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29 ago 2007LA FINESTRA DI MARIO BASTI - Tutto chiaro sull’assistenza sanitaria dopo una lettera del Consigliere Marcelli

Pubblichiamo di Mario Basti, il fondatore della 'Tribuna Italiana' di Buenos Aires, la puntata di questa settimana dalla sua storica "Finestra"
BUENOS AIRES, 29 AGO. Tribuna Italiana/ Italia Estera - La FINESTRA odierna, caro Lettore, é in un certo senso eccezionale per due ragioni: anzitutto perché può essere considerata la continuazione di quella del numero scorso sull’assistenza sanitaria ufficiale dello Stato Italiano a oltre ottomila indigenti della nostra comunità, in secondo luogo perchè questa continuazione é una gradita Lettera chiarificatrice del Consigliere per l’Emigrazione e gli Affari Sociali dell’Ambasciata d’Italia, Fabrizio Marcelli, che ringrazio per la cortese e sollecita collaborazione, che fa cadere tutti (o quasi tutti) gli interrogativi della FINESTRA di mercoledí scorso, cosí come le perplessità e i timori degli interessati diretti, cioé i connazionali che hanno bisogno della concreta solidarietà dell’Italia. Dopo questa lettera infatti tutto é chiaro, nel senso che la nuova procedura, decisa per l’assistenza non é stata determinata da motivi di insoddisfazione  della precedente e che, comunque prima del bando di concorso sono stati informati e interpellati i rappresentanti della comunità italiana, i quali hanno dato il loro appoggio all’iniziativa. Quindi tutto chiaro,  tutto bene, compreso l’auspicio - espresso dal Consigliere Marcelli  e che condividiamo - “che anche l’Ospedale Italiano di Buenos Aires decida di partecipare alla gara”.
E sono certo che anche tu, caro Lettore, anzi che tutti i lettori della TRIBUNA ITALIANA, anche quelli (spero pochi) che non sempre condividono le opinioni e il pianto greco della FINESTRA, siano questa volta d’accordo e senza riserve. Lo saranno certamente ancor piú dopo aver letto la lettera che mi ha inviato il Consigliere Marcelli, il cui testo é questo:   
 
Gentile dott. Basti,
senza alcuno spirito polemico e cercando di sottrarmi alla deformazione professionale che mi dovrebbe spingere a dare risposte “diplomatiche”, vorrei contribuire con qualche spunto basato su elementi di fatto al dibattito sull’assistenza sanitaria da lei avviato nella sua rubrica.
Inizio concordando con lei sull’importanza dell’Ospedale italiano nella storia della collettività italiana in Buenos Aires, una struttura di assoluta eccellenza nel panorama ospedaliero argentino. La circoscrizione consolare  di Buenos Aires non é però l’unica a prestare l’assistenza sanitaria diretta agli italiani indigenti. Attualmente piú della metà degli  assistiti in campo sanitario fanno riferimento ad altre strutture ospedaliere convenzionate con gli altri Consolati.
É proprio per ricondurre ad un unico standard, di elevata qualità l’assistenza sanitaria per tutti i cittadini italiani residenti in Argentina  che é stata bandita la gara cui fa riferimento ed il cui bando é disponibile sul sito di questa Ambasciata (www. ambbuenosaires.esteri.it).
Vorrei poi smentire l’affermata mancanza di coinvolgimento delle istanze rappresentative della comunità nelle decisioni che hanno condotto a passare ad un sistema uniforme di assistenza per tutta l’Argentina. Fin dall’inizio sono state costanti le consultazioni sia con Parlamentari italiani espressi dall’Argentina (Sen. Pallaro, On. Angeli e Merlo), che appoggiano l’iniziativa, sia con i membri del CGIE per l’Argentina  che é l’organo di rappresentanza delle collettività di riferimento di questa Ambasciata per le iniziative di portata nazionale in particolare i Consiglieri Arona e Toniut, che formano parte della Commissione sulla tutela e sicurezza sociale del CGIE e il Cons. Pinto, sono stati coinvolti fin dall’inizio  nella fase di studio delle opzioni offerte sul mercato sanitario argentino e di preparazione della gara bandita a luglio con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Infine vorrei assicurarle che l’adozione delle complesse procedure previste dal nuovo codice dei contratti della Pubblica Amministrazione é una garanzia di trasparenza nell’individuazione dell’impresa di servizio medico che risulterà assegnataria del contratto biennale per l’assistenza sanitaria integrale dei nostri connazionali. La base indicata di 8.230 beneficiari é quella minima. Naturalmente mi auguro che la concorrenza fra imprese, stimolata dalla gara pubblica, ci consentirà di raggiungere un numero piú elevato di beneficiari. Non posso inoltre che augurarmi che anche l’Ospedale Italiano di Buenos Aires decida di partecipare alla gara.
Con vivi sentimenti di stima.
Buenos Aires, 24 agosto 2007 
Fabrizio Marcelli
Consigliere per l’Emigrazione e gli Affari Sociali
Ambasciata d’Italia
Buenos Aires
 
Tutto bene, dunque, nelle intenzioni, nei propositi, nella procedura  e negli auspici che certamente condividiamo.
Ma confido che il Consigliere Marcelli mi consenta una osservazione: Bene aver consultato fin dall’inizio i rappresentanti della comunità italiana, ma credo che non sarebbe stato troppo, una volta che il cambiamento di sistema era stato deciso e prima di pubblicare la gara d’appalto, informare anche tutta la comunità italiana, con un comunicato alla TRIBUNA ITALIANA e a tutti gli altri media italiani ed italo-argentini, che operano nell’ambito della comunità, e che certamente l’avrebbero pubblicato tempestivamente e gratuitamente  nel quadro del loro abituale servizio alla comunità italiana, servizio che, credo, ne renda utile e valida l’esistenza. Non fa cosí il governo italiano perché siano informati tutti i milioni di cittadini italiani residenti in Italia? Non é l’informazione una delle basi del sistema democratico? Anche noi che abbiamo la residenza permanente in altri Paesi, siamo cittadini italiani; non molti milioni ma, comunque non poche migliaia e perciò appare incomprensibile che, per noi non si pensi a questa necessità e opportunità di informazione tempestiva e diretta.
Credo che il Consigliere Marcelli vorrà scusarmi per questa osservazione, fatta senza malanimo non a lui personalmente, ma a un sistema che non comprendo, forse perché tanti decenni di giornalismo italiano all’estero, mi hanno abituato al pianto greco; l’osservazione peraltro non intacca il mio vivo ringraziamento per la lettera, tanto chiara e certamente tanto gradita a tutti i lettori, anche ai non interessati direttamente all’iniziativa di solidarietà.
 
MARIO BASTI



 
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