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15 mag 2007Il culto della reticenza colpevole di Salvatore Viglia

di Salvatore Viglia
ROMA, 15 MAG (Italia Estera) - Si tratta di un vero e proprio culto della reticenza. Oggi è emerso in tutta la sua prepotente evidenza alla conferenza stampa che si è avuta al Senato voluta,   dalla senatrice Franca Rame, e dai senatori Mauro Bulgarelli e Marcello De Angelis.
515 malati e 50 morti, militari, a causa dell’uranio impoverito usato già dal 1995 in Bosnia. L’uranio impoverito, si sa,  provoca tumori, leucemie e malformazioni ai nascituri.
Per un momento abbiamo odiato Franca Rame che ha distribuito delle fotografie di bambini mostri vittime di malformazioni dovute alle contaminazioni dell’uranio. Foto che avremmo voluto veramente fare a meno di vedere.
Da spettatori ed uditori della conferenza, abbiamo fatto la seguente considerazione perché abbiamo avuto la sensazione che tutti sapessero tutto. Nel senso che, a partire dai vertici dello Stato e dai governi che si sono succeduti negli anni, il nesso di causalità tra l’uso dell’uranio e le morti e le malformazioni, fosse ormai appurato.
Ma, ci siamo detti, se tutti sanno tutto (e resta una illazione in ogni caso difficile da digerire sia in quanto illazione sia per i contenuti in essa presenti), allora perché non si prendono provvedimenti?
E’ difficile credere che tutti siano a conoscenza degli effetti dell’uranio impoverito usato in guerra e, nonostante tutto, restano impassibili come se nulla fosse.
Se quanti hanno questa responsabilità, riescono ancora a dormire la notte, allora non ci troviamo certo al cospetto di uomini. 
Tenta di fare breccia nella reticenza, in questo muro di gomma, la Franca Rame che, a vederla in Senato, sembra l’ombra morta dell’attrice brillante che è sempre stata e, siamo convinti, essere ancora. Ci prova e ci riprova con due interrogazioni a risposta scritta al Ministro della difesa datate 16 maggio, l’una sottoscritta da sola e l’altra con i senatori Bulgarelli e De Angelis. L’impegno della senatrice continua. E’ cocciuta, per certi versi, infantile. Ella ha chiesto agli esperti con il tono di una adolescente piena di brufoli: dove si devono recare per gli esami specialistici inerenti le radiazioni i militari che tornano a casa? perché non dicono dove sono stati feriti “leggermente” i nostri militari qualche giorno fa? che significa leggermente, una ferita ad un ditino, un graffietto ad una coscia?
La sua interrogazione chiede al ministro il numero dei militari feriti in Iraq ed Afganistan, se egli intenda eliminare la riservatezza prevista dal codice militare sullo stato di salute dei militari protagonisti e perché, dal 2002, il Ministero della Difesa non ha più pubblicato il libro bianco.
Cara Franca, spero, e come me, molte migliaia di famiglie, di persone che non possono parlare per non peggiorare le sorti di quelli dei sopravvissuti, che tu possa riuscire in questa impresa. L’augurio è che tu riesca a coinvolgere un esercito di parlamentari in questa battaglia.
Te lo auguriamo di cuore, ma, da sola, verrai sopraffatta.
 
Salvatore Viglia/Italia Estera



 
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