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07 nov 2007Per il Cgie, nella seconda giornata della Plenaria, e` il giorno dei giovani e del futuro

L’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti e del suo vice Carla Zappetti e quelli dei Vice segretari - I giovani italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti - Parla il vecchio Mirko
ROMA, 7 NOV. (Italia Estera) -  I lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, seconda giornata, si aprono con l’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri. “Vorrei sottolineare che l’obiettivo di razionalizzazione della rete consolare di cui ieri si è discusso – ha detto Benedetti, – necessaria per un ulteriore inserimento di organico nella rete stessa, non deve essere visto come un ricatto che colpirebbe le gestione dei servizi per le nostre collettività, ma come un atto dovuto e un compito a cui, per legge, non ci possiamo sottrarre. In questi anni sono stato uno dei più convinti sostenitori dell’importanza della rete consolare al fine di garantire una proiezione internazionale adeguata del Paese all’estero, i servizi e delle tutele per i nostri connazionali emigrati, come per coloro che si recano all’estero anche per brevi periodi, e, infine per l’immigrazione, la cui gestione dei flussi regolari richiede un grande impegno sul fronte delle pratiche di visto”.
“Considero la rete – ha ripetuto Benedetti – come un investimento e non come un costo. Ribadisco che le istituzioni consolari sono in grave sofferenza e sarà necessario seguire l’andamento della legge finanziaria in Parlamento per fare in modo che i capitoli di spesa riguardanti il funzionamento della rete vengano mantenuti e incrementati.
Le decurtazioni sulla spesa a favore degli italiani all’estero erano state quantificate dal ministero dell’Economia, rispetto alla legge finanziaria del 2007, di 7 milioni e 500 mila euro, ma una forte azione a livello politico ha contrastato questa tendenza, come abbiamo sentito dalle stesse parole del vice ministro Danieli ieri, facendo registrare un incremento netto della spesa di 25 milioni di euro nella legge finanziaria 2008 rispetto a quella passata”.
Benedetti ha risposto alle osservazioni mosse ieri dal consigliere Gianluigi Ferretti, chiarendo che: “la direzione generale ha all’attivo due capitoli di spesa che vanno da un lato a favore dei connazionali all’estero e dall’altro ad organismi internazionali che si occupano di politiche migratorie. Si tratta di due specifiche definite dalla stessa dicitura della direzione – per gli Italiani all’estero e per le Politiche migratorie, appunto – che ci sono sempre state e le cui voci non si ripercuotono sui capitoli di spesa assegnati all’una o all’altra, come se si trattasse di una sottrazione di risorse”.
Benedetti ha ricordato lo stato in cui versano le richieste della cittadinanza italiana da parte dei connazionali residenti in America Latina. “Possiamo quantificare in circa un milione le pratiche di richiesta ancora inevase e con le risorse attuali questo problema non può essere risolto. Se disponessimo – ha aggiunto – di 2 milioni di euro addizionali sia per l’anno 2008 che per il 2009 sul capitolo di spesa pertinente saremmo in grado di assumere digitatori per il disbrigo di queste richieste. Tutto dipenderà dalle risorse che in finanziaria saranno dedicate all’assunzione di personale con contratto interinale nelle nostre sedi consolari”.
Benedetti ha precisato che il contratto assicurativo in ambito sanitario che è stato stipulato con alcuni paesi dell’America Latina - Uruguay e Messico, mentre per l’Argentina si sono appena concluse le procedure di gara preparatorie alla stipula – non può essere fatto per tutti i paesi, anche se ogni possibile soluzione sarà vagliata in futuro in questa direzione.
Benedetti ha concluso il suo intervento ricordando che “la rete consolare onoraria è da me considerata necessaria  per sopperire alle carenze della rete e che quindi una sua ricognizione è necessaria solo al fine di un suo potenziamento e per far sì che i finanziamenti ad essa preposti non vengano decurtati”.
Prosegue il Vice Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero Affari Esteri, Carla Zappetti , che analizza lo stato della rete di tutta l’amministrazione italiana all’estero, insieme alla questione dei suoi possibili finanziamenti, chiarendo come le trasformazioni mantengano una rapporto tra addetti alla rete consolare e connazionali che è comunque inferiore alla media complessiva di un addetto per 1602 italiani all’estero.
