MELBOURNE, 27 FEB. (Italia Estera) - La scadenza per il rinnovo del Parlamento italiano è alle porte e anche questa volta, così come accadde alle precedenti elezioni del 2006, si ripropone il ruolo politico dei patronati all’estero, impegnati, anche in questa tornata elettorale, a “raccogliere” voti per la sinistra.
Stavolta tocca a Veltroni, trasformista per eccellenza, avvalersi dell’enorme serbatoio di consensi provenienti dalle cellule neo-politiche, impiantatesi rapidamente in tutto il mondo, i patronati. Il sistema di egemonia territoriale della sinistra, che trova nei patronati un elemento di raccordo, evoca certi regimi totalitari che in cambio di un pezzo di pane, di un servizio o di assistenza chiedevano la tessera, la militanza, il voto. Non sembra esser tanto diverso l’atteggiamento degli Enti assistenziali di sinistra operanti all’estero che in cambio dei loro servizi, peraltro pagati profumatamente con soldi pubblici, chiedono il voto politico per i loro candidati. La similitudine può apparire impropria, eccessiva, emotivamente strumentale ma, in tutta la sua crudezza, è realistica. Sono tante le voci che si alzano quotidianamente per denunciare le “chiamate” a raccolta dei pensionati nelle sedi dei patronati per ottenere i voti in nome di un paventato pericolo di taglio di pensioni nel caso di vittoria del centro destra. L’integrità e l’intelligenza dei pensionati non è messa in discussione. Hanno solo la colpa, se cosi si può dire, di essere stati tenuti lontani dal processo democratico elettorale per oltre 50 anni e di conoscere, solo marginalmente, l’evolversi delle vicende politiche dell’Italia, delegando bonariamente, a coloro che si occupano della loro previdenza e assistenza, una scelta di voto che ha un significato di tutt’altro profilo morale e civile.
Oggi, paradossalmente a chiedere il voto sono gli stessi o gli eredi, cresciuti politicamente, nella maggior parte dei casi, nelle stanze di certi patronati e che per anni si sono opposti al voto degli italiani all’estero assumendosi la responsabilità storica di rallentare quel processo d’integrazione alla vita politica italiana di intere generazioni.
L’utilizzo improprio dei patronati condizionerà pesantemente la campagna elettorale, in vista del voto politico di Aprile, anche sotto l’aspetto prettamente finanziario. La sinistra, avvalendosi di strutture logistiche e di risorse umane messe a disposizione dai loro patronati, finanziati con denaro pubblico, avrà il doppio vantaggio, rispetto il centro-destra, di un notevole risparmio sulle spese per le attività elettorali e, contemporaneamente, non dovrà contabilizzare, ai fini dei limiti di spesa previsti dalla legge elettorale, il costo reale del supporto tecnico-logistico. Occorrerà vigilare costantemente e denunciare ogni utilizzo improprio delle organizzazioni o enti d’assistenza finanziati con fondi pubblici per evitare abusi, già segnalati in passato, che potrebbero condizionare il libero e democratico esercizio di voto.(Luigi Casagrande-CGIE Australia/Italia Estera).