pacificamente della città. Il successivo 25 novembre, il neo Governatore politico di Tarapacà, il Capitano della Marina Patricio Lynch, in considerazione dell’ottimo servigio reso alla comunità locale ed allo stesso Cile, nominò il Console italiano Ugo Rossi membro del primo Consiglio Comunale cileno di Iquique, nonché Ispettore della Polizia locale. Dopo la parentesi della “Guerra del Pacifico”, i pompieri dell’Ausonia ripresero la loro istituzionale missione, sempre pronti ad intervenire ovunque ce ne fosse bisogno.
Ecco, quindi, i pompieri di Iquique protagonisti, unitamente ai bomberos tedeschi, di grossi spegnimenti di incendi, come, ad esempio, quello che nel 1880 distrusse il centro commerciale cittadino, seguito da un altro evento similare avvenuto nel 1883, dal grande incendio del 1884 che durò ben sette giorni ed, infine, da quello che nel 1885 devastò persino i quartier generali degli stessi bomberos tedeschi ed italiani. Non solo, ma agli inizi del 1887, allorquando alcune province del Cile furono sconvolte da un epidemia di colera, il Direttorio della Compagnia Ausonia decise di organizzare ad iquique un primo nucleo della Croce Rossa Italiana, al fine di coordinare, attraverso di essa, le operazioni di prevenzione e di soccorso anche in campo sanitario.
Ottenendo l’ausilio di molti medici ed infermieri cileni, la Croce Rossa di Iquique mise in piedi un presidio medico-ospedaliero che darà buoni frutti anche negli anni seguenti. Alcuni anni dopo, un fatto politico straordinario coinvolse nuovamente i Bomberos. Agli inizi degli anni ’90 dell’Ottocento, il Cile stava attraversando un periodo di floridezza e lo sfruttamento dei giacimenti di Antofagasta e Tarapacà dava notevoli risultati. Ciò nonostante gli attriti politici sorti fra gli opposti schieramenti finirono per innescare l’ennesima guerra fratricida. Il Presidente in carica, Manuel Balmaceda, aveva creato un ministero che gli consentiva di raggiungere la maggioranza eleggendo direttamente i ministri di suo gradimento, mentre l'opposizione esigeva che si facessero regolari elezioni con l'applicazione di un vero e proprio regime parlamentare. Nel 1891 s’innescò quindi uno scontro violento. Le forze parlamentari e militari che si erano ribellata al Balmaceda elessero una Giunta provvisoria e si impossessarono dei principali porti settentrionali.
Con l'appoggio della Marina da guerra, batterono, infine, le truppe fedeli a Balmaceda nella battaglia di Placilla, costringendo il Presidente alle dimissioni. Abbandonato il potere Manuel Balmaceda si suicidò il 19 settembre 1891. In tale circostanza la colonia italiana di Iquique fu animata da diversi sentimenti, a seconda del variegato credo politico dei suoi membri, pur considerando che la roccaforte rimase fedele al Presidente Balmaceda fino alla caduta della piazza nelle mani dei congressisti, avvenuta nell’aprile ‘91. In ogni caso la Compagnia Ausonia si dimostrò completamente imparziale, accettando di lavorare unicamente per il bene della cittadinanza, sconvolta dai bombardamenti verificatisi durante il conflitto ai danni del porto e dei quartieri vicini, provocando numerosi morti e danni alle proprietà di molti italiani.
 Mentre una parte dei pompieri si adoperò per lo spegnimento degli incendi e per assicurare il soccorso della popolazione rimasta sotto le macerie, altri bomberos concorsero alla formazione della guardia civica necessaria per il mantenimento dell’ordine pubblico. Il 12 ottobre 1892 fu inaugurato solennemente l’edificio detto “Colombino”, voluto e costruito dalla comunità italiana, il quale ospitò al piano terreno fino al 1956 il Comando della Compagnia Ausonia, ed altri Sodalizi Sociali di analoga matrice. Nella primavera del 1896, la città di Iquique con in testa la colonia italiana fu allietata dalla visita del Duca Luigi Amedeo di Savoia, allora giovane Tenente di Vascello della Regia Marina Italiana, il quale, a bordo del Regio Incrociatore “Cristoforo Colombo” stava partecipando ad una memorabile Campagna Oceanica che aveva il compito di “tenere alto il prestigio della bandiera e di affermare, là dove era necessario, i diritti nazionali”. Il Duca raggiunse Iquique il 12 maggio 1896, primo porto cileno verso Sud, ove fu accolto con grande entusiasmo, sia da parte delle autorità politiche che della locale colonia italiana. Anche in tale occasione, la Compagnia Ausonia fece la sua parte. Mentre gli ufficiali furono ricevuto a bordo dal già allora famoso “Duca degli Abruzzi”, i Bomberos assicurarono il vettovagliamento della ciurma e l’afflusso a bordo dei numerosi visitatori. I Bomberos di Iquique sono ancora oggi al centro della vita sociale dell’importante porto cileno e della stessa provincia di Tarapacà. Fra i suoi membri, molti rispondono ai cognomi dei fondatori, i quali hanno trasmesso loro il testimone di una lunga e onorevole tradizione di gloria, di abnegazione e sacrifici.
Santiago, 3 marzo 2008 - Gerardo Severino/Italia Estera



 
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