Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
21 apr 2007I lavori per la costruzione del Partito democratico: Il testo integrale del documento congressuale dei Ds nel Mondo

FIRENZE, 21 APR. (Italia Estera) -  Questo il testo integrale del Documento Congressuale che i DS nel Mondo hanno presentato al IV Congresso nazionale dei Democratici di Sinistra
Un Partito Democratico che avvicini l’Italia al mondo Per la piena cittadinanza e una forte interazione e integrazione politica
 
1. I principi generali

L'approvazione delle modifiche costituzionali volute dal precedente governo di Centro sinistra, chieste con insistenza dall'attuale nostro Segretario Nazionale dei DS, Piero Fassino, che si sono concretizzate nel voto degli italiani all'estero, ha profondamente modificato il rapporto tra le comunità italiane nel mondo e l'Italia e, allo stesso tempo, quello tra le nostre organizzazione del partito all'estero e la stessa Direzione nazionale. Questo mutamento induce ad una serie di riflessioni sul percorso politico ed organizzativo da intraprendere, che toccano vari aspetti della militanza e dell'impegno dei singoli e delle strutture.
Senza totem - e senza tabù - gli italiani all'estero intendono aprire, alla luce delle esperienze maturate in anni di militanza in strutture diverse, accomunate dall'unanime riconoscimento della famiglia socialista europea ed internazionale come alveo naturale dello sviluppo dei singoli, una riflessione sulle sfide che ci attendono, facendosi promotori di una serie di proposte che, tenendo conto di tali esperienze, mirano a contribuire alla discussione in corso sugli sviluppi e sul futuro del nostro partito.
Questo lo facciamo in un quadro profondamente mutato della situazione politica internazionale.
Con l'avvento del Governo di centrosinistra, sotto la guida di Romano Prodi, e del nuovo impulso dato alla politica estera dell'Italia da parte del Ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, sono profondamente mutati i giudizi sul nostro Paese e sulle sue straordinarie capacità di muoversi sulla scena internazionale, in favore della pace, della solidarietà e della cooperazione, degli interventi multilaterali per impedire i conflitti e l'espandersi del terrorismo internazionale.
Si è aperta anche per noi la sfida del governo. Tante aspettative sono rivolte alla nostra azione riformista e, dopo anni di mera conservazione e di manifestazioni meramente folkloristiche, è urgente aprire una nuova fase per fornire risposte adeguate alle aspettative presenti tra le nostre comunità italiane nel mondo.
Abbiamo introdotto misure innovative nella ultima legge finanziaria che, per la prima volta dopo anni, vede aumentare gli investimenti nei capitoli di spesa che ci interessano direttamente. Rimane ancora molto da fare e per questo riteniamo indispensabile creare momenti di serrato confronto e di forte coordinamento tra Governo, rappresentanze parlamentari - a partire da quella di Centro sinistra eletta all'estero - amministrazioni locali e istituti preposti.

1.1 La tutela dei diritti: integrazione e partecipazione
Il rafforzato impegno dei DS verso la tutela e l'allargamento dei diritti della persona, in Italia e nel mondo, si struttura oggi, nelle organizzazioni all'estero e italiane, nell'ottica di una doppia logica: quella della piena integrazione e quella della partecipazione. A tal fine, e come previsto dalla Costituzione, è necessario garantire a ogni cittadino, qualunque sia il luogo di residenza, la completa fruizione dei diritti politici, sociali, economici e civili, in un quadro di laicità, parità, uguaglianza e inclusione.
È oggi sempre più evidente il nesso che lega l'innovazione e la modernizzazione all'allargamento delle libertà, all'estensione dei diritti, alla certezza della rappresentanza, al rispetto dei doveri: tutto ciò è anche la premessa di grandi e condivise riforme, per lo sviluppo economico, che abbiano al centro la grande questione della compatibilità ambientale.
Al contempo, la battaglia per il mantenimento dell'identità culturale dei popoli migranti assume nuovi risvolti, rendendo imprescindibili interventi mirati allo studio della lingua e cultura d'origine. Solo l'approfondimento delle proprie radici, che si estrinseca in una corretta padronanza della cultura e della lingua, può infatti garantire una vera integrazione nel Paese ospitante e permettere una partecipazione attiva alle realtà politiche e sociali del luogo senza perdita d'identità. Perché chi è pienamente consapevole delle proprie origini, del proprio passato e della propria identità/diversità non avrà paura di reclamare i propri diritti nel paese che lo ospita e nel quale esprime la propria personalità.

