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Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


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09 gen 2008‘’Anche all’estero un Partito Democratico degli elettori e federale’’ di Federico Oggian*

PRAGA, 9 GEN. (Italia Estera) - Un partito degli elettori anche all´estero: prevedendo l´elezione diretta da parte dei cittadini sostenitori degli organismi dirigenti all´estero coerentemente con l´impostazione della bozza di Statuto. Anche per l´estero una struttura federale con Segretari a livello di Circoscrizione elettorale con gli stessi poteri dei Segretari Regionali. Consentire  ai democratici all´estero maggiore partecipazione alle decisioni attraverso gli strumenti telematici. Questi i punti principali dell´intervento di Federico Oggian, delegato all´Assemblea Costituente della Circoscrizione Estero.
 
Ritengo che la discussione sulle regole per il PD all‘ estero vada inquadrata nel contesto del piu‘ generale dibattito sulle regole del PD.
La forma partito, le regole, potrebbero sembrare una questione noiosa, da demandare agli addetti ai lavori.
Invece e´ dal modello di partito che adotteremo che potremo capire anche che politica si fara´. Che concetto della politica e del fare politica assumeremo. Un partito che voglia e sappia rappresentare quell´Italia del lavoro (o meglio dire dei lavori), della solidarieta´, dell´innovazione, che guarda al Pd con attenzione, sapendone tradurre in programmi politici adeguati le istanze, e´ un partito che deve formare le proprie decisioni con l´apporto fondamentale dei cittadini elettori, chiamando costoro a decidere sulle scelte fondamentali del partito: i programmi e le persone che li rappresentano.
Enrico Letta affrontava con queste parole, durante la campagna delle primarie, il tema della forma partito. ´´Stiamo costruendo un partito ex novo. Lo stiamo realizzando con una modalità originale, coinvolgendo direttamente - o tentando di farlo - la platea degli elettori attuali o potenziali del PD. Si tratta anche di scegliere un nuovo, possibile, modello di forma-partito. Per questo occorre discutere e confrontarci, partendo dalla constatazione oggettiva della difficoltà di innovare la politica che ha incontrato buona parte dei partiti attualmente esistenti.´´
Il PD e´ stato fatto perche´ e´ arrivato il momento storico di unire i riformismi italiani, certo, ma e´ indubbio che esso sia nato anche per dare una risposta alla crisi irreversibile dei modelli di partito del ´900.
Veltroni all´Assemblea Costituente ha parlato in questo senso di discontinuita´, con molta efficacia. ´´ il voto del 14 ottobre è stato un voto per il cambiamento, e non per la continuità. …. Milioni di italiani hanno votato in nome di una politica nuova, più sobria nell'uso delle risorse pubbliche e più efficiente nell'amministrarle, più umile e più competente. In altre parole, quel voto è stato una precisa richiesta di "discontinuità". Di più: è stato esso stesso un atto di discontinuità, che ha fatto invecchiare di colpo molte delle consuetudini della politica italiana, rivelatesi quasi all'improvviso per quel che sono: inservibili come ferri arrugginiti´´.
E poi Veltroni prefigurava quali potessero essere le resisenze che questo processo di cambiamento portava con se´ e diceva ´´il nostro vero problema, adesso, è come evitare di mettere il vino nuovo in otri vecchi. E' combattere la tentazione di inquadrare questa enorme novità dentro schemi tradizionali. E' non lasciarci prendere dall'illusione che si possa semplicemente aggiungere il protagonismo di milioni di persone alla forma-partito che abbiamo conosciuto nel Novecento e della quale oggi sopravvivono pallide tracce.´´
Ma quali sono questi otri vecchi? Quali erano/sono le distorsioni che i vecchi partiti hanno prodotto nel sistema di rappresentanza?
Schematicamente.
Una classe politica diventata autoreferenziale e ingessata perche´ non erano previsti meccanismi competitivi di ricambio (la cooptazione ha vinto).
