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31 lug 2007LA FINESTRA DI MARIO BASTI, Emigrati qui e in Italia

Pubblichiamo di Mario Basti, il fondatore della 'Tribuna Italiana' di Buenos Aires, la puntata di questa settimana dalla sua storica "Finestra"
BUENOS AIRES, 31 LUG. Tribuna Italiana/ Italia Estera  -  Se sei uno dei cari Lettori, che hanno la pazienza di aprire tutte le settimane questa FINESTRA, per un breve incontro ideale, che mi consenta di dirti brevemente quello che penso e mi suggerisce la lunga esperienza di quasi sei decenni, forse ricordi che alcune volte ho accennato ad alcune opinioni, spesso contrastanti, non sui problemi specifici di noi emigrati, ma su un aspetto della metamorfosi del nostro BelPaese che le circostanze hanno trasformato da paese di Emigrazione in paese di Immigrazione. All’inizio di questa trasformazione io pensavo che il flusso migratorio verso l’Italia potesse interessare ai nostri discendenti e potesse essere vantaggioso per l’Italia, ma presto una riflessione meno superficiale mi indusse a pensare che tale flusso non convenisse a nessuno ed anche per questo non ne parlai più.
Nemmeno oggi ne parlo, ma credo, caro Lettore, che non ti dispiacerá se, invece di intrattenerti sui problemi abituali, che sono ancora di nostro specifico interesse, perchè restano in attesa di soddisfacenti soluzioni, prendo lo spunto da due notizie di immigrazione in Italia: Una hai potuto leggerla nel numero scorso e l’hai letta certamente con piacere, perchè implicitamente ci dice che le cose vanno bene nell’economia italiana, visto che hanno urgente bisogno di ben 75mila laureati che le imprese vogliono assumere entro l’anno.  Potrebbe anche darsi che ci siano tra gli italiani dell’Argentina, i nostri discendenti, degli interessati. Non credi?
L’altro spunto lo trovi invece nel numero di oggi: riguarda pur esso l’immigrazione in Italia, ma credo che non interessi a nessuno dei lettori della TRIBUNA ITALIANA per ricerca di lavoro, mentre puó interessare per conoscere meglio certe caratteristiche di un fenomeno di innegabile importanza visto che sta determinando un cambiamento della base sociale della popolazione italiana .
Tu, caro Lettore, certamente sai che i partiti di centrosinistra e sinistra che sono al governo in Italia hanno un’opinione positiva, nel complesso, sull’immigrazione straniera nella Penisola, di cui in generale favoriscono l’integrazione, mentre i partiti di centro destra, pur non negando la necessitá di un afflusso migratorio, vorrebbero piú limitazioni e controlli, specialmente quando la cronaca informa su fatti di delinquenza e su un’attivitá filoterroristica delle comunitá musulmane.
Una conferma dell’orientamento del governo di centro sinistra é il disegno di legge del 4 agosto 2006 del Ministero dell’Interno che prevede la riduzione da dieci a cinque del numero di anni di permanenza in Italia perchè l’immigrato possa chiedere la cittadinanza italiana.
Stranezze della politica! Mentre per alcuni italiani di diritto, i nostri figli nati in Argentina, gli anni di attesa per ottenere il riconoscimento della cittadinanza che gli spetta sono ben piú di cinque, perchè l’Italia é troppo povera... per permettersi di adeguare la rete consolare alle necessitá dei suoi emigrati all’estero, vuole invece abbreviare i tempi di attesa della cittadinanza italiana agli immigrati stranieri in Italia, benchè questi, a quanto pare non abbiano nessuna fretta.
Infatti,come puoi leggere nella pagina 4 di questo numero il ministro dell’Interno,Giuliano Amato ha commissionato un sondaggio alla Makno Consulting, i cui risultati, peró, non hanno confermato quelle che sembravano le previsioni di Amato, perchè quasi la metá degli immigrati interpellati - per l’esattezza il 50% - ha risposto che non ci tiene a questa accelerazione, che dieci anni bastano. Ma Amato  non ha voluto mostrarsi sorpreso, preferendo dichiarare invece al “Corriere della Sera” che questo dato “conferma quello che ha sempre  pensato e cioè che non saremo inondati da domande”. Ma ha voluto aggiungere  qualcosa di piú preciso sulle nuove generazioni, affermando: “Che il bambino degli immigrati nato qui sia cittadino italiano lo dice una percentuale di intervistati ben superiore a quella che lo sostiene per sé stessa. Per gli immigrati é importante che i loro bambini siano italiani. Il genitore puó avere anche l’orgoglio della diversitá, mentre per il bambino la diversitá, puó essere un handicap. E a 18 anni se lo vorrá potrá rinunciare”.
Inoltre Amato ha voluto sottolineare al Corriere della Sera gli aspetti che giudica positivi dell’immigrazione. Ha infatti dichiarato: “Una grande parte di immigrati sono qui da molti anni, lavorano, vivono con le loro famiglie in case d’affitto o di proprietá, hanno il conto in banca, hanno il motorino e la macchina. Hanno un tratto che li avvicina molto agli italiani: possiedono quasi tutti il telefonino... Guardano con prevalente simpatia agli italiani. Coloro che ci considerano razzisti e ostili sono solo una minoranza...”
É chiaro, come vedi, caro Lettore, che il ministro Amato é veramente soddisfatto. E chi si indigna perchè in qualche moschea come in quella di Perugia si preparano aspiranti terroristi musulmani? Ognuno é libero -penserá Amato - di avere le proprie opinioni!
 
MARIO BASTI    
 



 
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