1.2 Il socialismo europeo e internazionale
Partendo dal presupposto secondo cui il nostro spazio di azione è quello delle grandi famiglie socialiste internazionali, gli italiani all'estero possono e devono essere artefici privilegiati del dialogo con forze politiche amiche, dialogo teso ad un proficuo scambio di esperienze tra partiti che stanno nel campo della sinistra e delle forze progressiste, in contrapposizione con la destra e le forze reazionarie e conservatrici.
Se vogliamo agire innanzitutto in uno spazio che per molti di noi è quello di una Unione Europea, soggetto compiutamente politico e che parli con una sola voce, con l'obiettivo di allargare le conquiste politiche e sociali ai Paesi limitrofi, allora non possiamo pensare a un grande partito isolato sulla scena internazionale. Dobbiamo necessariamente cercare un campo unitario in questo spazio, nel quale operare da protagonisti. Questo campo di forze di progresso e riformiste - come d'altronde ampiamente emerso nel dibattito interno ai DS - non può che essere la famiglia socialista europea e quella dell'Internazionale socialista.
Tanto più che il recente congresso di Oporto ha sancito una importante riforma dello Statuto del PSE divenuto la sede di incontro dei partiti socialisti, socialdemocratici, laburisti, progressisti e democratici.
Per i DS all'estero, e soprattutto in Europa, c'è una ragione ulteriore per indicare in questa militanza una condizione imprescindibile per l'esistenza del futuro Partito Democratico. I partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti europei sono già oggi, di fatto, la casa di molti militanti DS che vivono in Europa e hanno in tasca la doppia tessera.
Siamo d'accordo con chi oggi dice che socialismo e laburismo non esauriscono il campo delle forze progressiste e che si deve guardare oltre.
In diverse parti del mondo, pensiamo all'America Latina, all'America del Nord e all'Australia, operano e governano partiti che stanno ampiamente nel campo del centrosinistra e risultano contrapposti alle forze della conservazione e della destra. Con essi il nostro partito, o le associazioni di riferimento politico, da tempo hanno instaurato un proficuo rapporto di collaborazione e di condivisione di tipo politico, sociale e culturale.
Una su tutte la presenza del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, in veste di osservatore, ai lavori dell'Internazionale Socialista, con il quale sempre più si moltiplicano i momenti di riflessione comune e di interazione. Il dialogo va sviluppato ulteriormente anche in vista delle prossime elezioni presidenziali statunitensi che, ci auguriamo, portino a una svolta nella politica in questo grande Paese.
Ciò implica che il nuovo partito che stiamo costruendo dovrà avere l'ambizione di porsi come una avanguardia: un partito nuovo nasce anche per promuovere una nuova tappa e per raggiungere un nuovo traguardo di uguaglianza e di libertà per tutti.
Temi che riguardano la sfera della persona come la libertà religiosa, il rispetto delle scelte di vita dell'individuo, dall'orientamento sessuale alle coppie di fatto, etero e omosessuali, non possono che far parte di quel nuovo patto sociale e di cittadinanza che il costituente partito che verrà dovrà promuovere.
Il riconoscimento e l'assunzione di politiche sagge, coerenti con una società più attenta alle esigenze dei singoli, ma non per questo meno coraggiose su questo terreno, potranno contribuire a colmare i ritardi legati alle specificità italiane, renderebbero più facile l'integrazione, accorcerebbero le distanze tra l'Italia e l'Europa e tra l'Italia e tutti i Paesi che da tempo hanno varato leggi avanzate e inclusive sui cosiddetti temi "eticamente sensibili".
Lo sforzo che il nostro Partito sta compiendo in questa fase storica per dare al nuovo secolo un senso di governo delle questioni planetarie va incoraggiato e sostenuto, traendo anche suggestioni ed esperienze dalle molte compagne e compagni che oltre i confini nazionali hanno speso vita, energie, interessi. Pensare di fare in Italia un partito che, pur definendo si nuovo, andasse nella direzione opposta rispetto a quella indicata dall'Europa e dai processi di collaborazione e integrazione continentale, rischierebbe non solo di diventare l'ennesima anomalia italiana, ma minerebbe le basi stesse della nostra integrazione e appartenenza politica in Europa e nel mondo, che si qualifica sempre di più attraverso la militanza nei partiti locali.
Occorre dunque una strategia di attenzione e di valorizzazione della presenza italiana all'estero destinata a iscriversi in un concetto esaustivo della piena cittadinanza. Le decine di milioni di residenti in un Paese diverso da quello di origine sono quel legame valoriale che costituisce il motore dell'integrazione.
Negli ultimi anni nell'America Centrale e in America Latina stiamo assistendo a una positiva evoluzione delle democrazie e delle forze politiche che si riconoscono con i principi e con gli ideali del Centro sinistra. Dopo anni di dittature, di colpi di stato e una sinistra debole, il panorama politico-istituzionale è cambiato grazie all'attento lavoro di rinnovamento avvenuto all'interno delle forze progressiste. In molti di questi Paesi si è lavorato per favorire il rafforzamento delle istituzioni democratiche e per trovare punti di equilibrio tra equità sociale e mercato, tra integrazione sudamericana e rapporti con gli Stati Uniti e l'Europa. Questo continente guarda con grande interesse all'evoluzione politica italiana e a come le forze del centrosinistra riusciranno a legiferare sui temi individuali, della libertà della scienza o dei temi cosiddetti eticamente sensibili, considerato il fatto che gli interventi della Chiesa cattolica in quella parte del mondo sono ancora molto influenti.
Va sottolineato che gli italiani che vivono in quei Paesi e militano nelle forze politiche locali del Centro sinistra, possono favorire e alimentare momenti di incontro e riflessione per far avanzare anche lì i diritti, individuali e collettivi. Tale scelta potrebbe avvicinare a noi le generazioni di mezzo, quelle che partecipano attivamente alla vita politica, culturale ed economica delle varie nazioni, quelle che hanno avuto ruoli di primo piano nella lotta contro le dittature e nella costruzione delle democrazie e dei partiti di centro sinistra che oggi, in molti casi, sono partiti di governo. È la fascia di oriundi che, lo abbiamo visto nel corso delle scorse elezioni, ha difficoltà a trovare ragioni a relazionarsi con un'Italia spesso distratta e poco interessata alle sue capacità, e a quanto è nato da un proficuo meticciato di culture, di cui è protagonista.
Infine siamo certi che nell'America Centrale e in Sudamerica l'esempio del Partito Democratico può diventare un riferimento interpretativo che permetterebbe di dare identità politica alle tante forze associative e politiche impegnate essenzialmente in ambito sociale.
2. Il contesto politico attuale