 
Una classe di professionisti della politica a vita (cosa diversa dall´avere politici professionali) e quindi oggettivamete impermeabile alla societa´ civile (che per intenderci e´ quella fatta dalle persone che vivono del proprio lavoro e che se fanno politica la fanno a proprie spese).
Da cio´ e´ derivata una certa incapacita´ di leggere i fenomeni sociali e di rappresentare le nuove domande. Quello che Veltroni chiama ´´politica prepotente con i cittadini e impotente dinanzi i loro problemi´´.
Cosi´si sono prodotti apparati o notabilato che hanno pienamente avverato, senza che vi fossero rimedi interni, quella ´´ferrea legge dell´oligarchia´´ descritta da Michels, con la classica inversione di obiettivi delle organizzazioni: il fine diventa l´organizzazione in quanto tale, la sua sopravvivenza, e non piu´ gli scopi sociali per i quali e´ nata.
Da cio´ ne sono conseguiti centralismo decisionale e partito-fine e non partito-strumento.
Vogliamo evitare le distorsioni che i precedenti partiti portavano con se´? Senza che questo avvenga attraverso qualunquistiche levate di scudi contro la politica e i partiti in quanto tali? Vogliamo che il PD si dia delle procedure di funzionamento interno che impediscano le derive di cui sopra? Lo dobbiamo fare. Non c´e´alternativa se abbiamo a cuore una democrazia sostanziale.
L´esperienza in politica e´ importante e il PD ne ha bisogno. Si tratta di valorizzare al meglio le competenze e le esperienze esistenti, ma sapendosi aprire alle competenze che provengono dalla societa´. Si tratta di non prevedere incarichi a vita, incarichi doppi, tripli, multipli. La selezione che deriva dalla competizione virtuosa tra candidati scelti dagli elettori e´ la migiore garanzia per evitare questi guasti.
Quello che conta di piu´e´ capire che gli otri vecchi non solo sono inutilizzabili ma proprio non sono piu´ gli otri che possono contenere un vino nuovo che e´ frutto dell´apporto di tante e tante persone con provenienze diverse. Insomma, c´e´ da cambiare mentalita´.
Se quindi parliamo di regole dobbiamo essere consci del necessario sforzo di innovazione che siamo chiamati a fare. Anche noi all´estero.
Prima di tutto. La discussione delle regole del PD all´estero non puo´ secondo me venire fatta in modo scollegato e chiuso rispetto alle scelte fondamentali che il partito sta facendo in termini di principi organizzativi e che hanno trovato nella bozza di Statuto presentata dal Presidente della Commissione Statuto Vassallo un´ottima sintesi (per chi e´interessato questo e´il link per scaricarvi la bozza di Statuto)
Due i punti fondamentali che vorrei sottolineare e che credo rispondano alle domande che in questo momento ci stiamo facendo sul Pd all´estero.
Il PD sara´ un partito degli elettori.
Il PD sara´ un partito federale.
 
Il Pd partito degli elettori.
L´art. 1 della bozza di Statuto recita: ´´Il Partito Democratico è aperto alla partecipazione di tutti i suoi elettori. Affida al loro voto, diretto e segreto, le scelte fondamentali che definiscono l'indirizzo politico dal partito stesso, così come la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali.´´
Nell´art 2 si descrivono le due figure di base di riferimento del PD, i sostenitori (in sostanza coloro che dichiarano apertamente, con iscrizione ad apposito albo, di essere elettori del PD) e gli aderenti (i veri e propri iscritti).
Per «sostenitori/sostenitrici» si intendono coloro i quali, cittadine e cittadini italiani nonché cittadine e cittadini dell'Unione europea residenti, cittadine e cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, partecipano alle primarie, alle elezioni dirette degli organismi dirigenti interni o prendono parte ai forum tematici, sottoscrivendo il manifesto dei valori del Partito e dichiarando la loro disponibilità ad essere inseriti nell'Albo dei sostenitori.
