In Kansas e Louisiana sconfitta di McCain ad opera di Huckabee
New York, 10 FEB,(Italia Estera) – Notte trionfale per Barack Obama (nella foto). Il senatore afroamericano ha dato un duro colpo alle ambizioni di Hillary Clinton per la nomination democratica alle elezioni presidenziali in novembre vincendo con un largo margine di vantaggio in tre stati, Washington, Louisiana e Nebraska. In campo repubblicano l’ex pastore battista Micke Huckabee ha capitalizzato sui voti della destra evangelica cristiana dopo il ritiro del mormone Mitt Romney ed ha battuto a sorpresa in Kansas e Louisiana, il battistrada alla nomination John McCain. Ma nello stato di Washington i due si sono dati battaglia in un serratissimo duello testa a testa.
La debacle non pregiudica le possibilità di Hillary Clinton (nella foto), che in base ad un complicato sistema proporzionale scelto dal partito democratico, ha al suo attivo finora 1100 delegati contro i 1039 di Obama . Ce ne vogliono 2025 per la nomination. La senatrice ha dunque ancora frecce al suo arco. La prima oggi nel caucus del Maine, uno stato dove sono in palio 34 delegati, dieci dei quali superdelegati indipendenti (parlamentari e dirigenti di partito) e dove la maggioranza degli elettori sono bianchi e stressati dalla crisi economica americana. Ma martedì di nuovo per l’ex first lady ci sarà un altro duro confronto con Obama in Virgina, nel Maryland e nel distretto di Columbia ed il 4 marzo una super giornata nelle primarie in Ohio, Texas, Rhode Island e Vermont con una messe di 370 delegati.
La notte scorsa il senatore afroamericano ha ricevuto una forte spinta verso la nomination. Schiaccianti le sue vittorie: il 68% dei voti nei caucus dello stato bianco di Washignton e nel Nebraska contro il 31% della sua avversaria. In Louisiana, la regione devastata nei mesi scorsi dall’uragano Khatrina, l’affermazione è stata meno vistosa il 57 % contro il 36%. Il gap razziale è stato determinante. A New Orleans ed altrove nove neri su dieci hanno votato compatti per Obama e sette bianchi su dieci per Hillary Clinton.
“Abbiamo vinto in Louisiana, abbiamo vinto in Nebraska, abbiamo vinto in Washington state,” Obama ha detto ad una cena elettorale in Richmond, Virginia. “Abbiamo vinto nel nord, nel sud e nel midwest. E credo che possiamo vincere in Virginia martedì se siete pronti a stare dalla parte del cambiamento”.
“Oggi gli elettori, dalla West Coast al cuore dell’America, si sono uniti al coro degli americani che si stanno battendo per cambiare le politiche fallimentari di Washington. Vedono in Barack Obama la migliore chance per battere in autunno John McCain, unire il Paese e affrontare le problematiche delle famiglie dei lavoratori”, ha fatto eco ad Obama il manager della sua campagna elettorale , David Plouffe.
Per Hillary Clinton il momento è indubbiamente difficile. L’ex first lady è anche a corto di finanziamenti. Ha dovuto attingere cinque milioni di dollari dal suo patrimonio familiare per fare fronte alla sfida di Obama che incassa sostegni e contributi, 27 milioni di dollari solo lo scorso mese. Il senatore dell’Illinois affascina il suo uditorio prendendo ad esempio la volontà e l’audacia di John F.Kennedy. “Quando il Presidente si rivolse alla Luna non disse è troppo lontana ma andiamo!”, ha dichiarato Obama nel contrapporsi all’ “esperienza” di Hillary Clinton e McCain. “Questo è il nostro momento, questo è il nostro tempo”, ha aggiunto.
In campo repubblicano l’ ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee ha calamitato i voti della destra evangelica cristiana in stati dove la maggioranza degli elettori era born-again. In Kansas ha umiliato McCain conquistando il il 60% dei voti contro il 24%. Ma ha reclutato consensi anche fra coloro che sono preoccupati per la crisi economica e per il terrorismo.
“ Gli elettori hanno parlato con una sola voce, hanno detto che io sono il vero ed autentico conservatore”, ha dichiarato Huckabee facendo un chiaro riferimento a McCain osteggiato dall’ala dura del partito repubblicano che lo ritiene un conservatore autonomo. Ma Hackabee, ancora una volta, ha respinto l’ipotesi di un suo ritiro dalla gara presidenziale per favorire il battistrada McCain come vorrebbe l’establishment repubblicano. “Credo nei miracoli. Chi era Ronald Reagan quando si presentò contro Gerald R. Ford ?. Era il pariah del partito, ora la gente lo venera”.
Lo staff della campagna presidenziale dell’eroe del Vietnam non si è dimostrato preoccupato per il successo dell’ex governatore dell’Arkansas. McCain si è già aggiudicato 695 delegati contro i 159 di Huckabee e i 5 del parlamentare Ron Paul ed appare lanciato verso il traguardo dei 1.192 delegati necessari per la nomination. “Il nostro obiettivo resta immutato dopo i risultati di oggi: unire il partito repubblicano e battere i democratici nelle elezioni di novembre alla Casa Bianca”, ha detto la portavoce di MacCain, Jill Hazelbaker.(A.M./Italia Estera).