È necessario non solo superare ogni atteggiamento di distanza e di distacco nei confronti dell'emigrazione, e nel contempo occorre intervenire per rafforzare il sentimento di apertura e la presenza culturale italiana all'estero.
La sfida di questo nuovo secolo è quella di ribaltare i caratteri paradigmatici che vedono la nostra emigrazione come un fardello della storia del quale disfarsi; è necessario invece valorizzare il patrimonio di esperienze e di legami umani e professionali sviluppati dalle nostre comunità nel mondo, per il bene dell'Italia.
Si può dare, ma anche avere molto in questa direzione. Aprire le porte del nostro Paese dunque significa anche poter riportare e mettere a frutto in Italia le grandi esperienze culturali, organizzative, economiche e di sistema che i nostri connazionali hanno compiuto all'estero.
Già nelle elezioni dei Comitati degli italiani all'estero (ComItEs) la proposta politica avanzata dalle liste del centrosinistra aveva ottenuto dei significativi risultati, attirando il forte interesse dei nostri connazionali che hanno dato vita a una partecipazione straordinaria, concorrendo a scegliere i propri rappresentanti e nel contempo premiando i programmi e le proposte da noi formulate.
Lo stesso organismo che per oltre un decennio ha svolto un ruolo di proposta per il parlamento italiano in rappresentanza delle nostre comunità, il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), dopo l'elezione dei parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, va rivisto nelle funzione e negli indirizzi. Oggi esso va riformato e rilanciato.