La bozza di Statuto e‘ inequivocabile. Sono i sostenitori (gli elettori che si dichiarano tali esplicitamente) coloro che hanno la titolarita´ ad eleggere direttamente gli organismi dirigenti interni.
Nella bozza di Statuto lo si dice poi esplicitamente. Il Segretario Nazionale e l´Assemblea Nazionale(art. 3), i Segretari Regionali e le Assemblee Regionali (art. 14) sono individuati attraverso elezione diretta da parte dei sostenitori.
Anche gli organismi dirigenti di livello inferiore a quello regionale sono eletti dai sostenitori. (art. 15).
Mii pare del tutto scontato che anche a livello di Circoscrizione estero ci si mantenga coerenti con questa impostazione.
In un mio precedente intervento sul tema delle regole affermavo proprio che a mio parere i dirigenti del PD all´estero, a tutti i livelli, andavano eletti dai citttadini-elettori. Ribadisco quindi quella posizione confortato ora dal fatto che essa e´ largamente condivisa nel partito e assunta nella proposta di Statuto per quanto riguarda il partito in Italia.
Anche all´estero quindi e´ da auspicare quella ´´scelta di una "competizione senza drammi", virtuosa e trasparente´´, principio di cui parlava sempre Enrico Letta sostenendo inoltre la necessita´ di una ´´verifica periodica dei gradi di consenso per la scelta dei candidati e il rifiuto della cooptazione che continua a imperare, complice anche una sciagurata legge elettorale´´. A tal proposito aggiungo che, (e qui andrebbe inserito nello Statuto il principio poiche´ mi pare che la bozza non intervenga su questo) l´elezione diretta di organi collegiali va fatta garantendo l´indicazione da parte dell´elettore della preferenza e abbandonando definitivamente la prassi delle liste bloccate.
Il PD partito federale.
La scelta del decentramento territoriale e dell´autonomia decisionale e´ sancita nel modo migliore nella bozza di Statuto.
L´articolo 11.´´(Autonomia degli organi regionali e locali)´´ recita. ´´Ai competenti organi regionali e locali è riconosciuta autonomia politica, programmatica, organizzativa e finanziaria in tutte le materie che il presente Statuto non riservi alla potestà degli organi nazionali’’.
L´esigenza di autonomia si pone, direi a rigor di logica, anche per il Pd all´estero. Qui non faro´ altro che riprendere quanto scritto due mesi fa: ´´Sintetizzando in uno slogan, direi che il PD all´estero deve essere innanzitutto degli italiani all´estero. Auspico che lo statuto del PD all‘ estero sia ispirato al principio federativo. Cio‘ significa decentamento territoriale e autonomia decisionale delle realta´ locali. Non si tratta di un´opzione politica astratta. Lo richiede l´ estrema differenziazione di problematiche che nei diversi paesi le comunita´ italiane presentano. Il PD all´estero deve anche organizzarsi, a mio parere, in modo efficace rispetto a quelle che sono le aree geografiche che suddividono le circoscrizioni nelle competizioni elettorali. Sono quindi dell´opinione di prevedere la figura del Coordinatore (e Coordinamento) di circoscrizione e/o di continente. Naturalmente questo non deve significare appesantimento organizzativo ma decentramento di struttura e risorse. Direi: struttura di partito molto leggera a Roma e strutture e risorse ai Coordinamenti Nazionali e a quelli di Circoscrizione elettorale e/o continentale.´´
Dicevo anche che e´ stata un´occasione perduta quella di non prevedere l´elezione dei Coordinatori continentali in occasione delle primarie, cosi´ come si e´ fatto per i Segretari delle Regioni.
Il livello regionale e´ ´´politicamente´´ infatti  quello che meglio a parer mio puo´ essere utilizzato come riferimento per le Circoscrizioni contintantali/elettorali all´estero. Nel senso che le quattro circoscrizioni elettorali dell´estero dovrebbero essere gestite e avere il grado di autonomia che ha una Regione italiana. E auspico quindi che cio´ si realizzi a livello di Statuto.