“La seconda fase di riorganizzazione della rete consolare - precisa ancora Carla Zuppetti  - prevede la trasformazione del Consolato ad Esch sur Alzette in Cancelleria consolare presso l’Ambasciata a Lussemburgo; la chiusura del Consolato di Innsbruck con un parallelo ampliamento delle competenze all’Ambasciata di Vienna e l’istituzione di un Ufficio consolare onorario; l’attribuzione al Consolato di Manchester della competenza sulla circoscrizione consolare di Edimburgo; la creazione di uno sportello permanente ad Edmonton”.
“Ribadisco che l’amministrazione, in linea con quanto già affermato dal direttore generale – ha detto Carla Zuppetti – concepisce la rete consolare come un investimento e non come un costo. Gli interventi di riorganizzazione sono dovuti ad una richiesta di maggiore razionalizzazione dei servizi erogati e dei costi sostenuti, a beneficio della rete e degli utenti. L’urgenza di una previsione anticipata delle risorse dedicate alla rete consolare, richiestaci per una previsione di bilancio, ci ha indotto a rivolgerci in estate al comitato di presidenza del CGIE, ma siamo disponibili a rivedere la seconda fase e la terza fase del riordino alla luce dei suggerimenti che il Consiglio generale vorrà indirizzarci”.
Arrivando al tanto discusso Comma 404 della Finanziaria 2007, Carla Zuppetti invita i Consiglieri del Cgie a cercare e proporre dei suggerimenti in questa direzione. “I paesi direttamente toccati potrebbero approfondire la problematica, attraverso le vostre valutazioni”.
A conclusione degli interventi dell’Ambasciatore Benedetti e di Carla Zuppetti, il Segretario Carozza, nel ribadire il parere negativo sulla riorganizzazione della rete, ha lasciato aperto uno spiraglio: “siamo disponibili – ha precisato Carozza - all’elaborazione di proposte e progetti per l’intera fase del riassetto organizzativo”.
 
Gli interventi dei Vice segretari.
Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, si è  dichiarato totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi sulla la reale efficacia delle delibere sulle quali  il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo, concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione. Sul rilascio gratuito dei passaporti, Losi ha ricordato come la normativa vigente (art. 19 della legge 1185/67) sia sottoposta oggi a diverse interpretazioni: “tra consolato e consolato, in generale in maniera restrittiva a danno dell’utenza. La Commissione chiede quindi – ha proseguito Losi – delle linee direttive comuni di interpretazione in modo che non ci siano discriminazioni tra connazionali che vivono nelle diverse circoscrizioni consolari e una interpretazione realistica e non restrittiva della normativa per quello che riguarda i concetti di “lavoro manuale” e “piccolo traffico”. Riteniamo immorale che l’amministrazione interpreti in maniera “furbesca” la legge dello Stato. L’emigrazione, per eventuali suoi torti, ha già pagato abbondantemente per rinunciare oggi alle sue ragioni. 
 
Francisco Nardelli, Vice Segretario Generale per l’America Latina ha richiesto, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali.
 
 
Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa. Ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Amaro si è detto favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha già elaborato una bozza.
Giovanni Rapanà, Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, anch’egli si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che sono stati già presentati dai parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, augurandosi che possano presto venire approvati. Rapanà ha sostenuto di aver dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie. In chiusura dell’ intervento ha rassegnato le proprie dimissioni, per recuperare libertà di espressione e di iniziativa, che sono naturalmente vincolati da un incarico come quello del presiedere una Commissione continentale nell’ambito degli scopi che dal CGIE le sono affidati.
I giovani italiani e di origine italiana nel mondo  protagonisti
 
I giovani provenienti da ogni parte del mondo sono stati  chiamati a confrontarsi con il CGIE. Ad introdurli è Carlo Erio, presidente della VII Commissione tematica del CGIE, dedicata al coinvolgimento delle giovani generazioni per una riscoperta di un legame qualitativamente diverso con l’Italia e con le loro radici, nel presentare il documento propositivo redatto in vista della Conferenza in programma l'anno venturo e sottoposto all’approvazione del CGIE.
“E’ necessario riconoscere l’importanza della partecipazione dei giovani a loro spazi di rappresentanza – spiega Erio – all’interno della comunità italiana dei residenti all’estero. Da una situazione di quasi abbandono dell’interesse verso questi giovani oggi, forse innescata dal voto all’estero, abbiamo una sempre maggiore e potente richiesta di diventare partecipi e protagonisti, di far diventare una teoria realtà”.