2.1 Il voto all'estero
Nel centenario di Monongah (il più grave incidente di lavoro in emigrazione mai accaduto), 60 anni dopo i primi accordi bilaterali sull'emigrazione e mezzo secolo dopo Marcinelle, il 2006 è entrato nella nostra storia, di italiani e di italiani all'estero, anche come l'anno del voto all'estero. Un giro di boa che ha determinato una mobilitazione considerevole del nostro Partito, dell'insieme de L'Unione e delle associazioni che ci sono vicine.
Aldilà del decisivo contributo sul risultato finale delle elezioni, tre elementi devono essere ricordati:
* una presa di coscienza senza precedenti, da parte della stampa e del mondo politico nazionale e dei Paesi di residenza, delle specificità della comunità italiana fuori dall'Italia;
* una mobilitazione considerevole, tenuto conto dei deboli mezzi di sensibilizzazione, che ha portato al voto oltre un terzo dell'elettorato potenziale in Europa e ancor di più in altri continenti come l'America Latina;
* un accresciuto divario, apparso, per la prima volta in modo tanto percepibile, tra generazioni: sono essenzialmente le prime e le seconde che hanno votato.

2.2 Le elezioni locali
A questo proposito non è da sottovalutare, sul piano politico locale, l'effetto delle elezioni amministrative in quelle nazioni in cui la comunità italiana può esprimere il proprio voto. In molte realtà, a partire dall'Europa, la collaborazione coi partiti socialisti, socialdemocratici, laburisti, progressisti e democratici dei Paesi di residenza - che è il risultato di un investimento importante delle nostre compagne e dei nostri compagni con una partecipazione attiva nelle istanze del partito stesso - ha dato risultati estremamente soddisfacenti, sia per la partecipazione dei connazionali che per lo stesso esito del voto.
È urgente inoltre collocare al primo posto della nostra azione politica e di governo la rivendicazione del diritto di voto amministrativo ancora assente per gli immigrati in tanta parte del mondo, sollecitando in questo senso i partiti locali del centrosinistra.
In America Latina l'influenza degli italiani nei processi politici locali è stata ed è di grande rilievo. Appartiene alla storia l'apporto dato dai nostri emigrati, nel corso del secolo scorso, alla costituzione di partiti e sindacati. Oggi la presenza italiana è notevole all'interno delle forze politiche e delle istituzioni. Si tratta di un patrimonio che va valorizzato e adeguatamente riconosciuto attraverso il voto nelle elezioni locali.
3. Le proposte politiche

3.1 Gli attori
Grande rilievo e importanza hanno assunto in questi anni le azioni positive portate avanti da molte associazioni e dalle forze sindacali che si esprimono mediante i patronati operanti tra le diverse comunità italiane nel mondo.
Così come un legame profondo con le nostre comunità è stato instaurato dalle regioni e dalle amministrazioni locali italiane che sempre più sono divenute uno dei canali più convincenti nell'esplicitazione della ricchezza sociale, culturale ed economica, e delle grandi potenzialità, rappresentate da queste rilevanti presenze.
La presenza organizzata italiana all'estero ruota attorno al mondo associativo, alle rappresentanze sindacali e al nostro partito. In futuro occorre individuare convergenze più accentuate con le associazioni del mondo cattolico e di quello laico, nella prospettiva della futura costruzione del Partito Democratico.
L'esperienza unitaria che ci ha permesso di vincere le elezioni con il voto degli italiani all'estero e che all'estero era rappresentata da L'Unione deve essere perseguita, non solo per ragioni elettorali ma anche per rafforzare il senso di comunità e al suo interno creare prevalenti orientamenti di Centro sinistra. L'Unione deve rappresentare l'ambito del nostro lavoro unitario. Abbiamo vinto le elezioni politiche nella Circoscrizioni estero perché meglio abbiamo rappresentato la domanda di forte unità tra tutte le forze del centro sinistra, che con forza ci veniva dai nostri connazionali, stufi di chiacchiere sull'italianità e di politiche antisociali e discriminatorie.
Questa costruzione non si può concepire, almeno all'estero e per i motivi sopra enunciati, che nella cornice del Socialismo Europeo e dell'Internazionale Socialista. In questa cornice non dobbiamo esercitare un semplice ruolo di ospiti, ma lavorare per essere anche portatori di innovazione, freschezza e allargamento culturale.
La crisi della politica e le difficoltà che i grandi partiti tradizionali hanno nell'interpretare e portare a sintesi le istanze di una società sempre più complessa ed eterogenea nella sua composizione sono fenomeni che toccano tutte le realtà. Questa circostanza impone, quindi, partendo anche e soprattutto dall'attuale esperienza italiana, l'individuazione di nuovi orizzonti (in termini di democrazia partecipativa e di coesione sociale ad esempio) dello stesso PSE e della casa comune internazionale.
Occorre un impegno specifico rivolto ai giovani e alle aspettative che essi manifestano. Il Partito all'estero deve rispondere alle esigenze non solo di chi ha di fatto stabilito il proprio centro d'interesse in un altro Stato, pur conservando legami forti con l'Italia, ma anche di chi intende trascorrere solo una parte della propria esperienza professionale all'estero e di chi, ormai nato in una nazione diversa da quella d'origine, guarda al Partito come legittimo strumento per migliorare la propria condizione di vita (sociale, professionale, politica) e rafforzare la propria attiva partecipazione alle realtà locali.

