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06 giu 2007Abbandono dell’Ulivo? Randazzo definisce “inopportuna” la dichiarazione di Fedi

MELBOURNE 6 GIU   (Italia Estera) - Lunedì 4 giugno i quotidiani italiani d’Australia “Il Globo” di Melbourne e “La Fiamma” di Sydney  hanno pubblicato la replica del Senatore Nino Randazzo alle paventate dimissioni dall’Ulivo dell’on.Marco Fedi che noi qui di seguito riportiamo: 
 
“Non so quali siano le sue ragioni personali, saranno legittime ma mi trovano in totale disaccordo”.
 
 Non si fa attendere la replica del senatore Nino Randazzo all’on. Marco Fedi, dopo che questi aveva paventato la possibilità di lasciare l’Ulivo in mancanza di “passi avanti concreti sulla riforma della cittadinanza”.
 
Ad una settimana dalle dichiarazioni di Fedi, la posizione di  Randazzo appare altrettanto chiara. “Dobbiamo smettere di credere che il Parlamento ruoti attorno agli italiani all’estero. Certamente siamo importanti, ma non così importanti, soprattutto alla luce delle difficoltà che sta attraversando l’Italia. In questo contesto, la scelta di Fedi mi pare totalmente inopportuna. La legge sulla cittadinanza è un progetto di notevole complessità poiché interessa anche gli immigrati. Pensare che una legge tanto importante e delicata possa essere approvata a tamburo battente è irrealistico”, sostiene il senatore della Margherita.
 
 Nonostante il disaccordo sulle dichiarazioni di Fedi, Randazzo si trova però concorde con il collega per quanto riguarda i tempi d’approvazione della riforma: “Entro il primo trimestre del 2008 la legge dovrebbe essere un fatto compiuto. Quello che mi preoccupa però è la volontà già espressa dall’opposizione di condurre un ostruzionismo feroce. Mi auguravo inoltre che al Senato potesse arrivare un disegno di legge blindato, ma temo proprio che non sarà così, visto che anche nella maggioranza non c’è ancora uniformità di vedute sulla riforma”.
 
 Randazzo ci tiene a rimarcare che la riforma della cittadinanza, per quanto importante, non è il solo problema che sta a cuore agli italiani all’estero.
 
 “Come è noto, tra poco meno di un migliaio di deputati e senatori ci sono 18 parlamentari che sono stati eletti fuori dall’Italia. Ciò di cui in molti non si rendono conto è che non siamo un gruppo in tutto e per tutto omogeneo. Ognuno di noi rappresenta infatti le istanze di rispettive aree e Paesi d’elezione. In America Latina, ad esempio, si riscontrano problemi sociali gravissimi per i nostri connazionali. In Australia invece, e lo stesso si dica per Stati Uniti e Canada, per fortuna non abbiamo folle di indigenti come accade in Sud America”.
 
 “Tra tutte le istanze sociali in Australia – continua Randazzo –, quella degli anziani mi pare troppo spesso dimenticata. Si parla molto di seconde e terze generazioni, ma gli anziani non sono il passato, sono il presente. Per questo motivo dobbiamo impegnarci nel settore dei servizi etno-specifici, come gli interpreti nelle case di cura o assistenti sociali e sanitari bilingui”.
 
 C’è da chiedersi se la maggioranza, alle prese con i problemi che affliggono l’Italia e le sue stesse divisioni interne, sarà capace di affrontare le tematiche sollevate da Randazzo. Proprio la mancanza di coesione nel centrosinistra appare ancora più evidente in questi giorni, dopo il pessimo risultato conseguito nelle elezioni amministrative. Il senatore della Margherita si mostra tuttavia ottimista sulla tenuta del governo:
 
“Da quando sono stato eletto, ogni mese doveva essere l’ultimo per il governo Prodi. Anche dopo questa tornata di consultazioni amministrative, non c’è stata quella spallata che la Cdl prevedeva”.
 
  Il centrodestra insiste però nella richiesta di dimissioni dell’esecutivo.
 
 “Berlusconi dimentica che quando era presidente del Consiglio subì diverse batoste elettorali, ad esempio alle amministrative del 2002 e quindi alle europee, eppure non pensò mai di rassegnare il suo incarico”, replica il senatore.
 
 Ma il voto del 27 e 28 maggio non pone comunque un problema per la maggioranza che sostiene il governo Prodi?
 
 “Credo sia il caso di invitare tutti alla calma. Il risultato poco brillante delle amministrative è la classica reazione dell’elettorato al primo anno di vita di un nuovo governo. Nei primi 12 mesi dell’esecutivo Prodi sono state prese decisioni molto difficili, francamente aspetterei la prossima Finanziaria per dare un giudizio più equanime sull’operato del governo”.
 
 Prima di prender commiato, Randazzo riserva un ultimo commento per Amanda Vanstone, l’ex senatrice liberale da poco nominata ambasciatore australiano in Italia. Rimarcando ancora una volta le distanze che lo separano da Marco Fedi, Randazzo trova che non ci sia “nulla di scandaloso che un politico venga prestato alla diplomazia. È una pratica regolare nei Paesi anglosassoni, soprattutto negli Stati Uniti”.
 
 “In ogni caso è ancora presto per pronunciarsi su questa nomina. Nel frattempo non bisogna dimenticare che è stata proprio Amanda Vanstone, quando era ministro federale dell’Immigrazione, a permettere con un suo fermo intervento personale ai nostri connazionali d’Australia di poter votare per i Comites e nelle elezioni politiche italiane. Di certo un buon biglietto da visita per il nuovo ambasciatore”, conclude Randazzo.
 
PAUL SCUTTI/Italia Estera
                                 



 
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