BUENOS AIRES, 25 APR (Italia Estera) - Pubblichiamo come di consueto la storica FINESTRA di Mario Basti sulla Tribuna Italiana
Mi informa un lettore, che l’ha sentito a Rai International, che é stato scoperto in Italia un ... tesoretto, scoperto e rivelato dal governo, il cui valore sarebbe di circa 10 miliardi di euro, ottenuti con entrate tributarie, superiori al previsto, cioè, in altri termini, il TESORETTO sarebbe il frutto di tasse pagate dai cittadini italiani, in quantità superiore a quella prevista dal governo. Ed allora il governo, con saggia decisione, dopo qualche discussione, avrebbe deciso che i beneficiari del TESORETTO dovrebbero essere proprio i cittadini, perchè si tratta del ricavato di un loro sia pure involontario apporto al Tesoro. Sembra che ciò avverrá destinando 7,5 miliardi di euro alla riduzione del deficit statale e gli altri 2,5 miliardi per spese sociali, per l’assistenza ai cittadini in disagiate condizioni (ve ne sono purtroppo anche in Italia). Anch’io ero al corrente della notizia, ma il lettore, cosí informato delle cose, si poneva - l’ha posta a me - questa domanda: Qualcosa, sia pure una minima parte, mi ha chiesto, ci sará anche per noi che, sebbene all’estero, siamo pure cittadini italiani, visto che purtroppo anche nella nostra comunità ci sono - grazie a Dio non molti - italiani poveri e indigenti e, pur se noi non paghiamo le tasse, un gruzzoletto non verrebbe male?
Avrei voluto rispondergli che in Italia tutti ci stimano, tutti ci apprezzano, ci vogliono bene, ma poi, se qualcosa arriva, dopo l’attesa (che é sempre tanto lunga) é meno di quanto avevamo sperato... per cui l’ho consigliato e lo stesso consiglio é per tutti i lettori, é meglio, molto meglio non farsi illusioni, pur se crediamo che nel Belpaese tutti ci vogliono tanto bene. Semmai, ho concluso, anziché rivolgersi alla FINESTRA, che miracoli non sa nè può farli, sarebbe preferibile che questo desiderio lo segnalasse al Consolato, ai Patronati, al senatore e ai due deputati che abbiamo eletto, insomma ai dirigenti e rappresentanti che hanno contatti diretti e frequenti nei palazzi romani della politica. Loro forse qualche milioncino del TESORETTO o d’altro potrebberoottenerlo, come altre cose le hanno ottenute. Se fosssero rose ...
Il pagamento delle pensioni
Il consiglio vale anche, nel caso che qualcosa non andasse bene nel pagamento delle pensioni che non sarà più fatto dalla BNL, ma é stato affidato al Banco Itaù argentino-brasiliano. Sempre partendo dalla convinzione che tutti in Italia ci vogliono tanto bene, ho sugggerito a questo lettore e il consiglio é per tutti i lettori pensionati, di leggere con molta attenzione quel che scrive il Direttore nell’editoriale di questo numero, affinchè la sorpresa, se ci fosse, non sia troppo sconcertante quando si recheranno a riscuotere nella nuova banca e non debbano vedersela con lunghe code, ritardi, incomprensioni, malintesi. Manca ancora almeno una settimana e credo che il tempo dovrebbe essere sufficiente per evitare inconvenienti, se, come é logico credere, alla base del cambiamento c’è stata la volontà di impegnarsi, perchè il cambiamento significhi miglioramento per tutti, per l’INPS, per la banca incaricata, ma soprattutto per i pensionati che hanno diritto a una costante migliore assistenza. Non si sa ancora, mentre scrivo la FINESTRA quanti e quali saranno i luoghi di pagamento, se varie filiali di una banca o di varie ban che. Ma, per ora, non ti preoccupare e non aver fretta, caro Lettore pensionato, perchè é logico sperare che, fra pochi giorni tutto sará chiarito e, in ogni caso dagli uffici consolari e da quelli dei Patronati potremo avere maggiori informazione e assistenza. Quindi aspettiamo e speriamo.