Questo anche se, numericamente, considerando i rispettivi bacini elettorali, la Circoscrizione Estero potrebbe essere considerata come un´unica Regione. Il corpo elettorale nelle elezioni politiche del 2006 e´ stato complessivamentte di 49,786 milioni di cittadini, di cui 47, 163 in Italia e 2,623 all´estero. Un rapporto quindi di circa 1 a 20. Una proporzione che prevederebbe una ´´Regione´´ Estero rispetto alle 20 regioni italiane.
Tuttavia, l´art. 16, che prevede l´organismo della Conferenza dei Segretari regionali, che recita, estende alle province di Trento e Bolzano lo status proprio delle Regioni.
Per analoghi motivi di specificita´ e differenziazione delle problematiche proprie alle comunita´ italiane residenti nelle diverse circoscrizioni elettorali dell´Estero, penso sia da prevedere la corrispondenza, anche nello Statuto, tra Coordinatori/Segretari continentali/di circoscrizione elettorale e Segretari regionali, e conseguentemente la presenza dei quattro Coordinatori/Segretari della Circoscrizione Estero nella Conferenza dei Segretari regionali. Sappiamo tutti molto bene che non e´ possibile rappresentare le istanze specifiche dei cittadini italiani che vivono in Sudamerica e di quelli che vivono in Europa con un´unica politica e delle identiche priorita´ programmatiche.
Per questo sono dell´orientamento, in ogni caso, e al di la´ dell´auspicabile presenza nella Conferenza delle Regioni dei quattro Segretari/Coordinatori contintentali/di circoscrizione elettorale, che il PD all´estero si suddivida organizzativamente nelle 4 circoscrizioni continentali/elettorali (America del Nord, America del Sud, Europa, Asia-Africa-Oceania) dando ad esse lo status di Regioni dal punto di vista dei poteri conferiti e dell´autonomia, e prevedendo quindi per ciascuna un Segretario di Circoscrizione continentale/elettorale e un´Assemblea di Circoscrizione Continentale/elettorale. Naturalmente Segretari e Assemblee eletti direttamente dai sostenitori come prevede lo Statuto per il livello regionale.
I Coordinatori/Segretari di Paese dovrebbero avere caratteristiche analoghe a quelle dei Segretari Provinciali. E i Coordinatori/Segretari di citta´caratteristiche analoghe ai Segretari Comunali. Da prevedere, in situazioni particolari, anche eventuali strutture organizzative che riproducano il bacino elettorale del Com.It.Es.
E anche per queste figure la scelta degli organismi dirigenti (Segretari e Assemblee) dovra´ avvenire attraverso elezione diretta da parte dei cittadini sostenitori.
Propongo poi che sia istituito un organismo simile alla Conferenza delle Regioni (Conferenza degli italiani nel Mondo?) composto da tutti i Coordinatori´/Segretari di Paese, dai Coordinatori/Segretari Continentali, e presieduto dal Coordinatore della Circoscrizione Estero, eletto a scrutinio segreto dai componenti la Conferenza degli italiani nel Mondo, analogamente a quanto avviene per la Conferenza delle Regioni.
Ultima osservazione. Le forme della comunicazione, della discussione e della formazione delle decisioni. Per ragioni oggettive la partecipazione fisica agli organi del PD all´estero comporta maggiori difficolta´. Vanno quindi sicuramente studiate e previste anche statutariamente forme di partecipazione e formazione delle decisioni per via telematica. Vanno messi a disposizione strumenti per questo (in particolare i Web Forum e le conferenze via Internet ).
A tutti i miei cari saluti e un augurio di un proficuo lavoro ai componenti il gruppo sulle regole per il Pd all´estero.
'
*Federico Oggian - delegato Circoscrizione Europa all'Assemblea Costituente del PD
 



 
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