Fini alla trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata e ha uno scontro diretto – Il ministro Ferrero: Sono incredulo sulle affermazioni del leader di AN
ROMA, 4 NOV. (Italia Estera) - Il leader di An interviene sulla sicurezza alla trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata su Rai3. "Solo a Roma - dichiara Fini - andrebbero fatte subito 20.000 espulsioni. I politici dovrebbero andare poi a farsi anche un bel giro a Tor bella Monaca, ormai diventata come il Bronx". Fini ricorda di essersi "schierato" pro ingresso della Romania nella Ue, ribadisce che vanno espulsi tutti gli stranieri, anche europei, senza casa e lavoro.
Parlando del tema più attuale, quello della sicurezza e dell'immigrazione incontrollata, il presidente di An non ha fatto sconti a nessuno e tantomeno a Lucia Annunziata, con la quale ha avuto uno scontro diretto durante la trasmissione. "Non ci si può integrare con chi ritiene disdicevole lavorare, ruba i bambini e li destina all'accattonaggio o sfrutta le donne" ha dichiarato Fini a proposito dei rom e la frase non è piaciuta alla giornalista, che ha replicato affermando che "delle generalizzazioni che riferite a un popolo equivalgono a definizioni razziste". A questo punto, Fini si è arrabbiato: "Io ho semplicemente detto che non ci si può integrare con chi non accetta le regole. Nessuno può venire in Italia e mettere i piedi sul tavolo. Cerchi di capirlo e lo spieghi anche ai suoi amici: la responsabilità di quello che accade è singola e non è del contesto sociale. Io non dipingo un quadro a tinte fosche, ma tento di interpretare la realtà".
Il Sindaco di Roma non può fare Alice
Fini ha rivolto dichiarazioni polemiche anche nei confronti di Walter Veltroni, ritenuto dal leader di An tra i principali responsabili della tragedia occorsa a Giovanna Reggiani. "Il sindaco di Roma non può fare Alice nel paese delle meraviglie -ha sbottato- Roma non è Disneyland e perciò si occupi meno delle Feste del cinema e delle 'Notti bianche' e un po più della igilanza sul territorio, perché quella di Tor di Quinto era una tragedia annunciata. Non se ne può più dell'ipocrisia di una sinistra che tenta di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati".
Il voto sul decreto
Martedì sarà il momento del voto parlamentare sul decreto sicurezza varato in fretta e furia dal governo. "Noi - spiega Fini - siamo pronti a votare il decreto ma non può essere l'ennesima presa in giro, perchè non ce lo perdonerebbero gli italiani. Lo faremo se si mettono polizia e carabinieri in condizioni di operare, perché vengono presi in giro loro per primi, e se è più che certo che viene espulso non solo il delinquente ma anche chi non ha un reddito".
Intimare l'espulsione non basta.
E sulle misure che vanno prese nel merito, Fini ha le idee chiare ed è pronto a correggere la sua stessa legge sull'immigrazione: "Intimare l'espulsione non basta. Della mia legge io rivedrei questo meccanismo perché non basta dire 'questa è l'espulsione si accomodi'. E per quanto riguarda l'arrivo di comunitari, un cittadino rumeno, quando arriva alla frontiera, non deve esibire il passaporto in quanto cittadino dell'Ue, ma nulla osta che un nostro funzionario di polizia si segni il nome di quella persona e se dopo 10 giorni si scopre che vive in una baraccopoli è di tutta evidenza che non è venuto per lavorare e allora va espulso".
Martedì AN metterà a punto il pacchetto di emendamenti
Il deputato di An Gianni Alemanno parlando del decreto anti-criminalità che da martedì sarà all'esame del Senato ha detto che "nell'esecutivo di An di martedì prossimo metteremo a punto il pacchetto di emendamenti necessario ad adeguare il decreto legge e su quella base apriremo il confronto con il governo". L'ex ministro entra anche nel merito e spiega i requisiti in base ai quali il partito di Fini potrebbe decidere di sostenere il decreto: espulsioni obbligatorie e più fondi per la sicurezza in Finanziaria."Rendendo obbligatorie le espulsioni d'urgenza - ragiona Alemanno - si potrà predisporre un piano di allontanamento di tutti i cittadini comunitari che non si sono integrati con un lavoro stabile e una residenza legale". "Si tratta di cifre ingenti: a Roma i cittadini di altri paesi comunitari che hanno avuto in qualche modo a che fare con le forze di polizia - dice - sono ben 20.000 e devono essere tutti quanti rimpatriati nelle prossime settimane se si vuole realmente allentare la tensione che oggi grava sul territorio metropolitano, mentre a livello nazionale la cifra probabilmente si aggira intorno alle 200.000 persone". "Per questo - conclude Alemanno - è necessario aggiungere un finanziamento straordinario per attuare questo piano sistematico di allontanamenti. In mancanza di tutte queste condizioni sarà inevitabile che gli allontanamenti coatti riguarderanno soltanto poche centinaia di persone in tutta Italia che hanno già ampiamente violato la legge".
Per il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero (Partito di Rifondazione Comunista), sarebbe "inquietante" votare il decreto sulle espulsioni con questa destra. Commentando così quanto detto oggi dal leader di An, Gianfranco Fini. "Sono incredulo rispetto alle affermazioni fatte da Fini, che considera non integrabili i rom, contraddicendo in questo i dati ampiamente disponibili che indicano come con adeguate politiche di integrazione, anche nel nostro paese, le comunità rom si siano pienamente integrate", ha detto il ministro. "Di fronte a tali posizioni incredibili, risulta per lo meno inquietante la proposta di un voto bipartisan sul decreto sulle espulsioni. Penso invece - ha concluso il ministro - che nel decreto oltre a chiarire con precisione chi possa essere sottoposto all'espulsione, si debbano reintrodurre quelle norme della Legge Mancino contro la xenofobia. Solo così il voto del decreto non lascerà spazio ad alcun dubbio o incertezza verso posizioni così apertamente intolleranti". (Italia Estera).