Dal BNL a ITAU
Tu sai, caro Lettore, che non é questa la prima volta che cambia l’istituto di credito incaricato del pagamento delle pensioni; mi viene in mente che prima, parecchi anni fa, le pagavano banche italiane: il Banco di Napoli, la Banca Nazionale del Lavoro; poi il Banco di Napoli ha chiuso la sua filiale di Buenos Aires e la Banca Nazionale del lavoro é divenuta spagnola. Qui in Argentina c’è ancora una grande, numerosa collettività, ma di banche italiane non ve ne sono più, evidentemente in Italia sono giunti alla conclusione che fra noi le attività finanziarie non sono convenienti. E pensare che quando noi dell’ultima corrente immigratoria italiana siamo arrivati in Argentina, di banche col nome e, credo, anche i capitali italiani (magari insieme ad altro nome e con altri capitali) ne avevamo varie: Banco de Italia y Rio de la Plata, Banca Italo-Francese o Sudameris, Banco Italo-Belga, Nuevo Banco Italiano e non c’era il pagamento di pensioni, perchè eravamo giovani. Ricordi? Adesso invece sono scomparse tutte - italiane e italo-argentine - e il pagamento delle pensioni italiane é andato a finire a una banca brasiliano-argentina! Magari fosse l’unico cambiamento, ma anch’esso può essere un indice significativo di com’è cambiata questa nostra comunità, che é certamente la più numerosa del mondo e, malgrado ciò in Italia la conoscono molto poco... quelli che la conoscono.
La nostra storia
É stata pertanto una buona idea quella della Camera di Commercio Italiana di celebrare il suo 120esimo anniversario di vita operosa, con la pubblicazione di un nuovo libro nel quale vengono raccontate le opere e i giorni della comunità italiana dell’Argentina. Non é il primo, né sará l’ultimo libro dedicato a documentare l’incalcolabile apporto dato dagli emigrati italiani e dai loro discendenti allo sviluppo di questo Paese. Credo e spero che non sará l’ultimo, ma intanto é bene che questo libro il sen. Luigi Pallaro, come presidente della Camera di Commercio italo-argentina, ha fatto pubblicare, ha portato a Roma, ha presentato a ministri, parlamentari e personalità della cultura e dell’economia, susciti l’interesse degli autorevoli lettori e contribuisca a far sì che essi ci scoprano, scoprano la nostra storia e la nostra presenza e in seguito a questa scoperta comprendano quanto grande può esere l’interesse dell’Italia. Se l’Italia vuole!
Due NO all’Italia
Due NO, la settimana scorsa, all’Italia, anzi alla sua immagine nel mondo: si dava per sicuro che a Cardiff ci avrebbero affidato l’organizzazione degli Europei di Calcio del 2012; si confidava che, come sempre al festival di Cannes tra i film in concorso sarebbe stato incluso almeno uno italiano. Invece gli Europei sono stati aggiudicati a Polonia e Ucrania, e a Cannes nessun film italiano é stato incluso fra quelli in gara. Ce l’hanno con noi? Non abbiamo forse vinto gli ultimi mondiali di Calcio? Film italiani non sono stati applauditi e premiati a Cannes negli anni scorsi?
La delusione é stata forte, non sono mancate reazioni polemiche, ma non sono nemmeno mancati gli inviti all’autocritica, nè la ricerca delle cause: forse per il cinema prima prevaleva l’impegno artistico, oggi prevale quello dellla cassetta. e per il Calcio il No non dipende certo della conquista del Mondiale, ma dalle vicende di Calciopoli e dei violenti incidenti agli stadi. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato: “Se l’Italia ha perso la gara per aggiudicarsi i campionati europei del 2012 é anche perché si ha una brutta immagine della violenza negli stadi, come si é visto ultimamente a Roma, sia che sia stata colpa degli inglesi, sia che sia stata colpa degli italiani”.
Due NO che suggeriscono riflessione e autocritica.
MARIO BASTI Tribuna Italiana/Italia Estera