3.2 Le azioni
Per raggiungere tale obiettivo dovremo dare visibilità sociale a un nuovo progetto, con una serie di azioni che dovranno convergere, in modo non esauriente, verso queste direzioni:
1. una più intensa partecipazione attiva alla vita politica e sociale del Paese di residenza, attraverso il consolidamento delle relazioni e dei rapporti con le forze politiche, associative, culturali e sindacali;
2. un sostegno dinamico alla formazione, che possa incrementare il successo scolastico dei giovani, preparandoli a un mercato del lavoro che cambia e riqualificare gli occupati nella medesima ottica;
3. incrementare i mezzi in favore della cultura italiana, partendo dai fondi per l'insegnamento della lingua - che è strumento cardine per una piena partecipazione democratica delle comunità all'estero - fino a obiettivi attuali e futuri, quali quelli relativi a un'accresciuta mobilità professionale;
4. aumentare il sostegno, accordato in modo diretto o indiretto, alle nostre comunità che vivono nelle regioni sfavorite;
5. migliorare la presenza dell'informazione italiana verso l'estero e di ritorno, sotto forma di una nuova Rai International e/o attraverso il potenziamento degli attuali canali e favorendo le convenzioni con i servizi pubblici e l'editoria all'estero;
6. riorganizzare la rete di presenza italiana all'estero (Istituti di Cultura, Università, camere di commercio, ecc.) senza che questo significhi necessariamente tagli di risorse, bensì ottimizzazione e valorizzazione della presenza italiana nei settori strategici;
7. promuovere in Italia la diffusione e conoscenza della cultura nata dal meticciato tra radici italiani e culture di origine al fine di rompere cliché precostituiti e favorire una reale accoglienza verso l'immigrazione, vista come apporto positivo non soltanto al mondo del lavoro, ma anche a quello della creatività;
8. promuovere l'applicazione delle conquiste sociali dell'Unione Europea, dando risalto al ruolo che l'Italia interpreta e favorendo l'estensione di tali progressi anche ai Paesi extraeuropei.

3.3 La struttura
Queste azioni potranno essere perseguite facendo leva su un'organizzazione articolata sul territorio che riconosca il ruolo dei numerosi soggetti sociali e associativi e si alimenta di queste specificità per confluire nell'organigramma del costituente soggetto politico, traendo il proprio dinamismo dalle sfide di un mondo in piena evoluzione. Nel breve e medio periodo non esiste alcuna alternativa che non possa avere come riferimento il PSE, o i partiti socialisti, socialdemocratici, laburisti, progressisti e democratici dei Paesi d'insediamento.
Il futuro Partito Democratico all'estero dovrà svolgere una funzione di raccordo tra la rappresentanza nazionale e quella internazionale, capace di riflettere e di assorbire gli effetti di una proposta politica che oramai non si ferma più davanti la porta di casa.
Stiamo dispiegando un forte impegno per allargare la nostra struttura organizzata in tutte le aree del mondo. Sono state da poco aperte la sezione di Londra e alcune altre in Brasile; puntiamo ad allargare ancor di più la nostra presenza tra le comunità italiane nelle aree di lingua anglofona e in quelle africane e asiatiche, che saranno i luoghi dell'attuale e futura emigrazione.
Come già avviene in Europa, dove esiste un partito strutturato nei singoli Paesi e con un livello di direzione politica continentale, intendiamo costruire dei coordinamenti continentali in tutto il mondo, con gruppi dirigenti e coordinatori eletti nei congressi, e che formano il coordinamento mondiale del nostro partito. Il coordinamento va strutturato, utilizzando le nuove tecnologie informatiche, in modo tale che possa intervenire nell'attualità politica per dialogare con i propri eletti e con il Dipartimento internazionale del nostro Partito.
In questo modo intendiamo mettere a disposizione del futuro Partito Democratico una solida organizzazione politica, capace di competere nelle campagne elettorali italiane, ma anche in grado di farsi portatrice di una propria proposta politica nei Paesi di insediamento e di suscitare nuovi interessi e attenzione da parte dei nostri connazionali, soprattutto giovani e donne, che vivono all'estero.