Questo progetto deve tener conto dell’universo eterogeneo costituito dai giovani italiani nel mondo: dai discendenti della grande emigrazione del secolo scorso, oramai di seconda, terza o quarta generazione, inseriti nel Paese in cui vivono ai nuovi emigrati, nella maggior parte giovani con titoli di studio che decidono di trascorrere all’estero anche solo una parte della propria vita.
Tra i contenuti del documento programmatico, che costituiranno i diversi aspetti di approfondimento su cui verrà innestata la discussione della Conferenza mondiale e su cui il governo italiano sarà chiamato a dare risposte: l’informazione, l’identità, l’interculturalità, l’interscambio, la formazione professionale e il mondo del lavoro.
“I giovani italiani all’estero – si legge nel documento – chiedono un’informazione approfondita, concreta, maggiormente obiettiva: meno giri di parole e più sostanza nelle notizie che arrivano alle comunità.
Identità italiana: la risposta non può essere univoca, dipende dal contesto geo-politico. In questo contesto risulta doveroso rispondere alla richiesta di un approfondimento della conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso l’organizzazione di soggiorni studio e borse di studio per la frequenza delle università italiane.
Interculturalità: l’invito è quello di aprire un dibattito sui flussi migratori, i loro effetti, che impegna non solo l’Italia ma tutto il mondo.
Interscambio: favorire l’interscambio fra giovani italiani all’estero e giovani italiani in Italia oltre che con le rappresentanze delle organizzazioni giovanili e professionali presenti nel mondo.
Formazione professionale, accademica e mondo del lavoro: si ritiene essenziale la messa a punto di un gruppo di lavoro sul riconoscimento dei titoli di studio fra i vari paesi come condizione necessaria per l’agevolazione della mobilità professionale e scolastica ormai indispensabile nella società globale e l’instaurazione di un dibattito aperto con il Ministero del lavoro”.
Erio ricorda poi l’importanza dell’associazionismo per l’aggregazione giovanile, associazionismo nutrito anche in ambito telematico con la creazione di una rete dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo.
“Infine vorrei rimarcare il punto di vista con cui guardiamo alla Conferenza – dice Erio – che è un punto di partenza e non solo un approdo di questi mesi di lavoro. I giovani continueranno su questo percorso chiedendosi cosa l’Italia può fare per loro ma soprattutto cosa loro possono fare per l’Italia”.
Intervengono quindi i  protagonisti del documento, rimarcando i punti problematici dell’aggregazione giovanile all’estero sotto il comune denominatore dell’appartenenza all’universo culturale italiano.
Emilia Barbiero dal Canada dice “A Toronto si studia la lingua italiana anche se siamo ben integrati nella realtà locale e credo che l’esposizione a questo apprendimento sia una forza positiva per chiunque voglia affrontarlo e venirne a contatto. E’ responsabilità del CGIE e dell’Italia facilitare l’accesso dei giovani che vivono all’estero alla cultura italiana”.
Massimo Contuso dal Perù afferma “La nostra emigrazione è di vecchissima data  e per questo il rischio, nelle nuove generazioni, è che si perda l’identità italiana. E’ difficile avere anche una consapevolezza di quello che è l’Italia oggi, molto distante dai racconti che ci vengono fatti dai nostri nonni o genitori. Credo che la Conferenza sarà anche un mezzo per formare una rete di giovani con un’appartenenza comune, che possano crescere insieme e dialogare”.
Brunella Voia del Cile spiega che “nonostante le diverse coloriture politiche, Comites e CGIE sono d’accordo sull’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni, più distanti dall’associazionismo tradizionale. Abbiamo cominciato a fare un’indagine nel nostro paese e abbiamo scoperto però che la voglia di partecipare dei giovani è tanta e speriamo di alimentarla ancora grazie alla Conferenza”.
