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11 nov 2007VENEZUELA: Un altro imprenditore italiano ucciso a Caracas

Servizio di Carmine Ragucci

CARACAS, 10 NOV – Un altro imprenditore italiano, il terzo solo in quest’anno, è stato ucciso in Venezuela. E’ Aldo Giuseppe Ricotta. E’ rimasto vittima di un'aggressione mentre si trovava nel suo lussuoso fuoristrada, un Suf, in una strada del quartiere “Las Acacias"di Caracas.
Secondo la ricostruzione fatta dal capo della polizia Alexander Perez, l'imprenditore è stato bloccato da due sconosciuti, scesi da un’altra automobile, che hanno cercato di farlo uscire dal suo lussuoso fuoristrada, probabilmente per derubarlo. L'uomo ha però opposto resistenza, e gli aggressori gli hanno sparato. Ricoverato all'ospedale Perez Carreno di Caracas, è morto.
Giuseppe Aldo Ricotta era il responsabile italiano di una compagnia olandese specializzata in componenti elettroniche militari. Fonti diplomatiche italiane nella capitale venezolana riferiscono che Ricotta aveva 58 anni, era nato nel 1949 a Patrica, in provincia di Frosinone. Era sposato con due figli e aveva lungamente vissuto in Olanda prima di trasferirsi a Caracas dove si occupava della commercializzazione dei prodotti della società olandese. La fonte diplomatica italiana ha anche riferito che si propende per la tesi dell'omicidio a scopo di rapina del lussuoso veicolo di cui l'italiano disponeva.

Uno dei suoi due figli vive a Miami ed è giunto a Caracas per occuparsi delle pratiche legali relative al decesso.
Nel paesino del frusinate vivono solo i parenti della mamma della vittima, Rosa Belli. Giuseppe Aldo Ricotta è soltanto nato in Ciociaria perché il padre, Amedeo, carabiniere di carriera, ha vissuto a Sabaudia, in provincia di Latina. L'unico parente in vita, uno zio, che ancora vive a Patrica, è Giulio Belli. Il sindaco di Patrica ha riferito che gli anziani genitori della vittima si erano successivamente trasferiti a Roma.

Nell'ultimo anno tre italiani sono stati uccisi in modo violento in Venezuela. Oltre a Ricotta, nel settembre 2006 è toccato a Elena Vecoli, massacrata nell'arcipelago di Los Roques mentre si trovava in viaggio turistico col marito. Nel maggio di quest'anno è stata la volta dell'imprenditore Carlo Zaccanti nell'ambito di un tentativo di rapina di un Rolex.

All'indomani dello spietato omicidio della giovane turista italiana Elena Vecoli, in viaggio di nozze a Los Roques, l'insicurezza che si vive nel Paese, e che colpisce fortemente la nostra Collettività, aveva già messo in allarme la Farnesina e convinto il ministro Danieli, sollecitato in ripetute occasioni anche dall'on. Mariza Bafile, dell'opportunità di una sua visita in Venezuela. L'omicidio della giovane Vecoli era stata "la goccia che fa traboccare il bicchiere".

Danieli ebbe colloqui con i ministri Jorge Giordani e con il vice ministro per la Sicurezza Cittadina Gen. Jesù Villega Solarte e col Vicepresidente, Josè Vicente Rangel. Danieli si recò anche a Maracay. Qui incontrò il Governatore Didalco Bolívar Graterol e visitò anche lo studio televisivo di Tvs, uno dei mass-media di proprietà di un’altra vittima della delinquenza venezolana Filippo Sindoni, barbaramente assassinato l’anno prima, durante un tentativo di sequestro. Con il ministro degli Interni parlò dei problemi inerenti ai sequestri. Si convenne con le autorità venezolane di organizzare un gruppo di venti poliziotti esperti per frequentare nel nostro Paese un corso di circa un mese sull'antisequestro. Il corso che consiste in un addestramento specifico comprendente anche l’uso di nuove tecnologie per l’attività investigativa, si svolse presso l’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno. (Italia Estera)

Carmine Ragucci/Italia Estera 



 
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