di Gian Luigi Ferretti / L’Italiano
ROMA, 1 FEB. (Italia Estera) - Abbiamo scorso attentamente tutte le agenzie di stampa, abbiamo consultato anche il suo organo ufficioso pubblicato nelle Americhe: nulla. Di Franco Danieli (nella foto)non c’è traccia. Sparito, volatilizzato. Da quando è caduto il governo di lui si sono perse le tracce. Neppure una dichiarazione piccola piccola, foss’anche per dire che occorre un governicchio per fare una nuova legge elettorale o che si stava per dare una soluzione a tutti i problemi degli italiani nel mondo, si sarebbe fatto venerdì mattina, ma – mannaggia mastelliana - Prodi ha avuto il benservito proprio giovedì sera.
Dove sarà? A Stoccarda dal suo amico? O in Sudafrica? Si organizzi una battuta – magari guidata dall’ «esploratore» Marini - per cercarlo e informarlo che ormai è in carica solo per il disbrigo degli affari correnti. Affari - ho detto - non safari.
Non che cambi poi molto se c’è o se non c’è. Solo che in fondo ci eravamo abituati a lui, alle sue roboanti promesse, alle sue minacce di querela. E ora siamo preoccupati. Franco, ritorna «'sta casa aspetta a te... Torna, che smania 'e te vedè!».
Speriamo venga rintracciato, così potremo chiedergli chiarimenti su alcune questioni riguardo alle imminenti elezioni all’estero. Perché, sì, è una cosa che riesce a capire persino un Rapanà, si voterà prestissimo, non appena i grandi della Repubblica avranno finito di giocare a far passare il tempo.
VOTO IN CANADA
Siamo sicuri che questa volta si potrà votare e essere votati in Canada? A che punto stiamo? Danieli ha seguito la vicenda? Ha tenuto sotto pressione il suo governo e soprattutto il Ministro degli esteri D’Alema?
VOTO AI MILITARI ED AI DIPLOMATICI ALL’ESTERO
Alle elezioni del 2006, per la prima volta, oltre ai residenti all’estero hanno potuto votare per corrispondenza anche i militari, i diplomatici, i professori universitari e i ricercatori in missione nel mondo. Fu possibile grazie alla legge n. 22 del 27 gennaio 2006 che all’articolo 3-sexies, inserito in fretta e furia, stabiliva che erano ammessi a votare nella Circoscrizione Estero di cui all’articolo 48 della Costituzione «in occasione delle prime elezioni politiche e delle prime consultazioni referendarie previste dall'articolo 138 della Costituzione successive alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».
Dunque la legge permetteva che potessero votare in quella maniera solo in occasione di quella specifica tornata elettorale. Il Viceministro, in questi due anni, si è preoccupato di rendere permanente tale diritto? Forse gli saranno antipatici i militari, ma almeno i diplomatici e i professori…
SCRUTINIO
Periodicamente, ripetutamente, il nostro ci ha fatto sapere che l’obbrobrio di Castelnuovo di Porto non si sarebbe dovuto ripetere mai più, che occorrevano nuove soluzioni logistiche. E’ stato di fatto uno dei suoi cavalli di battaglia in questi due anni. Bene. Possiamo sapere che cosa ha predisposto a proposito?
Santiddio, qualcosa avrà ben fatto in tutto questo tempo mentre scaldava contemporaneamente due poltrone, quella di Viceministro e quella di Senatore. Ritorni al più presto e ci illustri con parole sue.
Non venga a raccontarci di essere stato colto impreparato perché le elezioni sono arrivate all’improvviso.
Un buon Viceministro degli italiani nel mondo avrebbe dovuto tenere a mente il motto del Mahatma Gandhi: «Live as if you were to die tomorrow» (vivi come se dovessi morire domani) per adeguarlo in «Vivi come se il governo dovesse cadere domani» e comportarsi di conseguenza. Che Prodi potesse «cadere domani» lo segnalavano ogni giorno pure gli analisti meno arguti.
Rimaniamo in trepida attesa.
Gian Luigi Ferretti, L’Italiano/Italia Estera