3.4 La Cittadinanza attiva
Dobbiamo, nella prospettiva delle importanti novità politiche che ci attendono, privilegiare lo strumento della doppia nazionalità, o cittadinanza di residenza, quale mezzo per rafforzare il principio della Cittadinanza attiva, intesa come partecipazione cosciente alla vita politica del Paese di residenza, senza sfociare nel pericolo dell'omologazione, che ha come effetto la rescissione delle radici socio-culturali che legano le nostre comunità all'estero all'Italia.
Due gli importanti effetti politici di tale scelta:
* da una parte una capacità di integrazione politica ancora più forte nelle società di residenza, ad esempio con il voto alle elezioni politiche nei Paesi UE, e la piena partecipazione agli strumenti democratici del Paese ospite, senza rinunciare al legame culturale e sociale con il Paese d'origine;
* dall'altra, il rafforzamento dei legami bilaterali e delle convergenze tra forze politiche che si riconoscono negli stessi principi fondanti all'interno di uno spazio geopolitico allargato.

Queste sono, in sintesi, le nostre linee guida di un lavoro impegnativo che per realizzarsi deve avere piena consapevolezza e unità di intenti da parte del nostro partito in Italia e da parte delle organizzazioni politiche internazionali di nostro riferimento.
In questo modo potremo portare il nostro fattivo contributo alla realizzazione di un moderno Partito Democratico, luogo di confronto, di elaborazione e di iniziativa dei tanti riformisti italiani che vivono nel mondo.

Primi firmatari:
Maria Rosa Arona (Argentina), Rocco Artale (Consigliere comunale SP D Wolftburg - Germania), Mariza Bafile (Deputata eletta in Sud America - Venezuela), Luis Barreto (Perù), Marina Bazzurro (Svizzera) Marcello Battistig (Olanda) Bruno Besana (Francia), Hermes Binner (Partito Socialista dell'Argentina), Gino Bucchino (Deputato eletto in Nord America - Canada), Elio Carozza (Belgio), Maurizio Chiocchetti (Responsabile Italiani nel Mondo), Thomas Christen (Segretario generale del Partito Socialista Svizzero), Fiorenza Colonnella (Consigliere comunale SP D Monaco di Baviera - Germania), Antonio Cordella (Regno Unito), Paolo Da Costa (Svizzera - presidente Comites Zurigo), Daniele Diana (Regno Unito), Gianni Farina (Deputato eletto in Europa), Marco Fedi (Deputato eletto in Australia), Pascual Ferraro (Argentina), Hans-Juerg Fehr (Presidente del Partito Socialista Svizzero), Gianluca Galletto (Stati Uniti), Annita Garibaldi (Presidente Fed. Ass. per il Partito Democratico), Mirella Giai (Argentina), Filippo Giuffrida (Belgio), Mario Gonzalez (Cile), Alessandro Ingrao (Presidente italienska Socialdemokratiska Forening - Svezia), Andrea Lanzi (Brasile), Norberto Lombardi (Coordinatore Forum Italiani nel Mondo), Silvana Mangione (Stati Uniti), Eugenio Marino (Vice responsabile Italiani nel Mondo), Claudio Micheloni (Senatore eletto in Europa - Svizzera), Alberto Munoz (Presidente A.R.I Provincia Santa Fé), Mario Palocci (Svezia), Francisco Pellegrino (Venezuela), Marina Piazzi (Messico), Gianni Pittella (Eurodeputato - capogruppo al Parlamento Europeo), Fabio Porta (Brasile), Ricardo Juan Ramirez Espain (Argentina), Barbara Revelli (Francia), Coralis Rodriguez (Cile), Michele Santoriello (Germania) , Michele Schiavone (Svizzera - Segretario DS Europa), Roberto Serra (Lussemburgo), Antonio Simeone (Perù), Gennaro Sposato (Germania), Nenad Stojanovic (Segreteria del Partito Socialista Svizzero), Antonio Zanfino (Consigliere comunale SPD Wolftburg- Germania).
(Italia Estera) -
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati