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30 ott 2007Ripensare Sicilia Mondo e la primavera dei suoi 40

"Rileggere i 40 anni di Sicilia Mondo per traghettare una esperienza esaltante nella società globale del terzo millennio. Puntando ad intercettare il futuro e le sue sfide. Insieme"
CATANIA, 30 OTT. (Italia Estera) -  È questo il tema del Convegno che avrà luogo a Catania con la partecipazione delle Associazioni aderenti nelle varie parti del mondo, nelle altre Regioni, rappresentanti delle Istituzioni e della Stampa.
Più che una celebrazione vorrà essere un incontro di riflessione e di amicizia per ripensare Sicilia Mondo e la primavera dei suoi 40 anni.
Rileggere la sua storia, significa ripensare i temi e le vicende più importanti del passato ma soprattutto quelli non ancora risolti e quelli che rimangono. E sono tanti.
  Capire cosa resta, cosa è cambiato, cosa è il nuovo. Quali le nuove priorità. Come affrontare le sfide del cambiamento.
Questi interrogativi ci portano a fare una ricognizione del passato per imboccare, attraverso le esperienze di ieri, la giusta rotta operativa di oggi e di domani.
In questa direzione rivisitiamo nella nostra mente le grandi trasformazioni che negli ultimi 40 anni hanno trasformato l’Europa, l’Italia e la Sicilia cambiando la vita e la condizione economica e culturale degli italiani residenti in Patria ed all’estero.
Ricordiamo le esigenze di dolorose necessità che hanno spinto milioni di italiani a trovare lavoro fuori dalla propria terra. Per il diritto a vivere. Le condizioni del migrante forza-lavoro, il lungo percorso per il  riconoscimento dei diritti e per la promozione sociale ed umana. Tutto in salita. Ripercorriamo le trasformazioni della società che hanno consentito il loro insediamento, le posizioni di eccellenza raggiunte da tanti corregionali, l’agognata agiatezza di tanti altri, le sacche di povertà in cui sono rimasti incagliati i nostri corregionali. E ancora, il ruolo della Chiesa, delle Associazioni, dei patronati, le tante battaglie fino ai nostri giorni, con l’estensione del diritto di voto e la partecipazione alle scelte politiche alla pari degli altri italiani che vivono nella Penisola.
Queste considerazioni ci esortano ancora a riflettere sul sacrificio e l’apporto dato dai nostri emigranti alla società siciliana. Non ci stancheremo mai di onorarli e di chiamarli eroi della nostra storia. Sono uomini che in ogni tempo e modo hanno sempre dato un contributo alla Sicilia ed alla sua immagine. Hanno lasciato spazio lavorativo a chi è rimasto, hanno sostentato le famiglie con le rimesse ricavate dai propri risparmi, hanno diffuso e fatto conoscere la cultura siciliana ed i suoi valori, ovunque sono andati hanno sostenuto sempre il Made in Italy.
Oggi sono gli ambasciatori preziosi della Sicilia e rappresentano una risorsa di incalcolabile valore culturale ed economico. Una ricchezza purtroppo trascurata dalla cecità politica della Regione, incapace di darsi un progetto in questa direzione così come hanno fatto tutte le altre Regioni italiane.
Alla vigilia dell’incontro di Catania ci domandiamo: È possibile intercettare il futuro e prepararsi alle sue sfide?
Riteniamo di sì. Molto dipende dalle indicazioni che verranno dalle nostre comunità. Cioè  la voce diretta, quella vera, quella che abbiamo sempre ascoltato.
Questo filo sottile e permanente con le comunità mai dismesso si è consolidato nel tempo diventando la nostra ricetta, la chiave della nostra stabilità quarantennale, la nostra forza.  
Questo feeling coinvolgente consente di far vedere i problemi dal di dentro nella sua dimensione reale perché nasce da un rapporto costruito, curato e consolidato in tanti anni di comune lavoro.
Una strada, questa, che abbiamo sempre percorso e privilegiato in completa autonomia di scelte e di operatività rispetto a quelle del Palazzo, della politica, degli uomini autoreferenti, della tv bugiarda che disorienta.
 I nostri corregionali leggono i giornali e le agenzie di informazione più di quanto si possa credere e certamente più di noi perché interessati ai riscontri nella realtà. Quando scoprono che dietro le passerelle c’è solo aria fritta anche in loro cresce il rigetto alla politica.
Fino a quando non ci mancherà questo rapporto diretto con le nostre comunità, fino a quando avremo la loro fiducia siamo assolutamente convinti di potere intercettare il futuro anticipando gli avvenimenti. Ma anche di vincere le sfide del cambiamento. (Italia Estera) -



 
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