“Il Linguaggio dei Segni e delle Forme” ovvero il “Codice Michelangelo” e la rivelazione della “Sapienza Antica” attraverso una scultura del Buonarroti.
BUENOS AIRES, 4 LUG. Angelo Boccardelli (nella foto), considerato un grosso esperto di Michelangelo Bonarroti, dopo i successi ottenuti negli Stati Uniti, é stato invitato dalla comunità italiana e sammarinese di Buenos Aires a tenere una serie di conferenze per spiegare la sua scoperta, che i giornali hanno definito come “il codice di Michelangelo, scienza, non finzione”.
La prime conferenze sono state organizzate dai Circoli italiani più prestigiosi, dal Cicop (Centro International para la Conservacion del Patrimonio) con sede a La Manzana de las Luces e dalla Società Dante Alighieri. Hanno partecipato illustri rappresentanti della cultura della Città e dello Stato, insigni cattedratici, scrittori, artisti, direttori di centri culturali: tutti hanno dimostrato il massimo interesse ed hanno invitato Boccardelli ad esporre la scultura lignea di Michelangelo, da lui spiegata attraverso una presentazione Powerpoint, in un Museo di Buenos Aires.
Angelo Boccardelli risiede a Monteporzio Cartone (provincia di Roma) e nella Repubblica di San Marino, dove e’ presidente della fondazione che prende il nome dall’ambasciatore Giacomo Maria Ugolini.
“La Fondazione Giacomo Maria Ugolini Ambasciatore - dice il Prof. Boccardelli - mi ha offerto il privilegio di legare il mio nome a quello di Michelangelo Buonarroti. Con la collaborazione di eminenti studiosi quali Padre Heinrich Pfeiffer della Universita’ Gregoriana di Roma, la Fondazione ha portato alla luce due realta’ straordinarie, due verita’ scientifiche che apriranno a nuovi mondi ed a nuove valutazioni”.
La prima realta’ sara’ la presentazione di un opera che e’ stata definita Meraviglia del Mondo e Bene dell’Umanita’. Essa rappresenta l’opera summa di Michelangelo che come vedremo darà forma alla Tetracktys Pitagorica, sarà l’Uomo Ideale di Vitruvio ed avrà il corpo del Cristo descritto dal Cardinale Cusano nonchè rivelazione della “Sapienza Antica”.
La seconda realtà sarà la dimostrazione di una metodologia di lettura del Linguaggio dei Segni e delle Forme che il Buonarroti ha utilizzato per realizzare le sue opere ovvero il “Codice Michelangelo”.
Come sappiamo, la Tetracktys veniva rappresentata da un numero triangolare diviso in quattro parti uguali la cui somma dava dieci. Dieci é il numero perfetto ed é importante notare che la “Matematica di Vitruvio” ha collegamenti con quella “Pitagorica-Platonica”. Essa e’ legata sopratutto alla “Divina Proporzione” che comprende quella “Sezione Aurea” che ha dato impulso a tutti i grandi artisti perchè considerata sinonimo di bellezza. Vitruvio nello spiegare il significato dell’armonia e della simmetria stabiliva un paragone tra il corpo umano ideale e quello di un edificio, dove l’armonia di un corpo umano dipende dall’aspetto e dalla disposizione delle sue parti anatomiche.
Vitruvio afferma: “Il corpo umano ha un centro che corrisponde all’ombelico e questa figura si deve realizzare ponendo un uomo supino su una superficie e facendo in modo di tracciare un cerchio con un compasso puntato in corrispondenza dell’ombelico”. Il risultato sara’ quello che la circonferenza tocchera’ tangenzialmente le estremita’ delle mani e dei piedi dell’uomo.
Per il Cardinale Cusano il Cristo ha il corpo piu’ perfetto perche’ strumento di un intelletto perfettissimo e afferma che Egli é: “Come quella sfera infinita il cui centro é dappertutto e la circonferenza in ogni luogo”. Michelangelo realizza questo Cristo dal pensiero del Cardinale Cusano e con grande ammirazione noteremo che esso é l’Uomo Ideale di Vitruvio e la forma di quel numero triangolare – Tetracktys – diviso esattamente in quattro parti uguali.
Ora vediamo il perchè questa opera é del Buonarroti. La Marchesa Vittoria Colonna scrivendo a Michelangelo dice: “…ne si può veder più ben fatta, più viva et finita imagine et io non potrei esplicare quanto sottilmente et mirabilmente é fatta, per il chè ho risoluto di mai volerlo di man d’altri…poiché conoscendo io la difficoltà che ce é di imitarlo, più presto mi resolvo che colui faccia un’altra cosa che questa…io l’ho ben visto al lume et col vetro et col specchio, et non viddi mai la più finita cosa”.
Il Vasari a sua volta nella Vita di Michelangelo scrive: “...egli usò le sue figure farle di nove dieci e di dodici teste, non cercando altro che, col metterle tutte insieme ci fusse una concordanza di grazia nel tutto che non lo fà il naturale, dicendo che bisognava avere le seste negli occhi e non in mano, perché le mani operano e l’occhio giudica....”.
Quanto affermato dalla Colonna e dal Vasari non ha mai avuto risposta. Oggi, alla luce di quello che abbiamo definito “Codice Michelangelo” utilizzato per la lettura delle opere esaminate, le su citate affermazioni trovano una risposta scientifica e concreta.
Noteremo anche come attraverso questo linguaggio segnico il divino Maestro abbia materializzato le forme su tutta la superficie dell’opera. Le tante immagini ottenute con questo singolare linguaggio cambiano moto e direzione secondo la posizione dell’osservatore rispetto all’opera. Questo e’ il motivo per cui Michelangelo Buonarroti riusciva a cambiare in corso d’opera la forma prefissata ai suoi capolavori, così come nel Mosè.
Passeremo ora alla dimostrazione di quanto abbiamo affermato attraverso le immagini simbolo. Partiremo dal pensiero Pitagorico passando a quello di Vitruvio per arrivare al Cristo del Cardinale Cusano.
In conclusione andiamo a vedere come Michelangelo abbia dato forma a questi pensieri attraverso la realizzazione di un “Opera” che con ragione possiamo definire
Meraviglia del Mondo e Bene dell’Umanita’
Dal pensiero Pitagorico, all’uomo ideale di Vitruvio, dal Cristo del Cardinale Cusano, il divino Maestro ha scelto un monoblocco ligneo con sezione aurea, e lavorandolo a tutto tondo ha realizzato non un cristo ma “Il Cristo”
l’Opera in cui si sono mirabilmente fuse Sapienza Scultorea – Metrologica – Anatomica – Teologica – Filosofica e Religiosa
del piu’ grande artista del Rinascimento.
A.M. De Medici/Italia Estera