Pier Garcia dell’Ecuador insiste sulla difficoltà di un avvicinamento più concreto all’Italia di oggi. “Ci sentiamo stranieri nella nostra terra – dice – ed è difficile creare un collegamento dove è poca la volontà di partecipare. Ma ci stiamo comunque lavorando.
la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all’estero è percepita come un momento fondamentale. In vista della conferenza, vengono sottolineati in questa sede dei punti da chiarire. “Nel documento – spiega Pier Garçia – c’è la proposta per organizzare riunioni a livello locale, nazionale, continentale, in vista di quella mondiale. E’ prevista la partecipazione di 1000 giovani alla conferenza mondiale. Ci abbiamo lavorato ieri mattina con il Cgie. Con quei numeri, qualcuno l’ha definita una fiera. E non è quello che vogliamo”. Ed ecco la proposta: riduzione del numero dei partecipanti a massimo 300, e utilizzo dei finanziamenti a quel punto risparmiati per l’organizzazione di conferenze nazionali e continentali. “Bisogna anche tenere conto – conclude Garçia – delle fasce di età: 18-35 anni, si è detto. Fino a 24 anni le esigenze sono di mobilità e scambi universitari. Dai 25 ai 35 subentrano necessità di stampo, invece, professionale. Due realtà diverse di cui, alla Conferenza Mondiale, si dovrà tenere conto”.
Aziza Yusaief, dall’Algeria dice: “Ogni realtà locale ha la sua specificità che abbiamo cercato di manifestare con il nostro impegno. Noi in Algeria siamo moto interessati alla formazione professionale per evolvere e creare imprese. Non guardate a noi come un investimento a fondo perduto: abbiamo bisogno di aiuto ma per aiutare voi e ciò che faremo da grandi dipende anche da voi”. “Grazie perché ci avete permesso di incontrarci. Non credevamo che fosse possibile, in una realtà come questa, che può definirsi politica”. I giovani italiani in Algeria appartengono a due categorie, racconta: figli, come lei, di matrimoni misti, oppure – più numerosi – giovani lavoratori italiani che si trasferiscono in Algeria. “Non guardateci come un investimento a fondo perso, sostiene. Noi siamo la vostra pubblicità. Noi abbiamo bisogno di aiuto per crescere, per aiutare voi”. Conclude: “Sostengo il documento che abbiamo fatto perché riassume tutto. Facciamo domande e chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo ambizione, non metteteci i bastoni tra le ruote”.
Eduardo dall’Uruguay, sull’importanza della diffusione e dell’insegnamento della lingua italiana insiste. “Anche l’associazionismo deve cambiare – aggiunge – ma sono i giovani che devono maturare questo cambiamento”.
Elena Sallusto ha detto: “Anche i giovani italiani in Grecia sono molto interessati a partecipare. Sono sicura di un vostro costante impegno qui in Italia affinché le istituzioni non ci trascurino”.
Giovanni Lombardo, del Venezuela, ha ricordato la difficile situazione in cui si trova il paese, aggiungendo un interrogativo: “Molti giovani sono spinti a cercare una vita migliore altrove, ma l’Italia è disposta ad accogliere questi giovani?”.
Mike Donato, dall’Australia, ha ringraziato per la possibilità offerta dal Cgie. Ha illustrato il percorso che porterà a breve alla formazione di una Federazione nazionale di giovani italiani in Australia, aggiungendo che è già in preparazione una Conferenza nazionale. Particolare orgoglio dei giovani australiani è la partecipazione massiccia ai corsi di italiano presso le università australiane, che stanno aiutando a cementare la comunità di giovani italiani.
Infine, Claudio Marangoni, dal Sud Africa e Andreas dalla Svezia hanno ricordato come i giovani nati all’estero siano oggi perfettamente integrati nei rispettivi Paesi e come occorra dare una risposta diversa alle loro diverse esigenze. “Noi abbiamo preso sino ad oggi molto seriamente il nostro impegno – ha detto Claudio – e chiedo a voi e al governo di mettere altrettanta serietà nel vostro lavoro”.
Lorenzo Murgia, Presidente della Consulta dell’emigrazione della Regione Toscana, è intervenuto per ricordare la necessità di mettere in sinergia le esperienze e l’impegno in ambito regionale con le iniziative a livello nazionale.
“I giovani oggi ci chiedono di conoscere l’Italia così com’è – ha detto Murgia – e dietro ad ogni delegato qui presente ci sono migliaia di giovani che non chiedono altro che la possibilità di poter partecipare e di avere gli strumenti per farlo. Credo che questa Conferenza mondiale raccolga in sé molte aspettative – ha concluso Murgia – che dobbiamo cercare di circoscrivere organizzando un percorso preciso, valutato insieme proprio come oggi accade".
