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14 giu 2007Rapimento di Padre Giancarlo Bossi, Narducci (Ulivo) : “assurdo polemizzare su diversa attenzione verso i sequestrati”

ROMA, 13 GIU. (Italia Estera) - Intervenendo in aula a nome del Gruppo de L’Ulivo sul rapimento di Padre Giancarlo Bossi, l’on. Franco Narducci ha ringraziato il Governo per la informativa sul rapimento del sacerdote, missionario del Pontificio Istituto Missioni Esteri, attivo nelle Filippine dal 1980.
“Di fronte alla ridda di notizie e di supposizioni sugli autori di questo nuovo sequestro esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la sorte di Padre Bossi, al quale esprimiamo i nostri sentimenti di vicinanza e l’augurio di un rapido rilascio”, ha affermato il parlamentare eletto all’estero, in Europa, il più votato. Allo stesso tempo ha espresso forte solidarietà al Pontificio Istituto Missioni Estere e l’apprezzamento per le azioni messe in campo dal Governo al fine di ottenere la liberazione di Padre Bossi e di garantirne l’incolumità.
La dottrina del Governo italiano sui sequestri come strumento di pressione politica e su questa forma di guerra asimmetrica, deve essere di ferma condanna e di totale impegno. “E’ assurdo - ha proseguito Narducci - immaginare una diversa sensibilità e attenzione verso i sequestrati e dunque gli accenni di polemica che si delineano sono assurdi e controproducenti per la liberazione di Padre Bossi”.
Il parlamentare ha poi rimarcato che non è ancora chiara la matrice del sequestro, ma anche che gli episodi di violenza e di intolleranza verso preti, missionari e suore sono aumentati pesantemente negli ultimi decenni e in alcuni casi hanno avuto un esito tragico, con l’uccisione dei sequestrati. “L’intolleranza verso i cristiani, frutto spesso dell’imbarbarimento civile che ha investito alcune aree del nostro mondo, così come del fanatismo e degli integralismi religiosi di estrazione islamica, colpisce con particolare accanimento anche i luoghi del culto, tanto che negli ultimi 4 anni nel solo Iraq sono state bruciate ben 27 chiese.
In questo paese, la situazione dei cristiani è tragicamente peggiorata dopo l’inizio della guerra e la serie spaventosa di attentati che hanno instaurato un regime di sopraffazione, di terrore e di sequestri, instaurato da gruppi estremisti contro le persone non appartenenti ai mussulmani. Questa situazione rende impossibile un minimo di dialogo, unico presupposto per mettere freno alle suggestioni fondamentaliste, intolleranti e politicamente aggressive che si sono diffuse a macchia d’olio  in molti Paesi arabo-mussulmani”. 
Narducci ha poi ricordato che “nell’angelus di domenica scorsa il Papa ha lanciato un appello per la liberazione di tutti i rapiti, tra i quali anche i sacerdoti cattolici tenuti sotto sequestro in varie parti del mondo, un segno premonitore di questa nuova tragedia umana. Ebbene - ha proseguito Narducci - in questa particolare condizione dei rapporti tra religioni tornano alla mente le parole premonitrici di Giovanni Paolo II e i ripetuti appelli rivolti a tutte le religioni, invitate a ricercare il dialogo per la pace. “La religione non deve mai diventare motivo di conflitto, di odio e di violenza”, aveva affermato Giovanni Paolo II, invitando tutti ad impegnarsi per l’istituzione di una giornata per il dialogo cristiano-islamico.
Sarebbe dunque folle alimentare l’idea dello scontro di religione e irresponsabile soffiare sul fuoco del conflitto di civiltà, non sapendo, tra l’altro, neanche chi e perché ha rapito Padre Bossi.
“Siamo convinti - ha concluso il parlamentare - che la comunità internazionale debba farsi carico di questa ulteriore tragedia umana e fare pressioni per la liberazione di Padre Bossi. Non sappiamo, e il Governo dovrebbe illuminarci, se nella ricerca di una soluzione per la liberazione del sequestrato siano coinvolte altre forze occidentali, e in tal caso se vi è l’opportunità di una cooperazione più stretta dell’Italia con le forze dell’ordine filippine”.(Italia Estera) -
 



 
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