ROMA, 16 APR. (Italia Estera) - Poche ore fa Boselli ha annunciato la rinascita del PSI. Il nostro cuore si è riempito di gaudio e i nostri occhi di commozione. Ne sentivamo davvero la mancanza! Ma, subito dopo, quando abbiamo letto le motivazioni dell'operazione politica, il nostro cuore si è rattristato e i nostri occhi si sono rapidamente prosciugati dalle lacrime.
Il PSI rinasce come forza che intende contrastare la volontà di DS e Margherita di 'fottere' (è una espressione di Mastella) i partiti più piccoli. Il PSI intende essere una forza 'laica e riformista', contraria al massimalismo e al confessionalismo. Nel rinato PSI dovrebbero confluire vecchie e nuove figure del socialismo italiano.
Boselli si richiama alla tradizione del vecchio PSI nato a Reggio Emilia nel 1893 (a onore della verità, si chiamava PSLI). Ci chiediamo: cosa hanno in comune quei compagni con quelli odierni? Di quale storia fanno parte Boselli e compagni? Di quella di Turati, Giovanni Amendola, Baldesi, del giovane Bordiga, del giovane e precomunista Gramsci, di Matteotti, Nenni, Lombardi, Mancini? Della storia di tanti Compagni che hanno sofferto e sono morti per gli ideali socialisti in occasione delle repressioni crispine, delle cannonate di Pelloux, degli intrallazzi di Giolitti, delle spedizioni squadriste, della repressione centrista postbellica? Per favore, non ci facciano ridere, perché non ne abbiamo voglia. Mentre quei compagni a causa degli ideali socialisti sono morti, Boselli e compagni con gli ideali socialisti ci vivono.
Il nascente PSI è l'ennesimo partito 'laico e riformista'. Si tratta di una giaculatoria consunta e vuota, che significa tutto e niente: tutto quando si vogliono prendere le distanze da altre forze di 'sinistra', niente se solo si pensa che l'alternativa al riformismo, ovvero il massimalismo, non esiste più.
Boselli e compagni farebbero bene (anche perché molti politici debbono smetterla di pensare che il cittadino medio sia stupido) a dire come stanno le cose. E, probabilmente, le cose - molto semplicisticamente - stanno così: Il PD viene avvertito come una minaccia per la sopravvivenza dei piccoli partiti; la legge elettorale farebbe correre seri rischi a questi partiti; molte carriere verrebbero stroncate. Da qui la necessità di ricompattarsi per non sparire. Altro che operazione politico-ideologica, questa è l'ennesima operazione di marketing per sopravvivere a spese dell'intelligenza (e non solo di quella) dell'elettorato italiano. E per fare ciò si è disposti a tutto: aprire le porte a criptoscissionisti dei DS, riaccogliere a braccia aperte i socialisti filo berlusconi, continuare a fare il filarino ai pannelliani. Questo non è un nuovo soggetto politico, è un prodotto in vendita. Speriamo solo che pochi lo comprino e che il cammino verso il PD e il chiarimento del quadro politico italiano (anche con una legge elettorale rigorosa e chiara) continui senza le quotidiane incursioni di Mastella, della Lega e, ora, del PSI. (Mauro Giuseppe Nicolosi*/Italia Estera) -
*Coordinatore Margherita Spagna