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31 gen 2008EMERGENZA RIFIUTI: UE notifica procedura di infrazione all’Italia

Altre proteste anche oggi in Campania, tregua per analisi e controllo del territorio
NAPOLI, 31 GEN, (Italia Estera) – L’Unione Europea ha chiesto per il 1° marzo una risposta concreta ed esauriente sulla fine dell’emergenza rifiuti in Campania altrimenti deferirà l’ Italia alla Corte di giustizia, il tribunale più alto in Ue. Solo un mese di tempo e non due come vuole la prassi “vista la situazione di urgenza e gravità” a giudizio del commissario Ue per l’ambiente Stavros Dimas.    "La situazione in Campania è intollerabile e capisco molto bene la frustrazione dei residenti che temono per la loro salute. E' essenziale - ha detto Dimas - che le autorità italiane non solo prendano le misure efficaci per risolvere l'attuale emergenza, come stanno già facendo, ma anche che realizzino l'infrastruttura di gestione dei rifiuti necessaria per prevedere una soluzione durabile ai problemi che risalgono già a più di 10 anni". Poi Dimas ha ribadito che "la Commissione europea continuerà la sua azione legale e se necessario utilizzerà i suoi poteri di imporre sanzioni se la situazione in Campania non verrà portata in linea con gli standard europei di gestione dei rifiuti, che sono stati sottoscritti dall'Italia e da tutti gli altri stati membri".
Ma ancora oggi si sono succedute le  proteste  nel napoletano e nel resto della regione contro la riapertura di discariche e siti di stoccaggio. Blocchi sull’autostrada Salerno –Caserta, manifestazioni a Marigliano,  sul lungomare di Pozzuoli e nel quartiere periferico di via Gianturco a Napoli. Qui due donne sono salite per protesta sul tetto dell’ ex Manifattura Tabacchi,  destinata a discarica e sgomberata nei giorni scorsi dalla polizia.
A Marigliano i dimostranti chiedono che  il territorio venga sottoposto ad analisi per la tutela della salute dei cittadini prima dell’ ipotizzata riapertura del sito di trasferenza in località Boscofangone.  Esponenti del comitato di agitazione hanno denunciato più volte che  il suolo è contaminato da sostanze  nocive e veleni scaricati abusivamente negli anni. “Quando chiediamo le analisi nessuno viene, quando si deve aprire la discarica mandano l’esercito” ha gridato una donna in tv.
Oggi sarebbe dovuto essere il giorno delle decisioni per la riapertura di siti e stoccaggio ma in una riunione a Napoli  il commissario straordinario De Gennaro ha concordato una tregua fino all’ inizio della prossima settimana con i sindaci e i comitati dell’agro nolano. Si è concordato di consentire a tecnici dell’Istituto Superiore della Sanità controlli sul campo per scongiurare il rischio ambientale.
     Secondo il piano presentato da De Gennaro qualche giorno fa, erano tre le discariche da riattivare: Difesa Grande ad Ariano Irpino (comune dell'Avellinese) che conterrà 42.000 tonnellate circa, quella di Villaricca (nel Napoletano) per 35.000 tonnellate e Montesarchio (Benevento), dove sarebbero dovute andare 21.000 tonnellate di spazzatura.
Il piano prevedeva poi l'apertura di siti di stoccaggio provvisorio a Marigliano (per 98.000 tonnellate di rifiuti), a Pianura in una zona vicina all'ex discarica (per 21.000 tonnellate) e a Ferrandelle, area di Santa Maria La Fossa nel Casertano.
Alcune fonti vicine al Commissariato hanno riferito che solo la discarica di Montesarchio, in provincia di Benevento, non sarebbe idonea alla riattivazione non essendoci le condizioni di sicurezza.
Intanto una delegazione di Ariano Iirpino, guidata dal sindaco Gambacorta, si è recata a Roma ed è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente Giorgio Napoletano. La delegazione ha chiesto al Capo dello Stato i suoi buoni uffici per fermare la riapertura di Difesa Grande, una discarica, a giudizio dei residenti, inquinata e inquinante.
Le reti televisive a livello locali hanno riferito che  è cominciata la campagna per la raccolta differenziata dei rifiuti nei comuni della Campania. Secondo l’ordinanza governativa a suo tempo emessa,  saranno dimissionati tutti i sindaci che entro sessanta giorni non presenteranno un piano di azione.
 Infine la presidenza del Consiglio dei ministri ha sbloccato oggi l’impasse sugli incentivi previsti dal Cip6 in favore degli impianti che producono energia da fonti rinnovabli e li ha estesi ai tre termovalorizzatori che saranno realizzati in Campania. Una là importante per il costruendo impianto di Acerra  di nuovo al centro di una gara di appalto per il suo completamento entro il 2009. Gli altri due termovalorizzatori sono in programma nel Casertano e a Salerno. (A.M./Italia Estera)



 
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