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08 dic 2007Fondamentale la partecipazione degli Italiani all’estero al nuovo Programma Nazionale del Fondo Sociale Europeo 2007 – 2013.

di Franco Santellocco –
 
ROMA, 8 DIC. (Italia Estera) - Nel documento sull’internazionalizzazione approvato durante la riunione straordinaria del 17 e 18 luglio di quest’anno e nel documento approvato durante l’Assemblea Plenaria di novembre, la Va Commissione tematica del CGIE ha analizzato il ruolo strategico del Fondo Sociale Europeo per le comunità italiane all’estero.
 
Il FSE, infatti, svolge una funzione di promozione dello sviluppo regionale attraverso la crescita delle risorse umane del territorio nell’ottica dell’affermazione del principio stabilito a Lisbona secondo il quale l’Unione Europea deve diventare la società della conoscenza più competitiva del mondo. In tale contesto, la programmazione italiana dei Fondi Europei, grazie al lavoro svolto negli ultimi anni  dalla DGIEPM del MAE,  ha evidenziato come le professionalità italiane all’estero, in una rinnovata logica di sistema italiano nel mondo, possano contribuire all’innovazione dei sistemi regionali di formazione e lavoro proiettandoli in una dimensione europea e internazionale.
 
Il CGIE ha condiviso tale impostazione partecipando alle consultazioni del MAE con il Ministero del Lavoro per assicurare sostegno e impegno per una efficace conclusione dei lavori. Ed infatti, mentre da una parte il CGIE è ormai parte attiva della programmazione dei fondi nazionali per l’attuazione del Bando 2007 sulla formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE, anche sul versante delle azioni che si svolgono per le Regioni italiane nell’ambito delle politiche di coesione  dell’Unione Europea è stata colmata una lacuna per tanto tempo sofferta.
 
Ed ecco i risultati. Il 21 novembre scorso la Commissione Europea ha approvato i Programma Operativo Nazionale di FSE 2007 2013 destinato allo sviluppo delle risorse umane delle  Regioni del Mezzogiorno e delle Regioni del Centro Nord. Il Ministero del Lavoro interverrà sulle grandi tematiche della riforma della formazione professionale e del mercato del lavoro quali il sistema dell’accreditamento delle sedi formative, l’attuazione della riforma dei Centri per l’Impiego, la formazione continua, le azioni di sistema per l’occupazione delle fasce deboli e di lavoratori a rischio di disoccupazione,  l’affermazione del principio delle pari opportunità non solo di genere ma anche di razza e di ogni altra condizione discriminante, le politiche dell’inserimento sociale degli immigrati e della popolazione emarginata. Nel vasto programma di riforme non è venuto meno, grazie all’impegno della DGIEPM del MAE ed al sostegno del CGIE, il riconoscimento del potenziale di sviluppo costituito dagli italiani all’estero. In questo ambito, è stata condivisa dal Ministero del Lavoro la proposta    di promuovere le reti di collaborazione progettuale e di assistenza tecnica con le migliori professionalità e personalità italiane all’estero al fine di rafforzare il collegamento tra i sistemi di formazione dei Paesi appartenenti all’UE. La DGIEPM (Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri), che ha ricevuto anche il sostegno delle Regioni, attuerà così il programma operativo 2007-2013 dell’Osservatorio sul lavoro e sulla formazione degli italiani all’estero che opera presso il MAE, presso le  regioni italiane del Mezzogiorno e in 15 Paesi di emigrazione. L’obiettivo dell’Osservatorio, ambizioso e lodevole, è quello di agire nella logica della politica di Lisbona come centro di propulsione del patrimonio delle conoscenze e delle capacità di “fare” degli italiani all’estero in modo da  attrarre verso l’Italia il potenziale tecnico e scientifico degli italiani all’estero e mobilitare verso di essi le ingenti risorse finanziarie assegnate alle Regioni dall’Unione Europea. Il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 di Fondi Strutturali europei assegna, infatti, alle Regioni la quasi totalità delle risorse pubbliche per lo sviluppo della competitività del territorio pari a 125 Miliardi di euro. Alle Regioni dobbiamo, quindi, guardare come ai nuovi poli di interesse per le strategie di valorizzazione degli italiani all’estero.
Il programma dell’Osservatorio è strutturato in  numerose positive iniziative di sensibilizzazione, di animazione e di scambio informativo e progettuale con le Amministrazioni regionali, che potranno in futuro avvalersi sempre di più della collaborazione del CGIE, dei  Comites e delle associazioni di italiani all’estero completando così l’attività già svolta per la preparazione e l’attuazione degli interventi di formazione professionale nei Paesi extra UE. E’ nostro impegno, dunque,  partecipare attivamente a  queste opportunità rappresentate dal  FSE  nell’intento di riaffermare anche sul versante della Unione Europea il ruolo strategico del CGIE, dei Comites e dell’ associazionismo.  (Italia Estera) -
 



 
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