Padre Giovanni Tassello Presidente della IV Commissione (Scuola e Cultura) ha sottolineato come dalle parole dei giovani emerga chiaramente una differenza rispetto alla tradizione dei migranti italiani.
Per Padre Tassello la capacità di interazione mostrata in occasione dell’elaborazione del documento sulla I Conferenza dei giovani italiani all’estero, rappresenta un esempio di integrazione che andrebbe replicato nel Cgie come nel Parlamento italiano. Ma necessaria, in tal senso, è anche la capacità di costruire un dialogo intergenerazionale, una contaminazione in grado di mettere in contatto i due mondi, la tradizione con la modernità, portando come esempio la Svizzera, ed in particolare il progetto dell’Università delle tre età.
Il Dott. Alberto Cutillo, Consigliere del Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, l’Onorevole Giovanna Melandri, ha elogiato i documenti elaborati dalla VII Commissione ed ha poi ha messo in risalto la collaborazione con il Cgie che già da un anno vede coinvolto il Ministero.
Silvia Bardolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo, ha ricordato come la conferenza dei giovani all’estero della sua regione, svoltasi nel mese di luglio a Buenos Aires, abbia consentito di approfondire le tematiche dell’emigrazione e della  multiculturalità, della promozione della lingua italiana, della formazione, dell’occupazione e dell’emigrazione femminile.
La Bardolini ha auspicato che la Conferenza mondiale dei giovani venga preparata attraverso specifici incontri preliminari, con l’ausilio dei moderni strumenti forniti dall’informatica e senza un eccessivo numero di partecipanti. Gli altri punti di forza della riunione dovrebbero essere il lavoro autogestito e la costruzione di nuovi gruppi dirigenti delle associazioni che permettano l’avvicendamento generazionale.
Gianfranco Gazzola consigliere della Svizzera è intervenuto dicendo:  “Dobbiamo smetterla di sentirci eterni e colmare il distacco fra i giovani ed il Consiglio generale. Il Cgie deve continuare ad impegnarsi, anche presso i vari paesi di residenza dei consiglieri, per percorrere questa strada insieme alle nuove generazioni”.
Il Segretario generale del CGIE  Elio Carozza ha concluso affermando: “Ora tocca all’Italia investire su questi giovani e lo farà attraverso la preparazione della Conferenza mondiale del 2008, che apre “una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo” afferma. “Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo rapporto con l’Italia di oggi all’estero”.
Parla il vecchio Mirko
L’Onorevole Mirko Tremaglia, membro della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, nonché “padre” della legge sul voto degli italiani all’estero, già ministro per gli Italiani nel mondo, ha portato ai ragazzi i saluti del presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. Tremaglia ha salutato positivamente la nascita della Conferenza dei giovani italiani residenti all’estero, descrivendola come una grande opportunità, in cui sfruttare l’esempio delle generazioni passate per meglio affrontare le sfide del futuro. Il vecchio Mirko ha detto che “I giovani all’estero che si battono per la causa dell’italianità  esaltano tutta la nostra emigrazione che ha combattuto, sofferto e dato un senso alla nostra storia”. Tremaglia, dopo aver ricordato la vittoria del pieno esercizio di voto per gli italiani all’estero, ha sottolineato come sia necessario difendere a tutti i costi e con una grande alleanza questo diritto che oggi è tornato in discussione a causa del confronto sulla riforma costituzionale dello Stato. “Per l’esercizio del voto - ha proseguito Tremaglia - è importante anche la creazione di una Commissione bicamerale per gli italiani all’estero. Una proposta che sarà discussa fra poche ore dalla Commissione Esteri della Camera. Se verrà approvata, secondo l’autorevole esponente di An consentirà ai deputati e ai senatori eletti all’estero di esercitare un’azione politica più incisiva attraverso l’Italia. Il primo passaggio della bicamerale - ha aggiunto - potrebbe essere quello di far venire a Roma i 395 parlamentari nel mondo di origine italiana”. Per Tremaglia i giovani devono essere anche l’avanguardia della battaglia culturale per l’affermazione dell’Italia nel mondo.
I lavori si sono conclusi con l’approvazione, all’unanimità, del documento propositivo in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo. Nel pomeriggio, i Consiglieri e i giovani verranno ricevuti in udienza al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.  (Italia Estera) -



 
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