di Alfonso Maffettone
ROMA, 2 MAG (Italia Estera) - Sarà Fininvest-Mediaset di Silvio Berlusconi, capo dell’opposizione italiana o una cooperativa rossa ad entrare nel nuovo assetto societario di Telecom Italia passata nelle mani della cordata formata da Generali (28,1%), Intesa Sanpaolo (10,6%). Mediobanca (10,6%) Sintonia (benetton) 8,4%, e la spagnola Telefonica (42,3%) ?. L’interrogativo è d’obbligo. Secondo la risposta data dai nuovi azionisti italiani alla Consob che chiedeva chiarimenti sul ruolo degli iberici, Telefonica non avrà nessun diritto di veto ma solo il diritto di gradimento e di prelazione postergato sull’ingresso di nuovi soci e potrà uscire dalla società nel caso fosse in disaccordo sulle eventuali alleanze strategiche nel settore tlc che Telecom Italia potrebbe stringere. In pratica queste norme consentono di tenere la maggioranza di Telco, ( la nuova finanziaria di Telecom che ha sostituito Olimpia), in mani italiane e di allargarla ad altri gruppi italiani .
Il nome di Berlusconi girava già prima della cessione di Olimpia decisa da Pirelli per una contropartita di 4,1 miliardi di euro (cifra provvisoria) ma non è improbabile che con il tempo possano venire fuori indicazioni riguardanti cooperative o società vicine alla maggioranza politica.
L’affare Telecom ha avuto,comunque, l’approvazione dell’Ue attraverso una nota del commissario alla società dell’informazione Viviane Reding. “Mercati delle telecomunicazioni aperti e competitivi, in cui gli investitori sono benvenuti indipendentemente dalla loro nazionalità costituiscono sempre la migliore ricetta per la concorrenza e per gli investimenti nelle nuove reti e nei nuovi servizi”, ha affermato la nota.
Il presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi ha espresso meraviglia per “alcuni commenti secondo i quali il governo avrebbe troppo influito” nella compravendita. “Questo è veramente incredibile – ha detto – perché in qualsiasi altro paese del mondo ci sarebbe stata una influenza, una presenza molto maggiore”. Secondo Prodi il governo ha scelto “ una via di grande correttezza e di grande discrezione”.
Negativa è stata la reazione dei mercati finanziari (Telecom –2,98%) ma bisogna aspettare per una valutazione più completa della risposta degli investitori all’uscita di Pirelli dal gruppo telefonico italiano. Sono ancora molti i nodi da sciogliere. “ Telco è una soluzione acefala, né finanziaria, né industriale. Congela sotto la contendibilità, quindi è chiaro che sono partite le vendite” , ha detto un operatore finanziario. Riflessi negativi anche su Pirelli (-2, 31%) che, pur fuori da Olimpia, resta azionista diretta con meno del 2% di Telecom.
Il consiglio di amministrazione della società della Bicocca in appena mezz’ora ha accettato l’ offerta di 2,82 euro per azione, come voluto dal presidente Marco Tronchetti Provera, ed ha ceduto il controllo di Olimpia che custodisce il 18% di Telecom. I nuovi azionisti Medio Banca, Intesa San Paolo, Generali, Sintonia (Benetton) e Telefonica, colosso delle telecomunicazioni spagnolo con oltre 200 milioni di clienti in 21 paesi del mondo, incorporeranno Olimpia in una nuova società chiamata Telco nella quale riverseranno altri titoli fino a costituire il 23,6% di Telecom. Telco sarà detenuta per il 42,3% da Telefonica e per il 57,7% dai soci italiani . Ma la quota italiana potrà salire con l’ingresso di nuovi soci attraverso un aumento di capitale già concordato.
Alfonso Maffettone/Italia Estera