- ROMA – Il nuovo ministro degli Affari Esteri si chiama Renato Ruggiero. Nasce il 9 aprile 1930 a Napoli, dove si laurea in Giurisprudenza. Nel 1953 entra nella carriera diplomatica come vice console d’Italia a San Paolo del Brasile.
Nel 1959 viene trasferito all’Ambasciata d’Italia a Mosca e nel 1962 in quella a Washington. Nel 1966 diventa consigliere all’Ambasciata d’Italia a Belgrado. Nel 1969, inizia ad occuparsi della costruzione dell’Unione Europea, prima come inviato alla Rappresentanza permanente d’Italia presso la Comunità Europea a Bruxelles, poi, dal 1970, come capo gabinetto del presidente della commissione europea Franco Maria Malfatti. Partecipa così ai negoziati, che determinano l’entrata di Regno Unito, Danimarca e Irlanda nella Cee, allo sviluppo della prima definizione dell’Unione monetaria e al lancio ufficiale - al vertice di Parigi del 1972 - del progetto di Unione Europea.
E’ nominato direttore generale per la politica regionale nella commissione di Bruxelles guidando, con il commissario europeo George Thomson, i negoziati per la creazione del Fondo di sviluppo regionale, il più importante mezzo di sostegno finanziario alle regioni meno sviluppate d’Europa. Nel 1977 diventa il portavoce del presidente della commissione Roy Jenkins.
Nel 1978 torna a Roma, dove rimane fino al 1987 ricoprendo le più alte cariche del servizio diplomatico. Dal 1980 al 1984 è Ambasciatore rappresentante permanente d’Italia presso la Cee. Al suo rientro in Italia è, dal 1984 al 1985, direttore generale degli Affari economici, mentre dal 1985 al 1987 raggiunge il massimo grado della carriera diplomatica come segretario generale della Farnesina. Nel corso di questi anni è anche rappresentante personale del presidente del consiglio per sette vertici del G7 e presidente del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico di Parigi.
Tra il 1987 ed il 1991 è ministro per il Commercio estero. Nel 1991 abbandona la carriera diplomatica ed entra come direttore o consulente internazionale nel consiglio di amministrazione della Fiat e di varie società italiane, europee e americane.
Nel 1995 viene eletto dai governi di centotrenta Paesi quale direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio con sede a Ginevra, incarico che assume fino al 1999. Nello stesso anno, al termine dell’incarico al Wto, l’organismo che regola il commercio mondiale, è nominato presidente dell’Eni, poi, nel gennaio 2000, vice presidente della Schroeder Salamon Smith Barney international, con sede a Londra, ed ancora presidente della stessa banca per l’Italia. E’ impegnato anche nei consigli d’amministrazione o di consulenza di alcune importanti società italiane e estere.