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22 apr 2007I lavori per la costruzione del Partito democratico: Al Congresso della Margherita l'intervento del senatore Randazzo

ROMA, 22 APR.  (Italia Estera) - Proseguono i lavori  del Congresso dei Dl-la Margherita a Cinecittà. La registrare l'autorevole intervento del Senatore Nino Randazzo dell’Ulivo eletto nella circoscrizione Estero, ripartizione di Oceania-Asia-Africa-Antartide.

"La mia prima, e spero anche ultima, partecipazione ad un congresso di Democrazia è Libertà – La Margherita, in vista, e si può dire quasi in coincidenza con la nascita del Partito Democratico, rappresenta a mio avviso una duplice importante occasione di riflessione sul passato e il presente e di predisposizione agli eventi di un prevedibile futuro: in primo luogo, per gettare uno sguardo e fare una rapida analisi di quelli che sono stati, e continuano ad essere, il ruolo e i risultati dell’attiva presenza della Margherita fra gli italiani all’estero, soprattutto nel contesto elettorale della coalizione con i Democratici di Sinistra e con le altre forze del centrosinistra, secondariamente, per cogliere qualche utile segnale nell’Italia fuori d’Italia circa il potenziale di attrazione del Partito Democratico come delineato e configurato nelle odierne sedi congressuali della Margherita e dei Democratici di Sinistra.
I risultati, in termini di dati elettorali e di rappresentanza parlamentare - prosegue il Senatore Randazzo -  credo siano sotto gli occhi di tutti e non meritano di essere né dimenticati né sottovalutati, come qualche volta purtroppo avviene anche nell’ambito dei nostri due principali partiti del centrosinistra.

Nella loro essenzialità i risultati elettorali di dodici mesi fa ci dicono che nella circoscrizione Estero c’è una forbice nell’aggregato dei suffragi popolari, quasi identica per il Senato e per la Camera, di oltre dieci punti tra L’Unione al 48 per cento e la Casa delle Libertà poco al di sotto del 38 per cento, col rimanente 14 per cento a liste varie di indipendenti dove troneggia col suo 10,5 per cento la lista Associazioni Italiane del Sud America, la “lista di Pallaro” per intenderci, il cui rappresentante al Senato afferma, e dimostra coerentemente un giorno sì e l’altro pure, di “non essere stato eletto per far cadere il governo Prodi”.
E in particolare - sottolinea Randazzo - merita di non venire sottovalutata la presenza dei sei eletti all’estero al Senato, quattro dei quali oggi nel gruppo dell’Ulivo sempre lealmente affiancati in aula dal quinto componente del sestetto, l’indipendente del Gruppo Misto. Quattro senatori dell’Unione – Pollastri, Micheloni, Turano e Randazzo - che insieme all’indipendente Pallaro hanno avuto, ed hanno, un ruolo, modestia a parte, importante, essenziale, e qualcuno aggiunge anche determinante, per la tenuta della maggioranza di centrosinistra.

Il senatore Randazzo passa poi ad esaminare i  risultati conseguiti nelle consultazioni politiche del 2006 dai candidati dell’Unione all’estero, e fra questi in primo piano i candidati della Margherita, insieme ad analoghi lusinghieri risultati nelle elezioni dei Comites (i Comitati degli Italiani all’Estero) nelle circoscrizioni consolari e nelle elezioni del CGIE (il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) affermando che "hanno sfatato una volta per tutte il mito di un monopolio della destra sulle comunità italiane all’estero, hanno rigettato, cancellato, il populismo, il qualunquismo, la demagogia, l’assurda pretesa di apoliticità e apartiticità per la rappresentanza parlamentare degli italiani nel mondo che una destra passatista, oscurantista, massimalista – sì, perché esiste anche una destra radicale e massimalista – andava, e va ancora, predicando. La destra aveva creduto di avere a che fare all’estero con delle “anime morte”."

Pertanto Randazzo sostiene che "Il successo delle liste dell’Unione all’estero, oltre che alla naturale, logica, consapevole, illuminata tendenza della maggioranza della nostra gente che vive e lavora nel mondo, va ascritto anche alla saggia e calibrata opera di una struttura di coordinamento dell’Unione per gli Italiani nel Mondo che fra i suoi esponenti conta anche il Vice Ministro degli Esteri per gli Italiani nel Mondo, il senatore Franco Danieli."

"Ora, sul ceppo delle consolidate strutture esistenti - messe fra l’altro in luce dai numerosi congressi nazionali della Margherita e dei DS degli scorsi trenta-quaranta giorni in Europa, Australia, America Settentrionale, America Latina - , sulle ormai bene evidenziate tendenze e voglia di moderazione, di centrismo, di riformismo, di rafforzamento dei legami con la realtà italiana che si riscontrano in tanta parte dei cittadini italiani all’estero, - prosegue il senatore della Margherita - si può agevolmente, e si deve, innestare il nuovo tallo del Partito Democratico.

Avviandosi alla fine del suo intervento, ascoltanto con attenzione dalla platea dello studio 5 di Cinecittà, Randazzo chiede che "nella casa del Partito Democratico dovrà trovare posto, attenzione e rispetto anche una componente rappresentativa degli italiani nel mondo, così come sono stati trovati finora nella Margherita; posto e attenzione per il contributo di esperienze sociali e politiche di cui sono portatrici le rappresentanze degli italiani all’estero, specie in relazione ai fenomeni paralleli dell’immigrazione e del multiculturalismo (e quest’ultimo merita urgentemente nella politica italiana un processo sistematico di istituzionalizzazione così come conosciuta, praticata e radicata in tanti Paesi transoceanici) ; posto e attenzione, nel Partito Democratico, anche per le specifiche istanze degli italiani nel mondo, che vanno dalla cittadinanza all’assistenza sociale, alle condizioni degli anziani, al recupero culturale e linguistico delle nuove generazioni, ad una più intensa promozione del “Made in Italy”, al mantenimento e diffusione di lingua e cultura, alla valorizzazione dell’immensa creatività degli italiani nel mondo, all’informazione e comunicazione, ed a tante altre istanze. Non ultima la necessità di contrastare un inizio di deriva politica alimentata dal centrodestra contro il diritto di voto per corrispondenza all’estero – un diritto pacificamente concesso dalle più avanzate democrazie del mondo ma che ora la destra, sfiduciata dagli elettori, vorrebbe, se non proprio negare, almeno limitare."

Il Senatore Randazzo conclude affermando che "La denominazione stessa e il connotato “laburista” di Partito Democratico hanno suono e immagini consuete, familiari e accattivanti per gli italiani in varie democrazie dei cinque continenti. Alle sfide e alle attese del Partito Democratico, di quella che costituirà la più grande forza politica italiana, sono disponibili, pronti ed equipaggiati anche gli italiani all’estero."




 
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