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22 gen 2008RELIGIONE:Il nuovo Padre Generale dei Gesuiti si interroga sul futuro dell’ attività missionaria. Il Papa: “totale adesione alla dottrina cattolica”.

Servizio di Alfonso Maffettone
 
ROMA, 21 GEN, (Italia Estera) – “Annunciamo un messaggio , il Vangelo, che non si esaurisce in un solo paese, né in un solo ordine religioso ma è per tutte le nazioni perché è un messaggio che non si può ridurre: è un messaggio per i poveri, gli emarginati, gli esclusi che aumentano con la globalizzazione, per coloro che non hanno posto in una società fatta solo per i grandi”: il nuovo padre generale dei Gesuiti, lo spagnolo Aldolfo Nicolas, 71 anni, all’ indomani dell’elezione,  ha sgombrato il campo dai “clichè, superficiali e irreali”  che ipotizzano possibili contrapposizioni fra il superiore dei gesuiti chiamato papa nero e il vero Papa. “Costruzioni giornalistiche”, ha detto.
L’omelia pronunciata nella chiesa del Gesù  è rivelatrice del percorso  formativo e pastorale di padre Nicolas, teologo e missionario nei paesi e nelle nazioni del lontano Oriente. Chiamato a guidare il più numeroso ordine religioso cattolico nel mondo con quasi 20 mila sacerdoti, il nuovo superiore generale ha indicato la globilazzazione come una calamità per i più poveri del mondo, una preoccupazione che si è accresciuta a diretto contatto con aree fra le più arretrate , il profondo sud delle Filippine, la Cambogia, l’Indonesia, la Birmania.
Paesi in netto contrasto con la realtà della globalizzazione nella quale primeggia il Giappone seguito a ruota da Cina e India divenute anche esse potenze economiche dell’ Asia ma travagliate da forti e drammatiche contraddizioni interne.
La Compagnia di Gesù riafferma,quindi, la sua vocazione all’ attività missionaria sulle orme di  Ingnazio di Loyola e Francesco Saverio, fondatori dell’ordine religioso.
Francesco Saverio giunse in Giappone nel 1549 – l’era dei  grandi velieri -  per predicare la cristianità e coltivò, come ex studente dell’Università di Parigi,  il sogno di istituire una università nel grande arcipelago nipponico per realizzare un altro degli obiettivi principali dell’Ordine , l’insegnamento. Il sogno si è potuto realizzare dopo 360 anni.
All’inizio del 20/mo secolo nel 1913 i gesuiti hanno fondato la Sophia University (dal greco Sapienza)  a Tokyo, una istituzione divenuta prestigiosa e prossima al centenario. Da allora i gesuiti vi hanno lavorato come missionari, sacerdoti e religiosi. Il nuovo padre generale,  Adolfo Nicolas è stato professore di Teologia sistematica alla Sophia University, un nome che  desta l’ ammirazione  di studiosi ed educatori di tutto il mondo.  
 
Nel terzo millennio il nuovo padre superiore dei Gesuiti, ponendo l’enfasi sui poveri e i diseredati della globalizzazione, si interroga “dove deve andare a questo punto della storia  il nostro servizio e la nostra energia e quale colore e quale tono deve avere la salvezza per tante nazioni umane che ancora l’attendono e sono ancora lontane non solo geograficamente ma anche umanamente”.
 In una lettera al preposito uscente Peter Hans Kolvenbach , Benedetto XVI,  in continuità con gli interventi dei suoi predecessori,  ha ricordato il legame particolare che lega la Compagnia di Gesù al Successore di Pietro, espresso dal "quarto voto" di speciale obbedienza al Papa ed ha chiesto di promuovere “la vera e sana dottrina cattolica”.
 “Di questa fedeltà, che costituisce il segno distintivo dell’Ordine, la Chiesa ha ancora più bisogno oggi – sottolinea il Papa – in un’epoca in cui si avverte l’urgenza di trasmettere, in maniera integrale, ai nostri contemporanei distratti da tante voci discordanti l’unico e immutato messaggio di salvezza che è il Vangelo, 'non quale parola di uomini, ma com’è veramente, quale parola di Dio', che opera in coloro che credono. L'opera evangelizzatrice della Chiesa conta pertanto molto sulla responsabilità formativa che la Compagnia ha nel campo della teologia, della spiritualità e della missione”, continua il Papa il quale chiede alla Congregazione generale che "riaffermi, nello spirito di sant'Ignazio, la propria totale adesione alla dottrina cattolica, in particolare su punti nevralgici oggi fortemente attaccati dalla cultura secolare, come, ad esempio, il rapporto fra Cristo e le religioni, taluni aspetti della teologia della liberazione e vari punti della morale sessuale, soprattutto per quel che riguarda l'indissolubilità del matrimonio e la pastorale delle persone omosessuali”.
Alfonso Maffettone/Italia Estera



 
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